BARI. Il gup del Tribunale di Bari, Antonio Lovecchio, ha disposto la revoca della confisca dei suoli di Punta Perotti, dove sorgeva il famoso ''ecomostro'' poi abbattuto, e dunque la loro restituzione alle 3 imprese costruttrici. La decisione e' stata presa dopo che la Cassazione aveva rinviato gli atti perche' quando era stata disposta la confisca i proprietari e il Comune non erano stati avvisati. Ora la restituzione, come avevano chiesto Procura di Bari e imprese.
> LA SCHEDA / Da ecomostro a parco, la querelle infinita di Punta Perotti
LA DECISIONE - La decisione è giunta al termine dell'incidente di esecuzione proposta dall'Avvocatura dello Stato per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Le tre società costruttrici della "saracinesca di Bari", la Sudfondi, la Mabar e Iema, sono ricondubili alla famiglie Matarrese, Andidero e Quistelli. Il Tribunale, lo scorso anno, aveva respinto la richiesta di confisca dei suoli, ma la Cassazione ha annullato, con rinvio, la decisione per difetto di contraddittorio in quanto il giudice aveva omesso di citare nel procedimento il Comune e le tre imprese ai quali i beni avrebbero dovuto essere restituiti.
Il 20 gennaio 2009 la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva definito la confisca dei suoli come una "sanzione arbitraria" perchè gli imputati erano stati assolti dai reati che venivano loro contestati per "difetto dell'elemento psicologico" del reato.
EMILIANO: SPOSTARE VALORI EDIFICABILI IN ALTRE AREE - Spostare i valori edificabili in altre aree a tutela del paesaggio. Questa la proposta del sindaco di Bari, Michele Emiliano per chiudere "sotto l'aspetto morale" la vicenda di Punta Perotti.
"La vicenda e' complessa - ha spiegato il sindaco Emiliano nel corso di una conferenza stampa a Roma presso la sede della Regione Puglia - e non coinvolge direttamente il Comune di Bari. Quello che e' certo e' che noi non possiamo consentire che sull'area del parco di Punta Perotti si possa ancora edificare".
"Siamo disponibili - ha annunciato il sindaco di Bari - a trovare un accordo con i soggetti confiscati e con lo Stato per spostare questi valori edificabili in altre aree. Se l'accordo non dovesse essere trovato e' chiaro che interverremo con una variante di inedificabilita'. Il simbolo della rinascita non solo di Bari ma di tutta l'Italia non puo' essere cancellato da norme contraddittorie e da sentenze che vanno contro il comune sentimento delle persone".
"Si tratta di una modalita' di accordo per chiudere una vicenda complicata in cui lo Stato rischia ancora di dovere un conguaglio in denaro. Con la nostra proposta si mettono tutti i soggetti coinvolti nelle condizioni di sapere cosa fare dopo: la proposta ha il valore di conciliazione 'tombale' della vicenda".
PALESE: QUELLO DI EMILIANO E' GIUSTIZIALISMO IDEOLOGICO - ''Far pagare di tasca loro ai cittadini il giustizialismo ideologico, l'ostinazione giudiziaria, l'ideologia anche a dispetto della Legge, e' un tratto distintivo della sinistra che certamente accomuna il sindaco Emiliano e il presidente Vendola''. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese.
''La sentenza di oggi, che peraltro Emiliano preannuncia su Facebook di voler impugnare - dice Palese - conferma che su questa vicenda sono stati fatti un sacco di pasticci, lievitati con la fretta elettorale di fare della vicenda Punta Perotti un cavallo di battaglia elettorale, una bandiera ideologica in cui avvolgere, purtroppo, tutta la citta' di Bari".
"Come accade ormai costantemente con le ostinazioni e i giustizialismi ideologici di Vendola - prosegue Palese - che continua a legiferare contro le Leggi dello Stato e la Costituzione pensando che la sua ideologia debba prevalere su tutto e su tutti. Naturalmente Emiliano, come Vendola, se la prende col Governo Berlusconi, reo a suo dire di non esser stato capace di fargli una 'Legge ad personam' per risolvergli la situazione. In questa come in altre vicende, piu' che l'ostinazione e il giustizialismo ideologico, serve buon senso. Emiliano lo utilizzi per trovare una soluzione che eviti ai baresi di pagare i danni''.
