TARANTO. ''L'unica speranza e' che in tempi auspicabilmente brevi si arrivi a una definitiva soluzione della vicenda, affinche' sia fatta concreta chiarezza su tutti gli aspetti''. Lo ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, riferendosi alla vicenda giudiziaria che ha portato all'arresto, ieri, del sostituto procuratore di Taranto Matteo Di Giorgio.
All'indomani dell'arresto del pm 47enne è ancora grande lo stupore attorno alla vicenda negli ambienti giudiziari tarantini.
''Chiaramente e' una vicenda che ci amareggia", ha continuato Sebastio. "Esprimiamo la nostra massima fiducia - ha concluso il procuratore - nei confronti sia del collega interessato da questa azione giudiziaria, sia nei confronti degli organi inquirenti''.
Il pm di Taranto, Matteo Di Giorgio, è stato arrestato ieri dai carabinieri del Comando provinciale di Potenza con l’accusa di concussione. Di Giorgio, che ora è agli arresti domiciliari, è stato arrestato al termine di un’inchiesta avviata circa due anni fa. Le indagini sono partite dopo una serie di denunce presentate da cittadini che si ritenevano danneggiati dal magistrato e hanno permesso di stabilire che Di Giorgio avrebbe compiuto atti contrari al suo ufficio e avrebbe ricevuto in cambio numerose utilità, ma non denaro. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, competente sui magistrati del Distretto della Corte di Appello di Lecce.
All'indomani dell'arresto del pm 47enne è ancora grande lo stupore attorno alla vicenda negli ambienti giudiziari tarantini.
''Chiaramente e' una vicenda che ci amareggia", ha continuato Sebastio. "Esprimiamo la nostra massima fiducia - ha concluso il procuratore - nei confronti sia del collega interessato da questa azione giudiziaria, sia nei confronti degli organi inquirenti''.
Il pm di Taranto, Matteo Di Giorgio, è stato arrestato ieri dai carabinieri del Comando provinciale di Potenza con l’accusa di concussione. Di Giorgio, che ora è agli arresti domiciliari, è stato arrestato al termine di un’inchiesta avviata circa due anni fa. Le indagini sono partite dopo una serie di denunce presentate da cittadini che si ritenevano danneggiati dal magistrato e hanno permesso di stabilire che Di Giorgio avrebbe compiuto atti contrari al suo ufficio e avrebbe ricevuto in cambio numerose utilità, ma non denaro. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, competente sui magistrati del Distretto della Corte di Appello di Lecce.