BARI - ''Noi non possiamo essere d'accordo con te, ci ribelliamo a questa scelta. Ti chiediamo semplicemente questo: di ripensarci. Tu, la destra, il governo dovete avere l'umiltà di fare un passo indietro e comunque dovete sapere che il popolo pugliese è disposto a fare subito un passo in avanti per difendere la propria vita e le proprie ragioni''. Così in una videolettera, pubblicata sul suo blog e su YouTube, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola si rivolge al ministro dei rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, a proposito della decisione dell'esecutivo di impugnare la legge regionale contraria all'installazione di centrali nucleari sul territorio.
''Come si fa, ministro Fitto, proprio tu che hai lavorato tanto al federalismo - aggiunge - a immaginare che i territori debbano essere privati del potere di decidere sul proprio destino e sul proprio futuro? Come si fa a imporre alla Puglia cose che sono terribili: le piattaforme petrolifere, i rigassificatori, nuove gigantesche opere di raffinazione del petrolio? E poi, il nucleare?". Vendola spiega che ''la Regione Puglia ha voluto una legge chiara, semplice, votata da tutti i gruppi politici che dice 'noi qui non vogliamo né scorie, né atomi. Non vogliamo le centrali, non vogliamo i depositi dei rifiuti radioattivi'".
"Una legge votata - sottolinea il presidente - anche dal tuo partito. Eppure tu a Roma quella legge l'hai impugnata, l'hai portata di fronte alla Corte Costituzionale, hai invocato la Costituzione, quella che nei giorni pari e pure nei giorni dispari il centrodestra bombarda continuamente, cercando di delegittimarla. Eh no. Nella Costituzione - prosegue Vendola - c'è la tutela, per esempio, della salute pubblica, c'è l'invito a rispettare profondamente la natura, i nostri ecosistemi. E prima della Costituzione ci sono leggi fondative della nostra civilità, quelle scritte per esempio nei testi sacri. Per esempio il comandamento di custodire la terra che è scritto addirittura nel Libro della Genesi''.
''Lo so - dice Vendola rivolgendosi al ministro - che hai un antico amore per il nucleare, lo so perché conosco le tue idee, le tue opinioni. E poi ci sono anche le prove. Vedo sul giornale 'Libero' del 24 settembre 2008, un titolo: 'Fitto, la nostra Regione pronta al nucleare'. Francamente non so per quale ragione - sottolinea Vendola - tu ti sei sentito in diritto di parlare a nome della Regione Puglia, non solo perché non sei più il presidente di questa Regione ma perché forse non hai più confidenza con i sentimenti dei pugliesi''.
''I pugliesi sono radicalmente, visceralmente, emozionalmente, razionalmente contrari alle centrali nucleari - continua - perché le centrali nucleari sono la prosecuzione di una storia che è finita, che è giunta al capolinea, di quella storia per la quale noi meridionali, pur di avere uno straccio di lavoro, dovevamo subire qualunque modello di industrializzazione, dovevamo bere qualunque tipo di veleno. E noi, che siamo diventati esperti di malattie e morti legati all'amianto piuttosto che alla diossina, difficilmente potremo ambientarci all'idea di avere a casa nostra la radioattività. Le scorie nucleari hanno una vita di decine di migliaia di anni. Questo rappresenta un'ipoteca anche per le future generazioni. Non solo è un danno ai pugliesi di oggi - conclude - è un danno ai pugliesi che verranno''.
''Come si fa, ministro Fitto, proprio tu che hai lavorato tanto al federalismo - aggiunge - a immaginare che i territori debbano essere privati del potere di decidere sul proprio destino e sul proprio futuro? Come si fa a imporre alla Puglia cose che sono terribili: le piattaforme petrolifere, i rigassificatori, nuove gigantesche opere di raffinazione del petrolio? E poi, il nucleare?". Vendola spiega che ''la Regione Puglia ha voluto una legge chiara, semplice, votata da tutti i gruppi politici che dice 'noi qui non vogliamo né scorie, né atomi. Non vogliamo le centrali, non vogliamo i depositi dei rifiuti radioattivi'".
"Una legge votata - sottolinea il presidente - anche dal tuo partito. Eppure tu a Roma quella legge l'hai impugnata, l'hai portata di fronte alla Corte Costituzionale, hai invocato la Costituzione, quella che nei giorni pari e pure nei giorni dispari il centrodestra bombarda continuamente, cercando di delegittimarla. Eh no. Nella Costituzione - prosegue Vendola - c'è la tutela, per esempio, della salute pubblica, c'è l'invito a rispettare profondamente la natura, i nostri ecosistemi. E prima della Costituzione ci sono leggi fondative della nostra civilità, quelle scritte per esempio nei testi sacri. Per esempio il comandamento di custodire la terra che è scritto addirittura nel Libro della Genesi''.
''Lo so - dice Vendola rivolgendosi al ministro - che hai un antico amore per il nucleare, lo so perché conosco le tue idee, le tue opinioni. E poi ci sono anche le prove. Vedo sul giornale 'Libero' del 24 settembre 2008, un titolo: 'Fitto, la nostra Regione pronta al nucleare'. Francamente non so per quale ragione - sottolinea Vendola - tu ti sei sentito in diritto di parlare a nome della Regione Puglia, non solo perché non sei più il presidente di questa Regione ma perché forse non hai più confidenza con i sentimenti dei pugliesi''.
''I pugliesi sono radicalmente, visceralmente, emozionalmente, razionalmente contrari alle centrali nucleari - continua - perché le centrali nucleari sono la prosecuzione di una storia che è finita, che è giunta al capolinea, di quella storia per la quale noi meridionali, pur di avere uno straccio di lavoro, dovevamo subire qualunque modello di industrializzazione, dovevamo bere qualunque tipo di veleno. E noi, che siamo diventati esperti di malattie e morti legati all'amianto piuttosto che alla diossina, difficilmente potremo ambientarci all'idea di avere a casa nostra la radioattività. Le scorie nucleari hanno una vita di decine di migliaia di anni. Questo rappresenta un'ipoteca anche per le future generazioni. Non solo è un danno ai pugliesi di oggi - conclude - è un danno ai pugliesi che verranno''.
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