BARI. Sono state le denunce presentate dalle vittime alla Guardia di Finanza di Bari a far partire le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria che hanno portato stamane a sgominare una agguerrita organizzazione criminale dedita all'usura, alle estorsioni e al riciclaggio. Ventiquattro le ordinanze di custodia cautelare eseguite, delle quali 18 in carcere.I provvedimenti restrittivi sono stati disposti dal Tribunale del capoluogo pugliese su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. I militari delle Fiamme Gialle impegnati nell'operazione sono stati 220.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata all'usura, all'estorsione, al riciclaggio e all'esercizio abusivo del credito. I finanzieri hanno sequestrato beni per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro tra immobili, automobili, aziende e conti correnti bancari.
RUOLO CHIAVE DELLE DONNE - Anche le donne ricoprivano ruoli importanti nel clan di presunti usurai legato alla famiglia Parisi, sgominato stamane a Bari. E' quanto hanno accertato i militari del Gico (Gruppo Investigazioni Criminalita' Organizzata), coordinati dalla Procura Antimafia. In particolare Pasqualina Antonietta Consiglio Modugno, 47 anni, ora ai domiciliari, finanziava l'organizzazione mentre Francesca Rosa Di Bari, 46 anni, moglie di Antonio Fiorentino, 40 anni, detto 'Ciu' Ciu'', uno dei principali esponenti del clan, aveva il ruolo di cassiera.
Il gruppo era in grado di 'coprire' immediatamente le richieste delle proprie vittime, anche con prestiti che superavano i 100mila euro e con tranche anche di oltre 15mila euro in contanti. Con la stessa facilita' con la quale concedevano i 'finanziamenti', gli strozzini ne pretendevano la restituzione, gravata di tassi vertiginosi, in rate mensili.
I COMPONENTI DELLA BANDA - E quando gli usurati non erano in grado di assolvere alle pressanti richieste, a intimorirli e spaventarli ci pensavano gli esponenti direttamente o indirettamente legati al clan Parisi: Damiano Ferrante, 35 anni, detto 'Mefisto', Francesco Devito, detto 'U russ', Alessandro Anaclerio, 26 anni, detto 'Il nano', Nicola Amendolagine, 60 anni, di Bitonto, detto 'U' sciacall', Giuseppe Lafirenze, 34 anni, Gaetano Paltera, 40 anni (ai domiciliari). Il fatto soltanto di nominare il clan di appartenenza incuteva nelle vittime la paura e la consapevolezza di avere a che fare con persone di calibro criminale in grado di dar seguito alle minacce di morte o di danneggiamento della propria attivita'.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata all'usura, all'estorsione, al riciclaggio e all'esercizio abusivo del credito. I finanzieri hanno sequestrato beni per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro tra immobili, automobili, aziende e conti correnti bancari.
RUOLO CHIAVE DELLE DONNE - Anche le donne ricoprivano ruoli importanti nel clan di presunti usurai legato alla famiglia Parisi, sgominato stamane a Bari. E' quanto hanno accertato i militari del Gico (Gruppo Investigazioni Criminalita' Organizzata), coordinati dalla Procura Antimafia. In particolare Pasqualina Antonietta Consiglio Modugno, 47 anni, ora ai domiciliari, finanziava l'organizzazione mentre Francesca Rosa Di Bari, 46 anni, moglie di Antonio Fiorentino, 40 anni, detto 'Ciu' Ciu'', uno dei principali esponenti del clan, aveva il ruolo di cassiera.
Il gruppo era in grado di 'coprire' immediatamente le richieste delle proprie vittime, anche con prestiti che superavano i 100mila euro e con tranche anche di oltre 15mila euro in contanti. Con la stessa facilita' con la quale concedevano i 'finanziamenti', gli strozzini ne pretendevano la restituzione, gravata di tassi vertiginosi, in rate mensili.
I COMPONENTI DELLA BANDA - E quando gli usurati non erano in grado di assolvere alle pressanti richieste, a intimorirli e spaventarli ci pensavano gli esponenti direttamente o indirettamente legati al clan Parisi: Damiano Ferrante, 35 anni, detto 'Mefisto', Francesco Devito, detto 'U russ', Alessandro Anaclerio, 26 anni, detto 'Il nano', Nicola Amendolagine, 60 anni, di Bitonto, detto 'U' sciacall', Giuseppe Lafirenze, 34 anni, Gaetano Paltera, 40 anni (ai domiciliari). Il fatto soltanto di nominare il clan di appartenenza incuteva nelle vittime la paura e la consapevolezza di avere a che fare con persone di calibro criminale in grado di dar seguito alle minacce di morte o di danneggiamento della propria attivita'.