TARANTO. Nuove importanti evoluzioni dalle indagini sull'omicidio di Sarah Scazzi. Sono il pericolo di fuga e quello di inquinamento delle prove le esigenze cautelari che il gip del Tribunale di Taranto, Martino Rosati, ha tenuto in considerazione nell'ordinanza di custodia cautelare in forza della quale rimarra' in carcere Sabrina Misseri, 22 anni, gia' fermata come indiziata di delitto per concorso in omicidio volontario e sequestro di persona ai danni della cugina.
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> Sarah piangeva mentre Misseri la strangolava
> Sms Sabrina erano riferiti a giornalisti
LA DECISIONE DEL GIP - Escluso invece il pericolo di ripetizione del reato proprio ''per le peculiarita' del delitto'', scrive il giudice. Quanto al pericolo di fuga il gip sottolinea che ''la spinta a sottrasi a una carcerazione lunghissima se non addirittura perpetua, e' connaturata all'animo umano, e tanto piu' a una giovane ragazza incensurata''.
''Inoltre l'ormai incontrollato clamore mediatico suscitato dalla vicenda - continua il provvedimento - ha consentito alla Misseri di intessere una rete vastissima di relazioni interpersonali, e comunque di appassionare alla sua vicenda umana, con sentimenti positivi e negativi poco importa, un'incalcolabile moltitudine di persone, tra le quali e' ben probabile che vi sia pure qualcuno disposto ad agevolarne la fuga''.
OMICIDIO CAUSATO DA EMPITO MISSERI - "L'evento omicidiario - scriva ancora il gip del Tribunale di Taranto nell'ordinanza di custodia cautelare - e' scaturito, probabilmente, da un empito improvviso: ma tanto non basta per collocarlo nell'ambito della preterintenzione".
"Si e' trattato, con ogni probabilita', di un'azione preordinata, quantunque probabilmente giunta ad esiti ulteriori e piu' gravi di quelli programmati. Appare difficilmente superabile quanto meno allo stato delle investigazioni - scrive il gip - l'osservazione per cui, qualora Misseri Sabrina e suo padre Michele avessero voluto uccidere la povera Sarah Scazzi, avrebbero avuto agio di farlo in ogni momento e con maggiore comodita', senza rischiare, ossia, di esporsi alla vista di una possibile testimone come la Spagnoletti, poiche' la ragazzina praticamente viveva a casa loro. E' stata, dunque, un'azione cruenta e protrattasi per un lungo tempo, durante il quale, almeno finche' Sarah non e' caduta esamine al suolo, Sabrina l'ha tenuta stretta, impedendole di muoversi, e cosi' offrendo al padre, se non altro, un decisivo contributo agevolatore alla realizzazione dell'evento delittuoso".
DUE SMS INDIZI CONTRO SABRINA - Tra gli elementi che il gip del Tribunale di Taranto, ritiene "altamente indizianti e non chiariti" e che accusano Sabrina Misseri come complice del padre Michele nell'omicidio ci sono due sms che la giovane ha mandato alla sorella Valentina nei minuti successivi al rinvenimento del telefono della vittima, il 29 di settembre, da parte del padre Michele.
"Quella e' zona di Lecce - scrive Sabrina nel messaggio - non l'hanno potuta fare. Poi parliamo meglio, non dire niente altrimenti metti nei casini papa'". Questo messaggio si riferisce alle 8.16. "Poi parliamo - recita l'altro sms - non deve sapere niente ne' la zia e ne' la mamma... e' quello della Sarah... zitta, non lo devono sapere altrimenti parlano... Quando torni ti racconto". Questo sms si riferisce alle 8.17.
"Ella, ancora, - continua il gip - non ha mai riferito, se non agli ultimi interrogatori da indagata e su sollecitazione degli inquirenti, ma comunque senza chiarirne il contenuto, della telefonata inviata al padre alle 14.55 del 26 agosto, quando, ossia, probabilmente Michele Misseri era impegnato nelle attivita' di occultamento del cadavere della nipote: una telefonata, peraltro, che Mariangela Spagnoletti (amica di Sabrina, ndr), afferma di non ricordare e che, se cio' fosse vero, potrebbe pure legittimare l'inferenza che sia stata effettuata dalla Misseri nei brevi momenti in cui si e' staccata dall'amica, che l'attendeva in macchina, per andare a parlare in casa della zia, e quindi al riparo da pericolose orecchie".
