Torna Oronzo Canà, l'allenatore nel pallone 2 con un Banfi spumeggiante

BARI – Essere oggi in Puglia «era nell’aria, era doveroso perché Oronzo Pugliese era di Turi. Dovevo questa cosa a Bari». Risponde così Lino Banfi, ai giornalisti, dopo la proiezione dell’«Allenatore nel Pallone 2» nella sua Puglia, a Bari, ricordando che l’interpretazione di Oronzo Canà, il mitico allenatore della Longobarda, è ispirata a Oronzo Pugliese, il «mago di Turi» storico allenatore di altri tempi della Roma e del Bari. Ma la pugliesità di Banfi e di mister Canà è ancor più presente nel film, in uscita domani in tutta Italia, rispetto al primo “Allenatore nel Pallone”. «Sì - ha affermato Banfi –. Erano vent'anni che non facevo più la mia pugliesità nelle fiction, nei film e non vedevo l’ora di rifarla, molti mi chiedevano quando torni a farla e dopo le insistenze del regista Sergio Martino, della produzione, ho detto: è ora». È una comicità pugliese «sempre pulita - ha sottolineato l’attore, originario di Canosa di Puglia – tutti possono vedere il film dai bambini piccolissimi ai vecchi». «Ho la fortuna, mi dicono, di essere uno dei pochi che fa ridere e piangere contemporaneamente e quindi – ha detto l’attore pugliese – perché non farlo in tutti i film?». L’«Allenatore nel pallone 2 – ha evidenziato Banfi- è un film per la famiglia e pulito come esempio di calcio pulito che è quello che vuole Oronzo Pugliese, Oronzo Canà, e quello che vogliamo tutti noi. Tutti i tifosi di tutta Italia». Lino Banfi ha sottolineato: «con la mia esperienza, dopo 130 film, immaginate come sarebbe stato semplice ricorrere a gag visive, capocciate al muro, svenimenti che sarebbero state risate in più, ma le abbiamo evitate per fare una storia più pulita». Il film è stato presentato al Warner Village di Casamassima (Bari) in occasione dell’anniversario della multisala che compie 10 anni. Con Lino Banfi hanno incontrato la stampa anche Anna Falchi e il regista Sergio Martino e Lucio Montanari, altro pugliese che interpreta un piccolo ruolo nel film. Il regista ha soprattutto evidenziato l’importanza non solo del fattore comico nel film ma anche dei sentimenti che emergono in particolare dal rapporto tenero tra Canà e «Oronzino», il nipotino, molto simile a quello che l’allenatore della Longobarda aveva con la figlia 20 anni prima. Martino ha riferito che anche il presidente della Lega, Antonio Matarrese (fratello di Vincenzo, presidente dell’A.S. Bari calcio) era disponibile ad interpretare un piccolo ruolo. «Gli voglio un sacco di bene e sono convinto che farà molto per la Sampdoria e anche se giocherà in qualche altra squadra. Se lo avessi avuto io nella Longobarda, come Oronzo Canà, avrei usato il nostro metodo» incitandolo a darsi da fare e «lo avrei incoraggiato a modo mio». Questa la risposta di Lino Banfi a un giornalista che gli chiede come mister Canà avrebbe gestito un talento come quello del conterraneo pugliese, il calciatore barese Antonio Cassano. Banfi ha, perciò, raccontato un aneddoto: di aver dato un consiglio paterno a Cassano, tempo fa. «Se qualche volta qualche arbitro ti ammonisce – gli avrebbe detto l’attore – invece di reagire a modo tuo, soffri un attimo, abbassa la testa e vedrai che tutta Italia ti vorrà bene. La cosa bella di Antonio – ha ricordato Banfi – è che mi guardò per un attimo, come per dire che bel consiglio da padre che mi sta dando», ma il calciatore rispose in dialetto barese: «lo farei ma in quel momento mi viene la voglia di prenderlo e poi di....Ridemmo come pazzi – ha concluso Banfi – ma penso sempre che è uno dei più grandi campioni che abbiamo in Italia».

tratto dalla gazzettadelmezzogiorno.it

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