Manovra, Vendola: " Ci sono elementi per ribellione sociale"

BARI. Non si placano ancora le polemiche sulla Finanziaria 2011 in corso di approvazione in Parlamento. E a sentirsi più penalizzate sono le regioni del Sud. Lo ha spiegato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, che oggi ha sottoscritto un documento insieme a Calabria, Campania, Molise e Puglia. "Tra nuovi pedaggi, tagli dei fondi Fas, tagli alla spesa farmaceutica e al trasporto pubblico locale", ha detto De Filippo, "il Sud paga il conto piu' salato. Si vivranno grandi criticità".

VENDOLA: CI SONO ELEMENTI PER RIBELLIONE SOCIALE FORTE - ''Ci sono tutti gli ingredienti per una ribellione sociale importante''. Con queste parole il presidente della Regione Puglia, Niki Vendola, ha commentato l'esito dell'incontro che le regioni stanno avendo con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sulla manovra correttiva che colpisce pesantemente i conti delle Regioni.
''Abbiamo trovato una saracinesca chiusa. Da Tremonti c'e' stato un atteggiamento intollerante, a tratti perfino sfottente - ha spiegato Vendola uscendo dalla riunione - questa manovra e' un colpo al cuore delle regioni che vengono condannate ad essere amministratori fallimentari delle proprie risorse''. Secondo Vendola si tratta ''di un colpo al cuore sociale del Paese'' con un provvedimento ''dal sapore recessivo che produce decrescita''.


VENTRICELLI: SOSTENIAMO MANIFESTAZIONI CONTRO MANOVRA - Il consigliere regionale Sel della Puglia, Michele Ventricelli, sostiene le ragioni della manifestazione di sabato 12 giugno, indetta dalla Cgil a Roma, contro la manovra finanziaria che il governo Berlusconi si appresta a varare in queste settimane. ''Sinistra ecologia e liberta' - sottolinea Ventricelli - sostiene le motivazioni di questa grande manifestazione condividendo la forte opposizione che il presidente Vendola e la Giunta regionale sta conducendo contro questo provvedimento''.
''La Puglia - continua il consigliere regionale - fara' sentire la sua voce, sabato, il prossimo 25 giugno e in tutte le occasioni opportune in cui cio' sara' possibile''. ''Questo - conclude Ventricelli - perche' crediamo che non siano il welfare e la scuola, i settori su cui tagliare per uscire dalla crisi e risanare i conti pubblici''.

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