Iraq, ancora dubbi sulla morte del sergente Marracino

ROMA. ''L'unica versione a cui la famiglia crede, e io con loro, e' quella dell'incidente, accertata all'epoca dopo una serie di perizie balistiche, interrogatori e indagini e che poi fu confermata dai periti di parte''. Lo sottolinea l'avvocato Mauro Valente, legale della famiglia del sergente paracadutista di San Severo, in provincia di Foggia, Salvatore Marracino, 28 anni, morto nel 2005, riferendosi alla ricostruzione ufficiale della vicenda, smentita oggi dal sito Wikileaks, ovvero il decesso per incidente del sergente durante un'esercitazione in un poligono di tiro vicino Nassiryia, in Iraq.
Quella dell'incidente, aggiunge il legale ''e' una conclusione valida per me e per la famiglia. Non crediamo a questa nuova versione. Anche all'epoca furono prese in esame una serie di ipotesi - ricorda - ma poi furono scartate a favore di quella ufficiale''. E cioe' che Marracino si sparo' un colpo di fucile cercando di disinceppare l'arma durante una esercitazione.
La famiglia ribadisce, tramite il loro avvocato, ''l'orgoglio per la scelta dell'Esercito'' fatta dal figlio, quell'Esercito ''che per lui era la sua famiglia - sottolinea tramite il legale - e che e' diventata la nostra famiglia. Queste notizie hanno rinnovato il nostro dolore dopo 5 anni e mezzo. L'unico desiderio, in questo momento, e' quello della preghiera''.

IL CASO MARRACINO - Nel rapporto americano datato il 15 marzo 2005, classificato segreto e pubblicato oggi da Wikileaks con diversi omissis, si legge che ''alle ore 13, un (militare italiano) stava prendendo parte a un'esercitazione di tiro a Nassiriya. E' stato accidentalmente colpito (alla testa). E' stato trasferito all'ospedale in Camp (Mittica) e classificato come incidente. E' stato trasferito all'Ospedale navale di (Kuwait City). E' morto alle 16.45 circa'', ora locale. La notizia della morte a Nassiriya del sergente Marracino arrivò nell'Aula della Camera proprio mentre si stava per votare il rifinanziamento della missione italiana in Iraq.
A informare il Parlamento fu il vicepremier Marco Follini spiegando che Marracino, ''durante un'attività regolarmente programmata di tiro con le armi portatili, nel tentativo di risolvere un inceppamento della propria arma, è stato raggiunto da un colpo alla testa''. Nel tempo la ricostruzione è apparsa sempre piu' sfocata: non si è più parlato esplicitamente di un colpo esploso dall'arma impugnata dallo stesso Marracino. Durante i funerali, la madre del ragazzo lancio' un appello ai commilitoni del figlio perche' la aiutassero a ''fare chiarezza'' su quanto accaduto.

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