PUTIGNANO (BARI). Una ferita ancora aperta per il caso di Antonella Mansueto. Non si ravviserebbero infatti secondo la direzione generale dell'Asl Bari alla procura della Repubblica a Bari comportamenti di omissione, negligenza, imperizia, o imprudenza, da parte dei medici che ebbero in cura la ragazza. Il responso dell'Asl arriva a conclusione dell'ispezione fatta nell'ospedale di Putignano per la morte della giovane 22enne di Noci morta per setticemia il 26 marzo 2010, dopo un intervento di asportazione di una cisti al coccige.
Gli atti - fa sapere la Asl - sono stati consegnati al pm Angela Maria Morea, che dirige le indagini sulla morte della 22enne.
IL CASO - Quattro mesi dopo l'operazione la ragazza di Noci morì a causa di una cancrena. Ebbe infatti una ''trombosi arteriosa'' causata da uno ''shock settico'' non diagnosticato in tempo. Anche il disperato tentativo di salvarle la vita amputando le gambe e le dita delle mani (fatta eccezioni per i pollici) risultò del tutto vano.
Secondo la famiglia sarebbe bastato valutare diversamente alcuni sintomi (secrezione, pus, cattivo odore e soprattutto una ferita che non si rimarginava) per accorgersi che qualcosa non andava.
Gli atti - fa sapere la Asl - sono stati consegnati al pm Angela Maria Morea, che dirige le indagini sulla morte della 22enne.
IL CASO - Quattro mesi dopo l'operazione la ragazza di Noci morì a causa di una cancrena. Ebbe infatti una ''trombosi arteriosa'' causata da uno ''shock settico'' non diagnosticato in tempo. Anche il disperato tentativo di salvarle la vita amputando le gambe e le dita delle mani (fatta eccezioni per i pollici) risultò del tutto vano.
Secondo la famiglia sarebbe bastato valutare diversamente alcuni sintomi (secrezione, pus, cattivo odore e soprattutto una ferita che non si rimarginava) per accorgersi che qualcosa non andava.
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