Le mille e una notte del Sultano: tra yacht e orecchiette
Bari - Prima i due panfili, poi i quattro aerei. Infine, il corteo di ventisei mercedes, ognuna di colore diverso ma tutte con targa araba, una sfilata di vetture luccicanti che ha illuminato le vie della città costeggiate dalla folla incuriosita giunta per salutare e sognare a occhi aperti. Così, con un seguito di mille persone tra parenti, amici, dignitari, musicisti, giardinieri e guardie del corpo, il sultano dell’Oman, Qaboos Bin Said, è arrivato a Bari: sari, cappello tipo fez e scarpe grigie, lo sguardo che fa capolino dal finestrino, barba corta e ben curata, un gentile e quanto mai regale cenno di saluto alla gente accorsa all’aeroporto. Insomma, un ingresso in grande stile. Anzi uno sbarco da mille e una notte, e non poteva essere altrimenti: dalla sabbia color rosa del deserto dell’Oman alla terra degli ulivi di Puglia, nota come la porta d’Oriente e scelta come reggia provvisoria per una vacanza di un paio di settimane.
Le voci raccontano di un sultano stregato dalla Valle d’Itria: stupito dalle tipiche costruzioni in pietra col tetto a cono e interessato forse ad acquistare qualche manciata di trulli adeguati al rango. Comunque sia, adesso al porto di Bari svetta la bandiera omanita: un’intera banchina nuova di zecca è stata riservata agli yacht del sovrano, dove un esercito di bodyguard tiene alla larga i curiosi costretti a munirsi persino di binocolo per dare una sbirciata alla flotta reale color avorio. L’altra sera a bordo c’era una festa e i più fortunati sono riusciti a intravedere qualcosa incollandosi alle vetrate dell’esclusivo circolo della Vela. Per il bagno di folla bisognerà attendere qualche giorno: nel fine settimana l’orchestra omanita si esibirà in un concerto per i baresi nella centralissima piazza Libertà. Intanto, per le vie della città non si parla d’altro. «Magari si compra il Bari e fa uno squadrone», «magari abbassa il prezzo della benzina», «magari apre qualche fabbrica», sognano i baresi. E si rincorrono le leggende sulle megamance a suon di orologi d’oro e centinaia di euro distribuite dai dignitari al seguito. Il sultano invece non è che si faccia vedere più di tanto; per il momento rimane a bordo del suo panfilo di 160 metri, dove ogni giorno allietano l’atmosfera cinquemila piante e fiori freschi; per le esigenze del palato si provvede a svariati carichi di mozzarella di bufala, una delizia alla quale il sovrano proprio non sa rinunciare: la scintilla scoccò cinque anni fa durante una visita a Napoli. E così al porto c’è un gran flusso di camion con i prelibati latticini anche se ieri a una certa ora della giornata è arrivato pure qualche pacco di orecchiette proveniente dai vicoli del centro storico. La corte intanto non disdegna le passeggiate. Un drappello di visitatori guidati dal cugino del monarca e da un consistente gruppo di bodyguard ha deciso di addentrarsi per i vicoli di Bari vecchia: la Cattedrale, le stradine, le botteghe dei souvenir che spuntano all’improvviso in un labirinto di vicoli e piazzette. E poi il pranzo al ristorante «Il pescatore», a ridosso del Castello Svevo. Tra i mille giunti al seguito del sultano, pochissimi hanno trovato posto sul panfilo. Gran parte della corte è allo Sheraton di Bari, dove sono state occupate 60 suite panoramiche. E, per non incorrere in vicini rumorosi, sono state prenotate tutte le stanze adiacenti. Certo, le spese lievitano, anche perché altre 60 stanze sono state prenotate all’Hilton di Matera: solo per l’alloggio, il conto ammonta a qualcosa come 400mila euro al giorno, comprese svariate bottiglie di champagne e generose mance che a volte possono rivelarsi anche come mezzo stipendio. E tra un pranzo e una passeggiata il soggiorno prosegue. I dignitari hanno già ammirato i sassi di Matera e ieri il corteo si è messo in moto per una puntatina ad Alberobello: e così, tra i pullman di turisti giapponesi che ogni giorno affollano la capitale dei trulli è spuntato il lungo corteo di Mercedes venute dall’Oman.
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