ROMA. La sola parola ''sinistra'' non basta a definire Sel. Lo sottolinea Nichi Vendola a chiusura del congresso fondativo di Sinistra ecologia e liberta'. Il governatore della Puglia invita a pensare alla ''importanza'' degli altri due termini che definiscono il partito: 'ecologia e liberta''. ''L'ecologia - osserva - e' la parola capace di parlare all'intero genere umano''.
Quanto alla liberta', ''negata dalle ideologie, come il comunismo reale con i suoi carri armati e gulag, va ricercata partendo dalla condizione dei lavoratori, dei bambini e delle donne''.
"Sinistra - ha sottolineato il governatore della Puglia - non ingloba necessariamente le altre due, che per loro natura non sono parole di sinistra. L'ecologia e' la parola che ci deve far uscire dal minoritarismo, e' la piu' capace di parlare all'intero genere umano, richiama una sorta di francescanesimo laico". Quanto alla liberta', negata dall'ideologia e dal realizzarsi del comunismo nel Novecento "con i gulag e i carri armati", secondo Vendola: "Va ricavata a partire dalla condizione di lavoro; dalla soggettivita' delle persone cosi' come dei bambini, che sono la rappresentazione di una delle piu' gigantesche ingiustizie del mondo; dalla liberta' delle donne, destrutturando il vocabolario al maschile; e dal rapporto tra vita e Stato, per cui come scriveva Aldo Moro nelle sue lettere dalla prigionia: nessuna ragione di Stato puo' essere prevalente sulle ragioni della vita". Per Vendola, infine: "La violenza impedisce la radicalita' e percio' la radicalita' e' nonviolenza".
Vendola nel suo discorso ha poi affrontato anche il tema della scuola e della cultura, mix giusto, secondo il governatore, per uscire dalla crisi. "Non e' possibile immaginare nessun discorso di economia, se non si parte dalla scuola", secondo Vendola. "L'economia non e' un mondo a parte, basato sulle dure leggi dell'economia mondiale. Allora, diciamo che bisogna partire dalla scuola e dall'universita', perche' il sistema d'impresa ha bisogno di svecchiarsi. Serve un sistema industriale che per esempio ragioni su produzioni eco-sostenibili, tutto questo comporta un diverso rapporto tra gli apparati della formazione e quelli produttivi, ma purtroppo viviamo in un paese in cui il protagonista assoluto della vita economica e il ministro Tremonti per il quale con la cultura non si mangia".
Secondo Vendola bisogna costruire un rapporto che non sia di subalternita' tra apparati della formazione e apparati produttivi. Deve essere un legale di reciprocita' tra cultura e lavoro. Invece la cultura viene descritta come una spesa parassitaria, come l'insorgenza di una profonda anima debosciata. Cosi' rischiamo di veder chiudere uno dopo l'altro i grandi teatri lirici proprio nel paese di Verdi, Rossini e Puccini. E' una contraddizione incredibile. Proprio mentre c'e' una rinascita del cinema italiano avvengono i tagli traconiani, come se si trattasse di tagliare qualcosa di inutile e non la piu' grande industria che c'e' in Italia con 300mila addetti, tagliano nello stesso tempo la nostra possibilita' di essere intelligenti e colti, di essere lavoratori liberi, liberi perche' colti, perche' sappiamo, perche' conosciamo. Senza cultura un Paese non e' libero: 'nati non fummo per viver come bruti...'". "Non e' possibile immaginare nessun discorso di economia, se non si parte dalla scuola. L'economia non e' un mondo a parte, basato sulle dure leggi dell'economia mondiale. Allora diciamo che bisogna partire dalla scuola e dall'universita', perche' il sistema d'impresa ha bisogno di svecchiarsi. Serve un sistema industriale che per esempio ragioni su produzioni eco-sostenibili, tutto questo comporta un diverso rapporto tra gli apparati della formazione e quelli produttivi, ma purtroppo viviamo in un paese in cui il protagonista assoluto della vita economica e il ministro Tremonti per il quale con la cultura non si mangia".
