di Redazione
ROMA. Un'ennesima disperata testimonianza della grave crisi che sta colpendo il nostro Sud e la nostra regione. Un giovane imprenditore di Bari titolare di "un'impresa artigiana messa in piedi da solo", con una decina di operai alle sue dipendenze, si trova a fare i conti con la crisi e per salvare la sua azienda ha deciso di vendere un rene."So che è illegale - spiega al giornale Leggo - ma per dare da mangiare alla mia famiglia e a quelle dei miei operai, sono disposto a tutto"."A volte torno a casa senza un euro per comprare il latte a mio figlio: non riesco più a dormirgli accanto". L'uomo ha 31 anni, è sposato e ha due figli. Ha mani ruvide e callose è un operaio in mezzo agli operai, scrive il quotidiano. Con loro condivide sogni e paure. "Per questo - dice - a loro non ho mai chiesto nessun sacrificio. Piuttosto tampono i debiti rimandando il pagamento dell'affitto o di qualche fornitore".
Ma gli ordini tardano ad arrivare, i creditori si affannano a riscuotere e le banche chiudono i rubinetti del credito. "Se fai un errore, le banche ti considerano morto". E ora che ha quantificato la cifra necessaria per ricominciare a far girare la sua attività , il made self man è sicuro di voler vendere un organo. "Ho bisogno di 150mila euro. So che si può vivere anche senza un rene, una parte di fegato o senza un polmone: sono disposto a farlo".
L'imprenditore considera inutili eventuali appelli alle istituzioni. "Non serve", dice e aggiunge: "'In Puglia ci sono molti imprenditori nelle mie stesse condizioni. Se le istituzioni dovessero dare una mano a tutti, si troverebbero in difficolta". Ma c'è anche un'altra via d'uscita possibile: "'Se qualcuno fosse disposto ad aiutarmi con un prestito, potrei provare a ricominciare. E restituirlo in rate mensili da concordare insieme"'.
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