ROMA - "Indagate ancora sulla morte di Pietrino Vanacore". Dopo la decisione del pm di Taranto di fare nuove perizie sul suicidio del portinaio di via Poma, Pietrino Vanacore, il figlio Mario, in un'intervista a 'Oggi' dice: "L'unica cosa che chiedo a chi ha sempre indagato sulla sua vita e' quella di indagare anche sulla sua morte. Non voglio dubbi".
Mario Vanacore sostiene di aver nutrito dubbi, "ma non sui cartelli: sono stati scritti da mio padre e la perizia lo confermera'". Sulla morte di Simonetta Cesaroni dice: "Piu' volte abbiamo parlato di quel 7 agosto, soprattutto dopo le nuove indagini, dopo la notizia di quelle presunte telefonate che mio padre avrebbe fatto da quell'appartamento. Se ci sono state non le ha fatte lui. Quella stanza non e' stata ripulita da mio padre. Ma da qualcun altro".
E aggiunge: "Se avesse saputo qualcosa, mio padre avrebbe parlato. Non si sarebbe lasciato massacrare per vent'anni. E non avrebbe lasciato quella ragazza senza giustizia. No, ne sono certo. A me l'avrebbe detto. Non ha mai parlato perche' non ha mai avuto nessun segreto da raccontare. Mai avrebbe protetto un assassino".
Mario Vanacore sostiene di aver nutrito dubbi, "ma non sui cartelli: sono stati scritti da mio padre e la perizia lo confermera'". Sulla morte di Simonetta Cesaroni dice: "Piu' volte abbiamo parlato di quel 7 agosto, soprattutto dopo le nuove indagini, dopo la notizia di quelle presunte telefonate che mio padre avrebbe fatto da quell'appartamento. Se ci sono state non le ha fatte lui. Quella stanza non e' stata ripulita da mio padre. Ma da qualcun altro".
E aggiunge: "Se avesse saputo qualcosa, mio padre avrebbe parlato. Non si sarebbe lasciato massacrare per vent'anni. E non avrebbe lasciato quella ragazza senza giustizia. No, ne sono certo. A me l'avrebbe detto. Non ha mai parlato perche' non ha mai avuto nessun segreto da raccontare. Mai avrebbe protetto un assassino".
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