Secondo Vendola bisogna costruire un rapporto che non sia di subalternita' tra apparati della formazione e apparati produttivi. Deve essere un legale di reciprocita' tra cultura e lavoro. Invece la cultura viene descritta come una spesa parassitaria, come l'insorgenza di una profonda anima debosciata. Cosi' rischiamo di veder chiudere uno dopo l'altro i grandi teatri lirici proprio nel paese di Verdi, Rossini e Puccini. E' una contraddizione incredibile. Proprio mentre c'e' una rinascita del cinema italiano avvengono i tagli draconiani, come se si trattasse di tagliare qualcosa di inutile e non la piu' grande industria che c'e' in Italia con 300mila addetti, tagliano nello stesso tempo la nostra possibilita' di essere intelligenti e colti, di essere lavoratori liberi, liberi perche' colti, perche' sappiamo, perche' conosciamo. Senza cultura un Paese non e' libero: 'nati non fummo per viver come bruti...'".
"Non e' possibile immaginare nessun discorso di economia, se non si parte dalla scuola. L'economia non e' un mondo a parte, basato sulle dure leggi dell'economia mondiale. Allora diciamo che bisogna partire dalla scuola e dall'universita', perche' il sistema d'impresa ha bisogno di svecchiarsi. Serve un sistema industriale che per esempio ragioni su produzioni eco-sostenibili, tutto questo comporta un diverso rapporto tra gli apparati della formazione e quelli produttivi, ma purtroppo viviamo in un paese in cui il protagonista assoluto della vita economica e il ministro Tremonti per il quale con la cultura non si mangia".
Secondo Vendola bisogna costruire un rapporto che non sia di subalternita' tra apparati della formazione e apparati produttivi. Deve essere un legale di reciprocita' tra cultura e lavoro. Invece la cultura viene descritta come una spesa parassitaria, come l'insorgenza di una profonda anima debosciata. Cosi' rischiamo di veder chiudere uno dopo l'altro i grandi teatri lirici proprio nel paese di Verdi, Rossini e Puccini. E' una contraddizione incredibile. Proprio mentre c'e' una rinascita del cinema italiano avvengono i tagli traconiani, come se si trattasse di tagliare qualcosa di inutile e non la piu' grande industria che c'e' in Italia con 300mila addetti, tagliano nello stesso tempo la nostra possibilita' di essere intelligenti e colti, di essere lavoratori liberi, liberi perche' colti, perche' sappiamo, perche' conosciamo. Senza cultura un Paese non e' libero: 'nati non fummo per viver come bruti...'".
Quanto alla liberta', ''negata dalle ideologie, come il comunismo reale con i suoi carri armati e gulag, va ricercata partendo dalla condizione dei lavoratori, dei bambini e delle donne''.
"Sinistra - ha sottolineato il governatore della Puglia - non ingloba necessariamente le altre due, che per loro natura non sono parole di sinistra. L'ecologia e' la parola che ci deve far uscire dal minoritarismo, e' la piu' capace di parlare all'intero genere umano, richiama una sorta di francescanesimo laico". Quanto alla liberta', negata dall'ideologia e dal realizzarsi del comunismo nel Novecento "con i gulag e i carri armati", secondo Vendola: "Va ricavata a partire dalla condizione di lavoro; dalla soggettivita' delle persone cosi' come dei bambini, che sono la rappresentazione di una delle piu' gigantesche ingiustizie del mondo; dalla liberta' delle donne, destrutturando il vocabolario al maschile; e dal rapporto tra vita e Stato, per cui come scriveva Aldo Moro nelle sue lettere dalla prigionia: nessuna ragione di Stato puo' essere prevalente sulle ragioni della vita". Per Vendola, infine: "La violenza impedisce la radicalita' e percio' la radicalita' e' nonviolenza".
Vendola nel suo discorso ha poi affrontato anche il tema della scuola e della cultura, mix giusto, secondo il governatore, per uscire dalla crisi. "Non e' possibile immaginare nessun discorso di economia, se non si parte dalla scuola", secondo Vendola. "L'economia non e' un mondo a parte, basato sulle dure leggi dell'economia mondiale. Allora, diciamo che bisogna partire dalla scuola e dall'universita', perche' il sistema d'impresa ha bisogno di svecchiarsi. Serve un sistema industriale che per esempio ragioni su produzioni eco-sostenibili, tutto questo comporta un diverso rapporto tra gli apparati della formazione e quelli produttivi, ma purtroppo viviamo in un paese in cui il protagonista assoluto della vita economica e il ministro Tremonti per il quale con la cultura non si mangia".
