di Davide Bernard
E Chapman sia: il Premio Pino Pascali 2010 è stato consegnato ai fratelli Dinos e Jake presso il museo comunale d'arte contemporanea di Polignano a Mare “Palazzo Pino Pascali”. Sabato 3 Luglio verso le 19.30 il vicolo della Fondazione è gremito di gente, inviti e cataloghi tagliano l’aria, andando ad apostrofare le postazioni improvvisate dei partecipanti, i varchi si ostruiscono e danno l’impressione che ci siano moltissime persone. Durante la presentazione degli artisti da parte di Silvia Godelli, Assessore alla Cultura e Turismo della Regione Puglia, Angelo R. Bovino Sindaco di Polignano, Beatrice De Donato Assessore alla cultura del Comune di Polignano, Pietro Marino critico d’arte, e la Direttrice della Fondazione P. Pascali Rosalba Branà, tra applausi e girotondo del microfono, alcuni gruppi ristretti di persone visitano la mostra. La frequenza dei commenti aumenta in proporzione al nucleo dei visitatori che escono dal Museo, perplessi, eccitati e con gastriche riflessioni viscerali, le voci si amplificano, rendendo inevitabile il mio balzo verso l’ingresso. “Bambi ha distrutto la mia innocenza” ha scritto Jake sul Guardian e “Walt Disney è il diavolo incarnato” sono “diavoli” per loro anche i due personaggi della pubblicità McDonald’s, il clown Ronald e il pupazzo Grimace che da una cabina di aereo aprono “finestre sul mondo” con giochi enigmistici che introducono l’esposizione. Manufatti, pressofusioni e assemblaggi assurdi per espressione e contenuti caratterizzano un'opera priva di mediazione e di elaborazione: un vero e proprio meteorite che si sfracella nel museo di questo tranquillo paese, scosso e frammentato dalla fornicante espressione dei fratelli Chapman. Soldatini, bambole, modellini, Disney e Mc Donalds, tutto ricrea quell'immaginario truce e cinico, ma sempre innocente, che solo i giochi d’infanzia hanno. Plastici dell’utopia nazista, violenti scalfiscono la fruizione dei visitatori, che in relazione alle opere risultano enormi e, dall’alto, i loro sguardi attraversano le riproduzioni in scala “ridotta” di cannibalismo, estrazioni chirurgiche, svastiche amputazioni, corpi trafitti e lacerati. L’operazione site specific include il rivestimento delle pareti con i “capricci” di Goya mistificati e così trasformati da diventare carta da parati in “vecchio stile inglese” che richiama atmosfere distanti, mai vissute, ma che si possono attraversare e contemplare. Alle pareti tre dipinti originali dell’800, due gentiluomini e una tipica dama, dall’espressione plastica e composta, violata dall’intervento dei fratelli anglosassoni, che con i punti di sutura attorno alle labbra di uno e le irritazioni cutanee ed abrasioni sugli altri, alterano la simbologia ancestrale delle opere che serve da monito, i fratelli Chapman, citando il passato, parlano del futuro e dell’occidente. Il tema della morte e del sesso sono ricorrenti nelle opere di Jake e Dinos, e viene inteso come transfer della vita, ridotti ad una fase terminale di eccessi, espliciti e meccanicisti che il sub inconscio individuale interiorizza e consuma dal pensiero al gesto compiuto. Altra provocazione riprodotta in “MANNEQUINS” colpisce le manipolazioni genetiche sui batteri che risalgono al 1973 completamente reinterpretate e dissacrate, con bambine mostri che solo la mitologia potrebbe descrivere o, i risultati dell’influenza comportamentale imposta dalle multinazionali, citate con le scarpe ginniche infilate ai piedi dei manichini e rese grottesche dall’intervento dei Chapman. Concettualmente vicini al periodo in cui si sono affermati, metà anni '90, e tecnicamente vivaci da attrarre, oggi, fasce trasversali di utenti da tutta la Provincia, I fratelli Chapman hanno saputo avvicinarsi alla nostra cultura, sussurrando tragedie globali che urlano tregua e cinismo d’evasione. Divertimento in cabina cita l’opera “The Axminster of evil” il co-pilota ha nascosto alcune cose nella cabina. Aiuta il capitano Ronald a trovarle tutte e otto. La risposta è: Ombrello, matita, tartaruga... Lascio le altre alla vostra immaginazione e visita presso il Museo Pino Pascali di Polignano a Mare.
