Dallo Zecchino d'Oro al carcere per sfruttamento della prostituzione: la clamorosa storia di Vincenza Pastorelli

"Volevo un gatto nero, nero, nero, mi hai dato un gatto bianco ed io non ci sto più. Volevo un gatto nero, nero, nero, siccome sei un bugiardo con te non gioco più": chi di noi non ha ascoltato e canticchiato una delle più celebri canzoni dello Zecchino d'Oro cantata nel 1969 da una bimba di 4 anni, Vincenza Pastorelli.
Ora, a distanza di 38 anni e a due giorni dallo speciale sui 50 anni dello Zecchino (in onda il venerdì sera su Raiuno), la Pastorelli è tornata sulle pagine dei giornali. Ma nella cronaca nera. E' stata, infatti, arrestata con le accuse di sfruttamento della prostituzione e detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Con lei è stato arrestato, ma a Giovinazzo dove si trovava in cura presso una Comunità terapeutica, l'ex fidanzato, P.T., 29 anni, pure lui di Guagnano (Lecce).I carabinieri della compagnia di Campi Salentina hanno appurato che, dopo una serie di annunci fatti pubblicare sui quotidiani leccesi, la coppia aveva gestito a Guagnano ed a Lecce due case d'appuntamento, nelle quali si prostituivano quattro ragazze di Lecce, Bari, Gallipoli e Parabita, ed all'interno delle quali l'uomo avrebbe confezionato dosi di cocaina ed eroina, che poi vendeva fuori dalle case di appuntamento.Per le prestazioni, i clienti, di ogni età e fascia sociale, pagavano dai 60 ai 150 euro. In un giorno, l'incasso era anche di 1.000 euro, metà dei quali spettavano alla tenutaria, che pagava le spese dell'appartamento. Nelle case d'appuntamento camuffate da centri massaggi, la donna leggeva anche le carte ai clienti che volevano "previsioni" sul futuro. Dalle indagini, i militari hanno avuto il sospetto che la donna stesse organizzando un giro di prostituzione anche a Stradella o nella vicina Pavia.Le due case di Guagnano e Lecce sono state chiuse a fine agosto, quando la donna ha vinto la cattedra a Stradella e ha interrotto il rapporto col fidanzato. Per circa un mese, le due case sono state gestite dalle prostitute, che riconoscevano la percentuale alla Pastorelli, alla quale il contante veniva inviato con vaglia postali. Le richieste della donna erano sempre maggiori e, per aver i soldi, al telefono avrebbe minacciato le prostitute. Ovviamente addolorato Cino Tortorella: "È una brutta cosa, che mi addolora profondamente, mi dispiace soprattutto che si avvicini una notizia così sgradevole allo Zecchino d'oro. Dal 1969 sono passati 600 bambini, ma soprattutto tutti quelli che hanno partecipato alle selezioni, più di un milione. Volevo un gatto nero era una delle più belle canzoni dello Zecchino, scritte dal maestro Pagano, che è autore di molte altre bellissime canzoni. È stato un grosso successo in Giappone, dove il disco ha venduto più di tre milioni di copie. Mi dispiace molto di questa cosa, piuttosto sgradevole. Ma nella vita, su un milione di bambini può succedere. Comunque è molto triste. I bambini che hanno partecipato allo Zecchino ancora si rivedono, vengono a trovarci. Era Mariele che teneva i contatti tra di loro. Ma questa bambina non ricordo si sia rivista...". Chissà se venerdì riascolteremo in tv Volevo un gatto nero. E se la sua legittima "proprietaria" la sentirà e canterà dal carcere...