BARI.''La trionfante dichiarazione dei colleghi consiglieri di Sel sull'iter della legge sull'acqua ha un tono quanto mai da regime sovietico. Questo ddl sull'acqua pubblica non solo e' una colossale bandiera ideologica, una cambiale elettorale che Vendola paga al suo popolo no global, ma e' anche una enorme presa in giro". Lo denuncia in una nota il vicecapogruppo vicario Pdl in Consiglio Regionale della Puglia, Massimo Cassano.
"Si promette acqua gratis per tutti - aggiunge Cassano - si parla di acqua pubblica e, nel contempo, se dovesse essere approvato l'emendamento oggi proposto dal Pd, si vanno ad aumentare le poltrone dei vertici di Aqp, passando da 1 a 5'.
Oggi, infatti - spiega Cassano - l'acquedotto e' gestito da un amministratore unico, mentre si prevede di istituire un Consiglio d'Amministrazione con 1 presidente e altri 4 componenti. Il tutto mentre con la legge si vuole andare contro le regole del mercato, contro la logica e contro l'interesse dei cittadini. Che l'acqua sia pubblica nessuno lo mette in dubbio; il problema e' la sua gestione che ai cittadini non interessa se sara' pubblica o privata. Ai cittadini interessa solo pagare poco l'acqua (e oggi quella pugliese e' la piu' cara d'Europa) e sapere con certezza che uscira' dai loro rubinetti (cosa che oggi non accade)''.
''Di certo - conclude il consigliere - in questo ddl, fino a oggi, c'e' il fatto che Vendola e il Pd all'acquedotto non garantiscono efficienza ne' di gestione ne' di reti, ma aumentano le poltrone, gli stipendi e i costi di quella gestione. Ci auguriamo che questa pausa di riflessione fino alla prossima riunione di commissione, possa illuminare la mente di qualcuno''.
Di tutt'altra opinione è il capogruppo in Consiglio regionale Antonio Decaro, che attacca pesantemente il Pdl. “Notiamo con stupore - sottolinea Decaro - che qualcuno nel centrodestra non si è neppure preso il fastidio di leggere il disegno di legge sulla ripubblicizzazione dell’Aqp, perché altrimenti non avrebbe commesso il clamoroso errore di attribuire al Partito Democratico la volontà di aumentare il numero dei vertici dell’Acquedotto pugliese”. “Il Partito democratico - aggiunge - ha presentato due emendamenti che serviranno a coinvolgere, per la prima volta, i sindaci pugliesi nella gestione dell’Aqp”.
“Infatti – precisa – il primo emendamento prevede che il vicepresidente dell’Acquedotto pugliese sia scelto tra i consiglieri di amministrazione eletti dall’Assemblea dei sindaci”. “E a dimostrazione che da parte nostra non c’è alcun condizionamento di tipo politico-partitico – rileva Decaro - c’è la recente elezione di un sindaco di centrodestra quale presidente dell’Anci Puglia”. “Quindi – sottolinea – sulla scelta del vicepresidente dell’Aqp prevarrà solo il criterio meritocratico e nessun interesse di parte”.
“Il secondo emendamento – spiega ancora il consigliere – prevede poi che la gestione dell’Aqp non sia appannaggio solo della Regione Puglia, ma che avvenga tramite il coordinamento dei Comuni pugliesi. Questi ultimi, lo ribadiamo, sono gli unici in grado di rappresentare le istanze dei territori e di farsi portavoce delle reali richieste ed esigenze dei cittadini ai quali spetta l’ultima parola su un bene prezioso come l’acqua”.
"Si promette acqua gratis per tutti - aggiunge Cassano - si parla di acqua pubblica e, nel contempo, se dovesse essere approvato l'emendamento oggi proposto dal Pd, si vanno ad aumentare le poltrone dei vertici di Aqp, passando da 1 a 5'.
Oggi, infatti - spiega Cassano - l'acquedotto e' gestito da un amministratore unico, mentre si prevede di istituire un Consiglio d'Amministrazione con 1 presidente e altri 4 componenti. Il tutto mentre con la legge si vuole andare contro le regole del mercato, contro la logica e contro l'interesse dei cittadini. Che l'acqua sia pubblica nessuno lo mette in dubbio; il problema e' la sua gestione che ai cittadini non interessa se sara' pubblica o privata. Ai cittadini interessa solo pagare poco l'acqua (e oggi quella pugliese e' la piu' cara d'Europa) e sapere con certezza che uscira' dai loro rubinetti (cosa che oggi non accade)''.
''Di certo - conclude il consigliere - in questo ddl, fino a oggi, c'e' il fatto che Vendola e il Pd all'acquedotto non garantiscono efficienza ne' di gestione ne' di reti, ma aumentano le poltrone, gli stipendi e i costi di quella gestione. Ci auguriamo che questa pausa di riflessione fino alla prossima riunione di commissione, possa illuminare la mente di qualcuno''.
Di tutt'altra opinione è il capogruppo in Consiglio regionale Antonio Decaro, che attacca pesantemente il Pdl. “Notiamo con stupore - sottolinea Decaro - che qualcuno nel centrodestra non si è neppure preso il fastidio di leggere il disegno di legge sulla ripubblicizzazione dell’Aqp, perché altrimenti non avrebbe commesso il clamoroso errore di attribuire al Partito Democratico la volontà di aumentare il numero dei vertici dell’Acquedotto pugliese”. “Il Partito democratico - aggiunge - ha presentato due emendamenti che serviranno a coinvolgere, per la prima volta, i sindaci pugliesi nella gestione dell’Aqp”.
“Infatti – precisa – il primo emendamento prevede che il vicepresidente dell’Acquedotto pugliese sia scelto tra i consiglieri di amministrazione eletti dall’Assemblea dei sindaci”. “E a dimostrazione che da parte nostra non c’è alcun condizionamento di tipo politico-partitico – rileva Decaro - c’è la recente elezione di un sindaco di centrodestra quale presidente dell’Anci Puglia”. “Quindi – sottolinea – sulla scelta del vicepresidente dell’Aqp prevarrà solo il criterio meritocratico e nessun interesse di parte”.
“Il secondo emendamento – spiega ancora il consigliere – prevede poi che la gestione dell’Aqp non sia appannaggio solo della Regione Puglia, ma che avvenga tramite il coordinamento dei Comuni pugliesi. Questi ultimi, lo ribadiamo, sono gli unici in grado di rappresentare le istanze dei territori e di farsi portavoce delle reali richieste ed esigenze dei cittadini ai quali spetta l’ultima parola su un bene prezioso come l’acqua”.