Sarah, ancora tante incongruenze sugli interrogatori dello zio

di Roberta Calò
Dopo il ritrovamento del cadavere di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa dallo zio, sono ancora molti gli interrogativi irrisolti e le testimonianze contrastanti. Il giorno della scomparsa Sarah si era recata a casa degli zii per andare al mare con la cugina Sarah e l’amica Mariangela. In un primo interrogatorio Michele Misseri ha detto che quel giorno la ragazza si era recata in garage da lui; lo zio avrebbe provato a palpeggiare la ragazza la quale si era girata di spalle per cercare di svincolarsi e lui l’ha strozzata con una corda. In un secondo interrogatorio lo zio ha detto che quando la nipote è andata in garage avrebbe messo affettuosamente le mani sui fianchi dello zio per salutarlo e lui avrebbe travisato quel gesto. Una delle prime perplessità riguarda il fatto che Sarah, avendo già in precedenza ricevuto delle avances dallo zio, difficilmente si sarebbe avventurata in quel garage. Sabrina, la figlia di Michele Misseri, ha giustificato questo gesto dichiarando: “Non è entrata di sua spontanea volontà. Forse l’ha attirata dicendo vieni, dammi una mano, prendi qualcosa”. E prosegue dicendo: ”Perché sarebbe continuata a venire a casa se fosse stato vero il fatto delle molestie?”.

IL CELLULARE DI SARAH - Un’ulteriore incongruenza riguarda il cellulare di Sarah. Michele Misseri sostiene che il cellulare è squillato due tre volte perché Sabrina stava chiamando la cugina mentre lui la stava strangolando. Poi il cellulare è caduto, si è aperto e si è separato dalla batteria. Sabrina su questo testimonianza dice che il padre mente sostenendo: ”il telefonino ha squillato sei sette volte. Quando io ho iniziato a chiamare mio padre era fuori. Quando ce ne siamo andate io e Mariangela il telefonino ha squillato un altro po’ e poi si è staccata la batteria. Quindi, evidentemente, quando abbiamo girato l’angolo e ce ne siamo andate mio padre è entrato dentro per prendere il telefonino”.
I tempi sull’omicidio di Sarah non tornano. Si tratta di un lasso di tempo di quattordici minuti a partire dalla prima chiamata in cui non si riesce a fissare bene la successione delle azioni.

LA POSIZIONE DI SABRINA - Altre perplessità sorgono dalla testimonianza dell’amica Mariangela. Quest’ultima sostiene che il 26 agosto giunta a casa Misseri, ha visto Sabrina vicina alla rampa del garage; Sabrina invece sostiene che si trovava in veranda, un luogo più distante dove non sarebbe mai potuto giungere nessun eventuale rumore proveniente dal garage.
Inoltre Mariangela non si spiega l’eccessiva preoccupazione dell’amica Sabrina dinanzi ad un ritardo di pochi minuti della cugina Sarah, solitamente ritardataria. Sabrina invece parla di Sarah come una ragazza sempre puntuale.

I REGALI DELLO ZIO - A proposito dei regali in denaro che lo zio Michele Misseri faceva alla nipote, Sabrina li giustifica sostenendo che la mamma Cosima Misseri gestiva i soldi della famiglia e che il padre disponeva ogni tanto di piccole cifre e le dava anche alle figlie; alla nipote aveva dato una volta due euro e una volta dieci euro per far fronte alle piccole spese quando usciva con gli amici e la cugina. Lo stesso padre della piccola Sarah parla di quei regali dicendo: “Ma li dava ogni tanto così non per altro”.
Non si riesce ancora a risolvere tutti i dubbi con una chiara e coerente ricostruzione della vicenda. Intanto l’avvocato Gentile riferisce che la famiglia Scazzi vuole fornire al più presto tutti gli elementi necessari per dar vita ad un processo e chiudere definitivamente il caso.

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