E' stata illegittima l'ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Procura di Bari, nei confronti di Filippo Pappalardi. Lo ha deciso la Cassazione stabilendo che il papà dei due fratellini Ciccio e Tore, scomparsi a Gravina il 5 giugno 2006 e ritrovati morti in una cisterna dopo 20 mesi, non andava arrestato. Adesso la difesa di Pappalardi punta a presentare allo Stato la richiesta di risarcimento danni da ingiusta detenzione. Arrestato il 27 novembre 2007, ai domiciliari dall'11 marzo 2008, in libertà definitiva il 4 aprile scorso: è durata in tutto 130 giorni la detenzione di Filippo Pappalardi. Ora la Cassazione ha stabilito che quell'arresto non andava fatto. Una sentenza senza rinvio, che annulla sia l'ordinanza di custodia cautelare in carcere del 26 novembre 2007, sia la decisione del Tribunale del riesame di Bari che aveva confermato quel provvedimento il 13 febbraio 2008. La prima sezione penale della Suprema Corte ha dichiarato "illegittima" l'ordinanza firmata dal gip del tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis e richiesta dal procuratore Emilio Marzano e dal pm Antonino Lupo.
Pappalardi era stato arrestato dalla Squadra mobile con le accuse pesantissime di sequestro di persona, duplice omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Secondo la ricostruzione della polizia, Pappalardi avrebbe ucciso i suoi due figli mentre li puniva perché avevano disobbedito: la situazione gli sarebbe sfuggita di mano e poi avrebbe occultato i cadaveri. Trasferito in carcere, Pappalardi vi è rimasto fino all'11 marzo scorso quando il gip del tribunale di Bari Giulia Romanazzi dispose per lui gli arresti domiciliari, derubricando le imputazioni iniziali in 'abbandono di minori seguito da morte'. Due settimane prima, il 25 febbraio, i poveri resti di Ciccio e Tore erano stati ritrovati casualmente e la successiva autopsia aveva accertato preliminarmente che non c'erano segni di violenza.
Il 4 aprile scorso sempre il gip Romanazzi aveva 'liberato' definitivamente Pappalardi. Il papà dei fratellini era in aula ed ha ascoltato anche la requisitoria del sostituto procuratore generale della Cassazione Vincenzo Geraci, che aveva chiesto di rigettare il ricorso del legale di Pappalardi, l'avv.Angela Aliani, ritenendo legittimo l'arresto operato a novembre, e ben motivate e "non contraddittorie" le due ordinanze oggetto del ricorso. "Una secca bocciatura dell'operato della procura di Bari e soprattutto del Tribunale del riesame": così Aliani ha commentato la decisione della Cassazione. "Finalmente - ha aggiunto - c'è stato un autorevole controllo, quello dei supremi giudici, su chi doveva controllare la correttezza degli atti giudiziari e invece ha solo puntato l'indice contro un uomo innocente, al quale ora si restituisce pienamente la dignità". Adesso la difesa di Pappalardi punta a presentare allo Stato la richiesta di risarcimento danni da ingiusta detenzione. "La Cassazione ci ha aperto la strada", ha detto l'avvocato Alian.
Pappalardi era stato arrestato dalla Squadra mobile con le accuse pesantissime di sequestro di persona, duplice omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Secondo la ricostruzione della polizia, Pappalardi avrebbe ucciso i suoi due figli mentre li puniva perché avevano disobbedito: la situazione gli sarebbe sfuggita di mano e poi avrebbe occultato i cadaveri. Trasferito in carcere, Pappalardi vi è rimasto fino all'11 marzo scorso quando il gip del tribunale di Bari Giulia Romanazzi dispose per lui gli arresti domiciliari, derubricando le imputazioni iniziali in 'abbandono di minori seguito da morte'. Due settimane prima, il 25 febbraio, i poveri resti di Ciccio e Tore erano stati ritrovati casualmente e la successiva autopsia aveva accertato preliminarmente che non c'erano segni di violenza.
Il 4 aprile scorso sempre il gip Romanazzi aveva 'liberato' definitivamente Pappalardi. Il papà dei fratellini era in aula ed ha ascoltato anche la requisitoria del sostituto procuratore generale della Cassazione Vincenzo Geraci, che aveva chiesto di rigettare il ricorso del legale di Pappalardi, l'avv.Angela Aliani, ritenendo legittimo l'arresto operato a novembre, e ben motivate e "non contraddittorie" le due ordinanze oggetto del ricorso. "Una secca bocciatura dell'operato della procura di Bari e soprattutto del Tribunale del riesame": così Aliani ha commentato la decisione della Cassazione. "Finalmente - ha aggiunto - c'è stato un autorevole controllo, quello dei supremi giudici, su chi doveva controllare la correttezza degli atti giudiziari e invece ha solo puntato l'indice contro un uomo innocente, al quale ora si restituisce pienamente la dignità". Adesso la difesa di Pappalardi punta a presentare allo Stato la richiesta di risarcimento danni da ingiusta detenzione. "La Cassazione ci ha aperto la strada", ha detto l'avvocato Alian.
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