Secondo Vendola bisogna costruire un rapporto che non sia di subalternita' tra apparati della formazione e apparati produttivi. Deve essere un legale di reciprocita' tra cultura e lavoro. Invece la cultura viene descritta come una spesa parassitaria, come l'insorgenza di una profonda anima debosciata. Cosi' rischiamo di veder chiudere uno dopo l'altro i grandi teatri lirici proprio nel paese di Verdi, Rossini e Puccini. E' una contraddizione incredibile. Proprio mentre c'e' una rinascita del cinema italiano avvengono i tagli traconiani, come se si trattasse di tagliare qualcosa di inutile e non la piu' grande industria che c'e' in Italia con 300mila addetti, tagliano nello stesso tempo la nostra possibilita' di essere intelligenti e colti, di essere lavoratori liberi, liberi perche' colti, perche' sappiamo, perche' conosciamo. Senza cultura un Paese non e' libero: 'nati non fummo per viver come bruti...'". "Non e' possibile immaginare nessun discorso di economia, se non si parte dalla scuola. L'economia non e' un mondo a parte, basato sulle dure leggi dell'economia mondiale. Allora diciamo che bisogna partire dalla scuola e dall'universita', perche' il sistema d'impresa ha bisogno di svecchiarsi. Serve un sistema industriale che per esempio ragioni su produzioni eco-sostenibili, tutto questo comporta un diverso rapporto tra gli apparati della formazione e quelli produttivi, ma purtroppo viviamo in un paese in cui il protagonista assoluto della vita economica e il ministro Tremonti per il quale con la cultura non si mangia".
Secondo Vendola bisogna costruire un rapporto che non sia di subalternita' tra apparati della formazione e apparati produttivi. Deve essere un legale di reciprocita' tra cultura e lavoro. Invece la cultura viene descritta come una spesa parassitaria, come l'insorgenza di una profonda anima debosciata. Cosi' rischiamo di veder chiudere uno dopo l'altro i grandi teatri lirici proprio nel paese di Verdi, Rossini e Puccini. E' una contraddizione incredibile. Proprio mentre c'e' una rinascita del cinema italiano avvengono i tagli draconiani, come se si trattasse di tagliare qualcosa di inutile e non la piu' grande industria che c'e' in Italia con 300mila addetti, tagliano nello stesso tempo la nostra possibilita' di essere intelligenti e colti, di essere lavoratori liberi, liberi perche' colti, perche' sappiamo, perche' conosciamo. Senza cultura un Paese non e' libero: 'nati non fummo per viver come bruti...'".
"Non e' possibile immaginare nessun discorso di economia, se non si parte dalla scuola. L'economia non e' un mondo a parte, basato sulle dure leggi dell'economia mondiale. Allora diciamo che bisogna partire dalla scuola e dall'universita', perche' il sistema d'impresa ha bisogno di svecchiarsi. Serve un sistema industriale che per esempio ragioni su produzioni eco-sostenibili, tutto questo comporta un diverso rapporto tra gli apparati della formazione e quelli produttivi, ma purtroppo viviamo in un paese in cui il protagonista assoluto della vita economica e il ministro Tremonti per il quale con la cultura non si mangia".
Secondo Vendola bisogna costruire un rapporto che non sia di subalternita' tra apparati della formazione e apparati produttivi. Deve essere un legale di reciprocita' tra cultura e lavoro. Invece la cultura viene descritta come una spesa parassitaria, come l'insorgenza di una profonda anima debosciata. Cosi' rischiamo di veder chiudere uno dopo l'altro i grandi teatri lirici proprio nel paese di Verdi, Rossini e Puccini. E' una contraddizione incredibile. Proprio mentre c'e' una rinascita del cinema italiano avvengono i tagli traconiani, come se si trattasse di tagliare qualcosa di inutile e non la piu' grande industria che c'e' in Italia con 300mila addetti, tagliano nello stesso tempo la nostra possibilita' di essere intelligenti e colti, di essere lavoratori liberi, liberi perche' colti, perche' sappiamo, perche' conosciamo. Senza cultura un Paese non e' libero: 'nati non fummo per viver come bruti...'".
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