GIOVINAZZO (BARI). Ancora un caso di abusivismo nel Nord Barese. I carabinieri hanno sequestrato 146 villette costruite nella zona artigianale in base a concessioni edilizie ritenute illegittime. Secondo le indagini del pm di Bari Renato Nitti, le villette sono state edificate in una zona che il piano urbanistico riserva al 75% ad insediamenti artigianali e al 25% ad abitativi. Dagli accertamenti e' pero' emerso che gli immobili costruiti hanno tutti la destinazione abitativa. Al momento sono indagate una cinquantina di persone tra costruttori, progettisti, committenti e acquirenti. L'area in cui sorgono le villette è sita nella periferia nord di Giovinazzo destinata di fatto, secondo il Piano regolatore, a 'zona artigiana'. Di fatto era in corso la costruzione di vere e proprie villette acquistate da chi non aveva nessuna intenzione di aprire un'attivita' artigianale.
Gli immobili sarebbero stati acquistati come abitazioni residenziali (e non come 'casa e bottega'), alcuni sarebbero stati pagati a prezzi di mercato, altri con le agevolazioni previste dalla legge per gli artigiani. Si tratta di 146 lotti, in contrada 'Chiuso del Nero', nelle vicinanze del campo sportivo).
Trentaquattro villette sono gia' abitate, alcune sono state ultimate ma non ancora in uso, altre in costruzione, altre non ancora edificate. Il valore dell'intera lottizzazione e' stimabile intorno a 50 milioni di euro. Le operazioni di sequestro si sono concluse intorno alle 14.00. Ai lotti abitati e' stata data facolta' d'uso.
IL PIANO REGOLATORE ORIGINARIO - Il Piano di lottizzazione della Maglia D1.1 del Piano regolatore di Giovinazzo prevedeva che nella zona, proseguimento di via Devenuto, fossero realizzare unita' immobiliari 'destinate ad attivita' artigianale di servizio'. Per ogni lotto si sarebbero potuti realizzare tre piani, di cui uno (interrato) da destinare a garage, uno (piano terra) all'attivita' artigianale e uno (il primo) per gli uffici e l'abitazione dell'artigiano.
LA MANCATA SUDDIVISIONE - Di fatto nelle unita' immobiliari non vi sarebbe traccia di questa suddivisione, anzi i tre piani sarebbero stati adibiti a locali esclusivamente residenziali: il piano terra, per esempio, dove doveva essere realizzato il laboratorio artigianale, era nella gran parte delle unita' immobiliari realizzate diventato un 'piano rialzato' ed adibito a 'zona giorno', il primo piano a 'zona notte'. Esternamente erano stati realizzati dei balconi che, invece, non sono previsti nei lotti 'artigianali'.
LE INDAGINI DELLA PROCURA - Le indagini della Procura di Bari, inizialmente condotte dalla Polizia municipale della sezione di Polizia giudiziaria, avevano fin dall'inizio evidenziato i primi profili di illegittimita'. Ma non solo: anche l'iter amministrativo della lottizzazione sarebbe, sempre per la Procura, illegittimo: in fase di approvazione da parte del Consiglio comunale non e' stato richiesto il parere delle Ferrovie dello Stato, proprietaria di alcuni suoli nella zona. In fase di realizzazione non sono state rispettate le distanze di sicurezza dai binari (i lotti sono stati costruiti a 20 metri di distanza, le normative urbanistiche ne richiedono 30); la volumetria residenziale non doveva, poi, essere superiore al 20% di quella prevista ad attivita' produttiva.
Infine, non e' stata rispettata la legge Tognoli, li' dove si stabilisce la superficie minima che in ogni lottizzazione deve essere riservata ai parcheggi. La Procura, nell'inchiesta, si e' avvalsa di due consulenti tecnici.
IL SEQUESTRO - Su richiesta della Procura, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari (che si e' avvalso di un proprio consulente tecnico) ha disposto il sequestro preventivo dei 146 lotti accogliendo la tesi dell'accusa non solo per 'bloccare' un illecito gia' compiuto ma per evitare sia la costruzione di altri immobili abusivi, sia per non permettere che le unita' abitative continuassero a essere utilizzate come residenza in assenza di una licenza di abitabilita'.
Gli immobili sarebbero stati acquistati come abitazioni residenziali (e non come 'casa e bottega'), alcuni sarebbero stati pagati a prezzi di mercato, altri con le agevolazioni previste dalla legge per gli artigiani. Si tratta di 146 lotti, in contrada 'Chiuso del Nero', nelle vicinanze del campo sportivo).
Trentaquattro villette sono gia' abitate, alcune sono state ultimate ma non ancora in uso, altre in costruzione, altre non ancora edificate. Il valore dell'intera lottizzazione e' stimabile intorno a 50 milioni di euro. Le operazioni di sequestro si sono concluse intorno alle 14.00. Ai lotti abitati e' stata data facolta' d'uso.
IL PIANO REGOLATORE ORIGINARIO - Il Piano di lottizzazione della Maglia D1.1 del Piano regolatore di Giovinazzo prevedeva che nella zona, proseguimento di via Devenuto, fossero realizzare unita' immobiliari 'destinate ad attivita' artigianale di servizio'. Per ogni lotto si sarebbero potuti realizzare tre piani, di cui uno (interrato) da destinare a garage, uno (piano terra) all'attivita' artigianale e uno (il primo) per gli uffici e l'abitazione dell'artigiano.
LA MANCATA SUDDIVISIONE - Di fatto nelle unita' immobiliari non vi sarebbe traccia di questa suddivisione, anzi i tre piani sarebbero stati adibiti a locali esclusivamente residenziali: il piano terra, per esempio, dove doveva essere realizzato il laboratorio artigianale, era nella gran parte delle unita' immobiliari realizzate diventato un 'piano rialzato' ed adibito a 'zona giorno', il primo piano a 'zona notte'. Esternamente erano stati realizzati dei balconi che, invece, non sono previsti nei lotti 'artigianali'.
LE INDAGINI DELLA PROCURA - Le indagini della Procura di Bari, inizialmente condotte dalla Polizia municipale della sezione di Polizia giudiziaria, avevano fin dall'inizio evidenziato i primi profili di illegittimita'. Ma non solo: anche l'iter amministrativo della lottizzazione sarebbe, sempre per la Procura, illegittimo: in fase di approvazione da parte del Consiglio comunale non e' stato richiesto il parere delle Ferrovie dello Stato, proprietaria di alcuni suoli nella zona. In fase di realizzazione non sono state rispettate le distanze di sicurezza dai binari (i lotti sono stati costruiti a 20 metri di distanza, le normative urbanistiche ne richiedono 30); la volumetria residenziale non doveva, poi, essere superiore al 20% di quella prevista ad attivita' produttiva.
Infine, non e' stata rispettata la legge Tognoli, li' dove si stabilisce la superficie minima che in ogni lottizzazione deve essere riservata ai parcheggi. La Procura, nell'inchiesta, si e' avvalsa di due consulenti tecnici.
IL SEQUESTRO - Su richiesta della Procura, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari (che si e' avvalso di un proprio consulente tecnico) ha disposto il sequestro preventivo dei 146 lotti accogliendo la tesi dell'accusa non solo per 'bloccare' un illecito gia' compiuto ma per evitare sia la costruzione di altri immobili abusivi, sia per non permettere che le unita' abitative continuassero a essere utilizzate come residenza in assenza di una licenza di abitabilita'.