BARI. "Costruire una legalità organizzata contro una criminalità organizzata": è questo l'appello del procuratore della Dda di Bari, Antonio Laudati. Poi, a commento dell'arresto del capoclan di Bitonto Domenico Conte, Laudati auspica la nascita di "un'antimafia sociale che collabori". Per il Procuratore Laudati l'antimafia investigativa e quella sociale possono trovare infatti una convergenza operativa: ''Fatta la premessa che la guerra di mafia e' legata al traffico di stupefacenti - dice - i clan hanno organizzato veri e propri 'market' delle droghe. Sono in grado di soddisfare qualsiasi richiesta: la coca per i ricchi, l'eroina per i meno ricchi, l'hashish e la marijuana per i giovani".
"Chi controlla il mercato diventa il gruppo criminale non solo piu' ricco, ma anche piu' forte - spiega Laudati - perche' poi e' in grado di comprare armi e affiliati e quindi controllare piu' fette di territorio. La sfida della societa' civile deve lanciare alla criminalita' organizzata e' sullo stesso piano. Come? Diminuendo il consumo di droga. Non e' un modo di dire, ne' intende essere un invito scontato".
"Ai cittadini" - spiega in una nota - "posso solo garantire un impegno sempre maggiore anche sul piano dell'organizzazione della giustizia". "Noi possiamo arrestare tutti i boss e i loro affiliati - conclude Laudati - ma se poi non cambia il tessuto sociale nel quale loro operano altri prenderanno il loro posto".
Anche il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, commenta la nota del procuratore. "L'appello del procuratore Laudati è assolutamente condivisibile", sostiene il leader di Sel.
"L'idea di un'antimafia sociale che collabori con l'antimafia investigativa è la sintesi felice di un lavoro di condivisione che occorre fare sul territorio e che qui in Puglia stiamo cercando di portare avanti". "Solo cambiando il tessuto sociale - aggiunge - solo intervenendo sull'educazione dei nostri figli declinata alle regole civili e alla solidarietà possiamo immaginare di battere l'organizzazione criminosa".
"Chi controlla il mercato diventa il gruppo criminale non solo piu' ricco, ma anche piu' forte - spiega Laudati - perche' poi e' in grado di comprare armi e affiliati e quindi controllare piu' fette di territorio. La sfida della societa' civile deve lanciare alla criminalita' organizzata e' sullo stesso piano. Come? Diminuendo il consumo di droga. Non e' un modo di dire, ne' intende essere un invito scontato".
"Ai cittadini" - spiega in una nota - "posso solo garantire un impegno sempre maggiore anche sul piano dell'organizzazione della giustizia". "Noi possiamo arrestare tutti i boss e i loro affiliati - conclude Laudati - ma se poi non cambia il tessuto sociale nel quale loro operano altri prenderanno il loro posto".
Anche il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, commenta la nota del procuratore. "L'appello del procuratore Laudati è assolutamente condivisibile", sostiene il leader di Sel.
"L'idea di un'antimafia sociale che collabori con l'antimafia investigativa è la sintesi felice di un lavoro di condivisione che occorre fare sul territorio e che qui in Puglia stiamo cercando di portare avanti". "Solo cambiando il tessuto sociale - aggiunge - solo intervenendo sull'educazione dei nostri figli declinata alle regole civili e alla solidarietà possiamo immaginare di battere l'organizzazione criminosa".