TARANTO. "Il partito IDV compatto esprime il proprio no all’industria inquinante, si al referendum per la chiusura, e soprattutto si alla creazione di un’alternativa economica per chi lavora nel contesto ambientale del polo siderurgico tarantino". Lo ha detto il consigliere regionale dell'IDV Patrizio Mazza. "Ciò è stato sancito e suggellato - aggiunge Mazza - in un patto unitario tra il sottoscritto e tutte le componenti politiche e dirigenziali del partito, nell’occasione della “Prima manifestazione IDV della città di Grottaglie”, lo scorso 25 settembre. Nicastro, Assessore IDV all’Ambiente per la Regione Puglia, ha illustrato l’iter in atto per il monitoraggio diagnostico di benzo-a-pirene e quant’altro. L’On. Zazzera, parlamentare e coordinatore regionale IDV, si è espresso sulla necessità del partito di far quadrato attorno alla proposta di alternativa di sviluppo che non preveda il mantenimento dell’attuale situazione industriale. Il vicepresidente della provincia Fisicaro si è autocandidato a coinvolgere la Provincia di Taranto, con l’appoggio del partito in toto, per promuovere un’azione di giunta che esprima chiaramente la contrarietà all’attuale modello economico".
"Io, infatti - spiega il consigliere dell'IDV - continuo a sostenere che in questa parte delle Puglia si è stretto un accordo scellerato di alto livello secondo il quale la provincia jonica deve essere considerata come una pattumiera, come un luogo dove è possibile inquinare in modo indiscriminato ed indisturbato. L’ultimo atto di questo disegno è quello del decreto legislativo n. 155 del 13 Agosto scorso che eleva i livelli di benzo-a-pirene accettabili al di sopra di 1ng/mc, il che significa liberalizzazione dell’inquinamento. Proprio il benzo(a)pirene, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come il più potente cancerogeno per l’uomo, viene, nell’arco di un week-end di ferragosto, di colpo liberalizzato; con tutte le conseguenze immaginabili in una realtà già difficile dal punto di vista ambientale come quella di Taranto". "Addirittura - si interroga Mazza - c’è chi ha asserito che Taranto ha la vocazione industriale, e quindi che Taranto è ormai destinata all’inquinamento eterno con tutto quello che ne deriva sul piano sanitario ed economico? Mi chiedo: nessuno, ad oggi, ha ragionato insieme al sottoscritto in merito alle possibili alternative, convenendo che si può creare una maggiore economia con una ottimizzazione di quelli che sono i prodotti naturali di questa terra. E sarò noioso ma più mi addentro nella materia e sempre più sono persuaso dal fatto che le Puglie sono state bistrattate per decenni per ciò che attiene alla propria ricchezza naturale, rappresentata da agricoltura, zootecnia, settore caseario, maricoltura, portualità , turismo?"
"In definitiva - conclude Mazza - è possibile che 10 politici regionali non trovino la possibilità di creare un progetto comune per Taranto e portarlo avanti a spada tratta? Se ciò non è possibile, lo dico come Consigliere Regionale fortemente coinvolto in questa idea, è perché non si vuole farlo e le motivazioni possono essere le più varie, ideologicamente parlando, ma per alcuni sicuramente c’è interesse a mantenere le cose così come stanno e che Taranto sia la pattumiera d’Italia".
"Io, infatti - spiega il consigliere dell'IDV - continuo a sostenere che in questa parte delle Puglia si è stretto un accordo scellerato di alto livello secondo il quale la provincia jonica deve essere considerata come una pattumiera, come un luogo dove è possibile inquinare in modo indiscriminato ed indisturbato. L’ultimo atto di questo disegno è quello del decreto legislativo n. 155 del 13 Agosto scorso che eleva i livelli di benzo-a-pirene accettabili al di sopra di 1ng/mc, il che significa liberalizzazione dell’inquinamento. Proprio il benzo(a)pirene, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come il più potente cancerogeno per l’uomo, viene, nell’arco di un week-end di ferragosto, di colpo liberalizzato; con tutte le conseguenze immaginabili in una realtà già difficile dal punto di vista ambientale come quella di Taranto". "Addirittura - si interroga Mazza - c’è chi ha asserito che Taranto ha la vocazione industriale, e quindi che Taranto è ormai destinata all’inquinamento eterno con tutto quello che ne deriva sul piano sanitario ed economico? Mi chiedo: nessuno, ad oggi, ha ragionato insieme al sottoscritto in merito alle possibili alternative, convenendo che si può creare una maggiore economia con una ottimizzazione di quelli che sono i prodotti naturali di questa terra. E sarò noioso ma più mi addentro nella materia e sempre più sono persuaso dal fatto che le Puglie sono state bistrattate per decenni per ciò che attiene alla propria ricchezza naturale, rappresentata da agricoltura, zootecnia, settore caseario, maricoltura, portualità , turismo?"
"In definitiva - conclude Mazza - è possibile che 10 politici regionali non trovino la possibilità di creare un progetto comune per Taranto e portarlo avanti a spada tratta? Se ciò non è possibile, lo dico come Consigliere Regionale fortemente coinvolto in questa idea, è perché non si vuole farlo e le motivazioni possono essere le più varie, ideologicamente parlando, ma per alcuni sicuramente c’è interesse a mantenere le cose così come stanno e che Taranto sia la pattumiera d’Italia".