di Nicola Zuccaro
"Voglio proporre una nazionale italiana con giocatori di qualità perchè ci sono". E' con questo pensiero che Cesare Prandelli disegna da neo ct della nazionale italiana di calcio il nuovo corso azzurro ad una settimana di distanza dalla disfatta in terra sudafricana. Pur avendo ricoperto da calciatore il ruolo di mediano, Prandelli ha mostrato sin dalla prima domanda rivoltagli durante la conferenza stampa di presentazione l'abilità del treqaurtista capace di dribblare tutte quelle domande che riguardavano il suo recente passato fiorentino.
Dopo un altro illustre predecessore con il medesimo nome, Cesare Maldini, anche il più giovane Cesare si è mostrato parco e poco incline a dissertazioni filosofiche per puntare sul pragmatismo che risponde per il contesto azzurro ad una sola parola: ringiovanimento.
In virtù della sua esperienza tecnica che lo vide in passato alla guida della primavera dell'Atalanta, Prandelli non si è lasciato pregare dinnanzi alle incalzanti domande dei giornalisti sul prossima organico che vorrà piantare già il 10 agosto, quando debutterà sulla panchina azzurra a Londra, nella amichevole che opporrà l'Italia alla Costa D'Avorio. Prandelli veste, per il ruolo che da qualche ora ricopre, i panni del diplomatico, non facendo nomi, ma sottointendendo che la porta della nazionale è aperta a tutti, anche per gli oriundi in attesa di ricevere la cittadinanza italiana. Il suo progetto non nasce però dal nulla perchè quanto lasciato in eredità da Marcello Lippi non va a suo avviso gettato: dalla mentalità vincente, che comunque ha consentito di vincere il Mondiale del 2006, al parco giocatori dal quale eredita elementi di esperienza. Fra questi Buffon e Pirlo. Quanto, invece, al credo tattico, Prandelli conferma il 4-3-2-1, che però non ha lasciato un buon ricordo ai tifosi viola.
Come sosteneva Sant'Agostino: " C'è un tempo per pensare e un tempo per agire". Dopo aver tracciato queste linee programmatiche, Prandelli dovrà passare subito al lavoro psicologico, perchè si tratterà di ridare le giuste motivazioni a chi (ri)vestirà la maglia azzurra, visitando i ritiri dei club di Serie A dai quali potrà attingere utili indicazioni per il suo avvenire azzurro.
"Voglio proporre una nazionale italiana con giocatori di qualità perchè ci sono". E' con questo pensiero che Cesare Prandelli disegna da neo ct della nazionale italiana di calcio il nuovo corso azzurro ad una settimana di distanza dalla disfatta in terra sudafricana. Pur avendo ricoperto da calciatore il ruolo di mediano, Prandelli ha mostrato sin dalla prima domanda rivoltagli durante la conferenza stampa di presentazione l'abilità del treqaurtista capace di dribblare tutte quelle domande che riguardavano il suo recente passato fiorentino.
Dopo un altro illustre predecessore con il medesimo nome, Cesare Maldini, anche il più giovane Cesare si è mostrato parco e poco incline a dissertazioni filosofiche per puntare sul pragmatismo che risponde per il contesto azzurro ad una sola parola: ringiovanimento.
In virtù della sua esperienza tecnica che lo vide in passato alla guida della primavera dell'Atalanta, Prandelli non si è lasciato pregare dinnanzi alle incalzanti domande dei giornalisti sul prossima organico che vorrà piantare già il 10 agosto, quando debutterà sulla panchina azzurra a Londra, nella amichevole che opporrà l'Italia alla Costa D'Avorio. Prandelli veste, per il ruolo che da qualche ora ricopre, i panni del diplomatico, non facendo nomi, ma sottointendendo che la porta della nazionale è aperta a tutti, anche per gli oriundi in attesa di ricevere la cittadinanza italiana. Il suo progetto non nasce però dal nulla perchè quanto lasciato in eredità da Marcello Lippi non va a suo avviso gettato: dalla mentalità vincente, che comunque ha consentito di vincere il Mondiale del 2006, al parco giocatori dal quale eredita elementi di esperienza. Fra questi Buffon e Pirlo. Quanto, invece, al credo tattico, Prandelli conferma il 4-3-2-1, che però non ha lasciato un buon ricordo ai tifosi viola.
Come sosteneva Sant'Agostino: " C'è un tempo per pensare e un tempo per agire". Dopo aver tracciato queste linee programmatiche, Prandelli dovrà passare subito al lavoro psicologico, perchè si tratterà di ridare le giuste motivazioni a chi (ri)vestirà la maglia azzurra, visitando i ritiri dei club di Serie A dai quali potrà attingere utili indicazioni per il suo avvenire azzurro.