PATU' (LECCE). Tutta Patu' si e' stretta oggi pomeriggio nell'ultimo abbraccio al suo eroe, il caporal maggiore Marco Pedone ucciso in Afghanistan. Per i funerali del piu' giovane dei quattro alpini uccisi era troppo piccola la chiesa parrocchiale per contenere tutta la gente del posto che ha partecipato insieme a esponenti delle istituzioni e delle forze armate ai funerali officiati da mons. Gerardo Antonazzo, amministratore della Diocesi di Ugento.
Tra i presenti, numerose autorità e membri delle istituzioni locali, dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, alla sua vice, Loredana Capone, sino al numero uno di Palazzo dei Celestini, Antonio Gabellone: sul palco anche il sindaco di Patù, Angelo Galante, che è intervenuto con la voce rotta dall'emozione.
In particolare, Vendola ha richiamato il senso dell'immenso valore della Patria, ricordando quanto il Sud abbia dato in termini di sacrificio di vite umane, per salvaguardare questo ideale. Assolutamente toccanti sono state le parole del sacerdote, che non ha risparmiato una riflessione sul senso delle missioni militari internazionali, spiegando come ogni volta che si piangono i caduti italiani ci si interroghi legittimamente sul senso del loro sacrificio.
L'intervento dei nostri militari in Afghanistan, secondo mons. Antonazzo, “non può essere infinito e verosimilmente non lascerà certo un Afghanistan completamente risanato”, considerati anche “i costi in vite umane che questo comporta: La guerra - ha aggiunto il sacerdote - costituisce per noi italiani ed europei, consapevoli dei mali che essa provoca, più una eventualità da scongiurare, o almeno da abbreviare, che non una sfida da vincere in armi”.
CHI ERA MARCO PEDONE - Marco era caporalmaggiore degli alpini, settimo reggimento di Belluno. Insieme con lui sono morti altri militari italiani: Gianmarco Manca, 32enne, di Alghero, Sebastiano Ville, 27enne di Lentini, Francesco Vannozzi, 26enne di Pisa. Un quinto, la mattina del lancio della bomba da parte di guerriglieri talebani, Luca Cornacchia, 31enne di Pescina, è rimasto ferito. I mezzi militari dell’esercito scortavano un’autocolonna di una settantina di veicoli, nel distretto del Gulistan, 200 chilometri ad est di Farah. Avevano trasportato materiale per la costruzione di una base avanzata.
Tra i presenti, numerose autorità e membri delle istituzioni locali, dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, alla sua vice, Loredana Capone, sino al numero uno di Palazzo dei Celestini, Antonio Gabellone: sul palco anche il sindaco di Patù, Angelo Galante, che è intervenuto con la voce rotta dall'emozione.
In particolare, Vendola ha richiamato il senso dell'immenso valore della Patria, ricordando quanto il Sud abbia dato in termini di sacrificio di vite umane, per salvaguardare questo ideale. Assolutamente toccanti sono state le parole del sacerdote, che non ha risparmiato una riflessione sul senso delle missioni militari internazionali, spiegando come ogni volta che si piangono i caduti italiani ci si interroghi legittimamente sul senso del loro sacrificio.
L'intervento dei nostri militari in Afghanistan, secondo mons. Antonazzo, “non può essere infinito e verosimilmente non lascerà certo un Afghanistan completamente risanato”, considerati anche “i costi in vite umane che questo comporta: La guerra - ha aggiunto il sacerdote - costituisce per noi italiani ed europei, consapevoli dei mali che essa provoca, più una eventualità da scongiurare, o almeno da abbreviare, che non una sfida da vincere in armi”.
CHI ERA MARCO PEDONE - Marco era caporalmaggiore degli alpini, settimo reggimento di Belluno. Insieme con lui sono morti altri militari italiani: Gianmarco Manca, 32enne, di Alghero, Sebastiano Ville, 27enne di Lentini, Francesco Vannozzi, 26enne di Pisa. Un quinto, la mattina del lancio della bomba da parte di guerriglieri talebani, Luca Cornacchia, 31enne di Pescina, è rimasto ferito. I mezzi militari dell’esercito scortavano un’autocolonna di una settantina di veicoli, nel distretto del Gulistan, 200 chilometri ad est di Farah. Avevano trasportato materiale per la costruzione di una base avanzata.