Il Vendola bis inizia tutto in salita

di Nicola Zuccaro
Il tanto atteso giorno del primo dibattito della undicesima consigliatura regionale pugliese è arrivato. Unito dal filo conduttore della manovra Tremonti, ha fatto emergere già le prime ombre sul futuro del secondo governatorato vendoliano. Se, come è nella logica dei schieramenti politici, l'opposizione di Centro-Destra ha manifestato il più aperto dissenso alle dichiarazioni programmatiche esposte dallo stesso Vendola nella seduta dello scorso 15 giugno per voce di Francesco Damone e di Rocco Palese, quali capigruppo della Puglia Prima di Tutto e del Popolo della Libertà, è anche vero che la maggioranza di Centro-Sinistra non è stata tanto tenera nei confronti del confermato governatore della Puglia.
Eccezion fatta per Losappio e per Schiavone, quali capigruppo del Sel e di Idv, che hanno espresso piena fedeltà sia al governatore che al suo programma nel coro del Centro-Sinistra emergeva qualche voce stonata tesa però alla massima vigilanza dell'operato vendoliano. In primis, il capogruppo del Pd Antonio Decaro che, pur ribadendo la lealtà del suo partito a lavorare al fianco di Vendola, sollecitava lo stesso a dare risposte concrete mediante la Giunta ai numerosi problemi che attanagliano la Puglia, invitando - metaforicamente parlando - l'intero Consiglio, oltre che Vendola, ad abbandonare la sedia dell'aula per quella di un autobus, perchè è quì - concludeva Decaro - che si toccano con mano i problemi della gente. A distanza di poche ore, in una dichiarazione rilasciata a mezzo agenzia, un altro consigliere del Pd, il barlettano Ruggero Mennea, criticava Vendola per le promesse non mantenute relative al mantenimento di Barletta quale città capoluogo della Bat.
Un dissenso che faceva emergere una prima e vistosa crepa già intravista nel dibattito mattutino. Dopo l'invito alla concretezza espresso dal Capogruppo della Puglia per Vendola, Antonio Di Sabato, giungeva da parte di Giacomo Olivieri - Capogruppo di Moderati e Popolari - la reprimenda relativa all'assenza di trasparenza evidenziata da Vendola in riferimento all'aumento di 7 assessori nella giunta.
Grande assente richiamato e divenuto d'ufficio come comune denominatore degli interventi menzionati la revisione dello Statuto Regionale, al quale sono state riservate mere enunciazioni, come dichiarato dal consigliere dei "pugliesi" Davide Bellomo. In attesa delle commissioni consiliari, il Vendola Bis inizia in salita.

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