BARI. Dopo la prima fumata nera il Consiglio comunale di Bari ha approvato la revoca del protocollo d'intesa del 2002 sulla gestione e la ricostruzione del Teatro Petruzzelli. Scopo dell'iniziativa e' dichiarare di proprieta' comunale suolo e teatro, con annessi locali commerciali. Con l'intesa del 2002 infatti il Teatro Petruzzelli resta di proprieta' privata (della famiglia Messeni Nemagna), nonostante sia stato ricostruito con fondi pubblici per almeno 50 milioni di euro. Le acque, però, sono ancora a dir poco agitate, stando alle ultime dichiarazione arrivate in serata dal legale della famiglia Messeni. "Il teatro era e rimane nostro perchè per togliercelo dovranno ottenere una sentenza favorevole da un giudice", così l'avv. Amenduni replica alla decisione del Consiglio comunale. "Non è la delibera del Consiglio comunale - spiega il civilista - che può toglierci la proprietà, dovranno fare una causa e aspettare l'esito definitivo entro una decina di anni: fino a quel momento qualunque soggetto, andando in Conservatoria, potrà apprendere che il teatro è della famiglia Messeni Nemagna".
Per Amenduni, la delibera del Consiglio comunale "lascia lo stesso tempo che ha trovato" per una serie di ragioni: "Il Comune - spiega - ha ora otto milioni di euro in meno, cioè i fondi che ha dato alla ricostruzione del teatro in adempimento di questo accordo e quindi, gli otto milioni li ha già dati e pare che non li voglia recuperare; il contratto rimare in piedi perchè si tratta di un contratto paritetico, così come ha detto il Consiglio di Stato, perchè si fonda su altri due soggetti pubblici che si sono obbligati assieme al Comune (cioè Provincia e Regione); la fondazione, infine, è già nata ed è il soggetto che è obbligato nei nostri confronti".
"C'e una sola cosa che cambia", aggiunge Amenduni: "il Comune fa una sorta di outing politico in cui, in sostanza, confessa di aver commesso un errore nella sottoscrizione, e, certamente, chi ha sbagliato non può avere un premio...".
"Quindi - conclude ironicamente - ritengo che questa delibera sembra scritta dai fratelli Grimm perchè si ispira al criterio dello specchio magico a cui la matrigna di Biancaneve rivolgeva le domande e che dava risposte sempre conformi ai desideri della matrigna Grimilde".
Per Amenduni, la delibera del Consiglio comunale "lascia lo stesso tempo che ha trovato" per una serie di ragioni: "Il Comune - spiega - ha ora otto milioni di euro in meno, cioè i fondi che ha dato alla ricostruzione del teatro in adempimento di questo accordo e quindi, gli otto milioni li ha già dati e pare che non li voglia recuperare; il contratto rimare in piedi perchè si tratta di un contratto paritetico, così come ha detto il Consiglio di Stato, perchè si fonda su altri due soggetti pubblici che si sono obbligati assieme al Comune (cioè Provincia e Regione); la fondazione, infine, è già nata ed è il soggetto che è obbligato nei nostri confronti".
"C'e una sola cosa che cambia", aggiunge Amenduni: "il Comune fa una sorta di outing politico in cui, in sostanza, confessa di aver commesso un errore nella sottoscrizione, e, certamente, chi ha sbagliato non può avere un premio...".
"Quindi - conclude ironicamente - ritengo che questa delibera sembra scritta dai fratelli Grimm perchè si ispira al criterio dello specchio magico a cui la matrigna di Biancaneve rivolgeva le domande e che dava risposte sempre conformi ai desideri della matrigna Grimilde".
Tags
Attualità