Musica: Le Vibrazioni, un nuovo cammino sulle strade del tempo

di Michele Tedesco
Nel 2003 Le Vibrazioni irrompevano nella scena musicale italiana con “Dedicato a te”. Tre dischi, un DVD, un cambio di line-up, un’ infinità di collaborazioni e qualche progetto parallelo hanno rinnovato l’ immagine di un gruppo che, qualche maligno, aveva già dato per spacciato sin dalla nascita. Sarà stata l’ aria un pò frivola di quel “sei immensamente Giuliaaaaaa”, così “facile” da intasare la mente, condito da quel look, quasi forzatamente fricchettone, da far guardare con occhio dubbioso la formazione meneghina. Sarcina & Co hanno fortunatamente saputo dissolvere ogni dubbio sul loro conto. Lui, frontman carismatico e soprattutto capace vocalmente (non lo si dia per scontato, considerando il numero di “sacchi di patate” che si sono avvicendati e tuttora si avvicendano sui palchi della nostra penisola in improbabili performance), dimostra e conferma il suo grande talento nella scrittura e nell’ interpretazione. “Le strade del tempo” per Le Vibrazioni sancisce una svolta, un cambiamento verso suoni più maturi e arrangiamenti raffinati. Abbandonata, si spera definitivamente, l’ immediatezza compositiva, a favore di un sound più intimistico e crepuscolare, segno di una raggiunta e assai auspicata maturità, questo nuovo lavoro è il principio di un cambiamento, forse un pò azzardato in termini commerciali, ma ammirevole in termini qualitativi, nella storia della band. Il primo singolo, “Respiro”, suona suggestivo e intenso, come “Le sirene del mare” e “Ridono gli Dei”. Entusiasmante è la title track “Le strade del tempo”. La “meccanica di questo disco” si muove su ingranaggi perfettamente e sapientemente oleati. Il giro di boa, la vera e propria svolta verso la maturità stilistica, è finalmente arrivato.

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