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> Sindaco Avetrana visita famiglia Misseri
> Sarah piangeva mentre Misseri la strangolava
> Sms Sabrina erano riferiti a giornalisti
LA DECISIONE DEL GIP - Escluso invece il pericolo di ripetizione del reato proprio ''per le peculiarita' del delitto'', scrive il giudice. Quanto al pericolo di fuga il gip sottolinea che ''la spinta a sottrasi a una carcerazione lunghissima se non addirittura perpetua, e' connaturata all'animo umano, e tanto piu' a una giovane ragazza incensurata''.
''Inoltre l'ormai incontrollato clamore mediatico suscitato dalla vicenda - continua il provvedimento - ha consentito alla Misseri di intessere una rete vastissima di relazioni interpersonali, e comunque di appassionare alla sua vicenda umana, con sentimenti positivi e negativi poco importa, un'incalcolabile moltitudine di persone, tra le quali e' ben probabile che vi sia pure qualcuno disposto ad agevolarne la fuga''.
OMICIDIO CAUSATO DA EMPITO MISSERI - "L'evento omicidiario - scriva ancora il gip del Tribunale di Taranto nell'ordinanza di custodia cautelare - e' scaturito, probabilmente, da un empito improvviso: ma tanto non basta per collocarlo nell'ambito della preterintenzione".
"Si e' trattato, con ogni probabilita', di un'azione preordinata, quantunque probabilmente giunta ad esiti ulteriori e piu' gravi di quelli programmati. Appare difficilmente superabile quanto meno allo stato delle investigazioni - scrive il gip - l'osservazione per cui, qualora Misseri Sabrina e suo padre Michele avessero voluto uccidere la povera Sarah Scazzi, avrebbero avuto agio di farlo in ogni momento e con maggiore comodita', senza rischiare, ossia, di esporsi alla vista di una possibile testimone come la Spagnoletti, poiche' la ragazzina praticamente viveva a casa loro. E' stata, dunque, un'azione cruenta e protrattasi per un lungo tempo, durante il quale, almeno finche' Sarah non e' caduta esamine al suolo, Sabrina l'ha tenuta stretta, impedendole di muoversi, e cosi' offrendo al padre, se non altro, un decisivo contributo agevolatore alla realizzazione dell'evento delittuoso".
DUE SMS INDIZI CONTRO SABRINA - Tra gli elementi che il gip del Tribunale di Taranto, ritiene "altamente indizianti e non chiariti" e che accusano Sabrina Misseri come complice del padre Michele nell'omicidio ci sono due sms che la giovane ha mandato alla sorella Valentina nei minuti successivi al rinvenimento del telefono della vittima, il 29 di settembre, da parte del padre Michele.
"Quella e' zona di Lecce - scrive Sabrina nel messaggio - non l'hanno potuta fare. Poi parliamo meglio, non dire niente altrimenti metti nei casini papa'". Questo messaggio si riferisce alle 8.16. "Poi parliamo - recita l'altro sms - non deve sapere niente ne' la zia e ne' la mamma... e' quello della Sarah... zitta, non lo devono sapere altrimenti parlano... Quando torni ti racconto". Questo sms si riferisce alle 8.17.
"Ella, ancora, - continua il gip - non ha mai riferito, se non agli ultimi interrogatori da indagata e su sollecitazione degli inquirenti, ma comunque senza chiarirne il contenuto, della telefonata inviata al padre alle 14.55 del 26 agosto, quando, ossia, probabilmente Michele Misseri era impegnato nelle attivita' di occultamento del cadavere della nipote: una telefonata, peraltro, che Mariangela Spagnoletti (amica di Sabrina, ndr), afferma di non ricordare e che, se cio' fosse vero, potrebbe pure legittimare l'inferenza che sia stata effettuata dalla Misseri nei brevi momenti in cui si e' staccata dall'amica, che l'attendeva in macchina, per andare a parlare in casa della zia, e quindi al riparo da pericolose orecchie".
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