E Chapman sia: il Premio Pino Pascali 2010 è stato consegnato ai fratelli Dinos e Jake presso il museo comunale d'arte contemporanea di Polignano a Mare “Palazzo Pino Pascali”. Sabato 3 Luglio verso le 19.30 il vicolo della Fondazione è gremito di gente, inviti e cataloghi tagliano l’aria, andando ad apostrofare le postazioni improvvisate dei partecipanti, i varchi si ostruiscono e danno l’impressione che ci siano moltissime persone. Durante la presentazione degli artisti da parte di Silvia Godelli, Assessore alla Cultura e Turismo della Regione Puglia, Angelo R. Bovino Sindaco di Polignano, Beatrice De Donato Assessore alla cultura del Comune di Polignano, Pietro Marino critico d’arte, e la Direttrice della Fondazione P. Pascali Rosalba Branà, tra applausi e girotondo del microfono, alcuni gruppi ristretti di persone visitano la mostra. La frequenza dei commenti aumenta in proporzione al nucleo dei visitatori che escono dal Museo, perplessi, eccitati e con gastriche riflessioni viscerali, le voci si amplificano, rendendo inevitabile il mio balzo verso l’ingresso. “Bambi ha distrutto la mia innocenza” ha scritto Jake sul Guardian e “Walt Disney è il diavolo incarnato” sono “diavoli” per loro anche i due personaggi della pubblicità McDonald’s, il clown Ronald e il pupazzo Grimace che da una cabina di aereo aprono “finestre sul mondo” con giochi enigmistici che introducono l’esposizione. Manufatti, pressofusioni e assemblaggi assurdi per espressione e contenuti caratterizzano un'opera priva di mediazione e di elaborazione: un vero e proprio meteorite che si sfracella nel museo di questo tranquillo paese, scosso e frammentato dalla fornicante espressione dei fratelli Chapman. Soldatini, bambole, modellini, Disney e Mc Donalds, tutto ricrea quell'immaginario truce e cinico, ma sempre innocente, che solo i giochi d’infanzia hanno. Plastici dell’utopia nazista, violenti scalfiscono la fruizione dei visitatori, che in relazione alle opere risultano enormi e, dall’alto, i loro sguardi attraversano le riproduzioni in scala “ridotta” di cannibalismo, estrazioni chirurgiche, svastiche amputazioni, corpi trafitti e lacerati. L’operazione site specific include il rivestimento delle pareti con i “capricci” di Goya mistificati e così trasformati da diventare carta da parati in “vecchio stile inglese” che richiama atmosfere distanti, mai vissute, ma che si possono attraversare e contemplare. Alle pareti tre dipinti originali dell’800, due gentiluomini e una tipica dama, dall’espressione plastica e composta, violata dall’intervento dei fratelli anglosassoni, che con i punti di sutura attorno alle labbra di uno e le irritazioni cutanee ed abrasioni sugli altri, alterano la simbologia ancestrale delle opere che serve da monito, i fratelli Chapman, citando il passato, parlano del futuro e dell’occidente. Il tema della morte e del sesso sono ricorrenti nelle opere di Jake e Dinos, e viene inteso come transfer della vita, ridotti ad una fase terminale di eccessi, espliciti e meccanicisti che il sub inconscio individuale interiorizza e consuma dal pensiero al gesto compiuto. Altra provocazione riprodotta in “MANNEQUINS” colpisce le manipolazioni genetiche sui batteri che risalgono al 1973 completamente reinterpretate e dissacrate, con bambine mostri che solo la mitologia potrebbe descrivere o, i risultati dell’influenza comportamentale imposta dalle multinazionali, citate con le scarpe ginniche infilate ai piedi dei manichini e rese grottesche dall’intervento dei Chapman. Concettualmente vicini al periodo in cui si sono affermati, metà anni '90, e tecnicamente vivaci da attrarre, oggi, fasce trasversali di utenti da tutta la Provincia, I fratelli Chapman hanno saputo avvicinarsi alla nostra cultura, sussurrando tragedie globali che urlano tregua e cinismo d’evasione. Divertimento in cabina cita l’opera “The Axminster of evil” il co-pilota ha nascosto alcune cose nella cabina. Aiuta il capitano Ronald a trovarle tutte e otto. La risposta è: Ombrello, matita, tartaruga... Lascio le altre alla vostra immaginazione e visita presso il Museo Pino Pascali di Polignano a Mare.