MATARRESE: REVOCA RAPPRESENTA ULTERIORE SODDISFAZIONE - La revoca della confisca dei terreni di Punta Perotti conferma, "per l'ennesima volta, il comportamento corretto tenuto dai legali rappresentanti delle società, sempre assolti in tutti i gradi di giudizio, e rappresenta una ulteriore soddisfazione morale che si aggiunge alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo". Lo affermano in una nota congiunta le società Sudfondi, Iema e Mabar che fanno capo ai costruttori Matarrese, Andidero e Quistelli. ''Ora attendiamo la liquidazione da parte dello Stato degli ulteriori danni sulla base dell'attuale destinazione urbanistica dell'area''.
WWF: AREA DEVE RIMANERE INEDIFICABILE - ''La revoca della confisca dei terreni di Punta Perotti, paradossalmente coerente con il tormentato e tortuoso iter giuridico che ha caratterizzato l'intera vicenda, pone il problema del futuro di quell'area che'', avverte il WWF, ''deve rimanere assolutamente inedificabile escludendo definitivamente ogni possibilita' di ricostruzione.
Da un punto di vista ambientale e paesaggistico - rileva l'associazione ambientalista - poco importa se a sbagliare siano stati i soggetti privati o pubblici, certo e' che lo scempio era davvero enorme sotto tutti i punti di vista, scempio a cui fortunatamente grazie anche al coraggio del sindaco Emiliano si e' rimediato con l'abbattimento.
Oggi non occorre dunque tanto recriminare rispetto alla nuova decisione dei magistrati di restituzione dei terreni, ma guardare al futuro di queste aree perche' c'e' da scommettere che se queste rimarranno in mano ai privati nell'attuale stato vincolistico saranno oggetto di progetti e proposte che, seppure differenti dalle ormai defunte 'saracinesche', comunque andranno ad insistere in un luogo che va mantenuto libero ed aperto nell'interesse di tutta la citta' di Bari''.
Chi puo' dunque fare qualcosa? ''Gli strumenti urbanistici del Comune e quelli del piano paesaggistico in capo alla Regione dovrebbero dare una risposta di garanzia: il WWF ritiene pero' che forse la soluzione definitiva stia in uno sforzo congiunto di tutte le Amministrazioni per portare questi terreni in proprieta' pubblica''.
> LA SCHEDA / Da ecomostro a parco, la querelle infinita di Punta Perotti
LA DECISIONE - La decisione è giunta al termine dell'incidente di esecuzione proposta dall'Avvocatura dello Stato per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Le tre società costruttrici della "saracinesca di Bari", la Sudfondi, la Mabar e Iema, sono ricondubili alla famiglie Matarrese, Andidero e Quistelli. Il Tribunale, lo scorso anno, aveva respinto la richiesta di confisca dei suoli, ma la Cassazione ha annullato, con rinvio, la decisione per difetto di contraddittorio in quanto il giudice aveva omesso di citare nel procedimento il Comune e le tre imprese ai quali i beni avrebbero dovuto essere restituiti.
Il 20 gennaio 2009 la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva definito la confisca dei suoli come una "sanzione arbitraria" perchè gli imputati erano stati assolti dai reati che venivano loro contestati per "difetto dell'elemento psicologico" del reato.
EMILIANO: SPOSTARE VALORI EDIFICABILI IN ALTRE AREE - Spostare i valori edificabili in altre aree a tutela del paesaggio. Questa la proposta del sindaco di Bari, Michele Emiliano per chiudere "sotto l'aspetto morale" la vicenda di Punta Perotti.
"La vicenda e' complessa - ha spiegato il sindaco Emiliano nel corso di una conferenza stampa a Roma presso la sede della Regione Puglia - e non coinvolge direttamente il Comune di Bari. Quello che e' certo e' che noi non possiamo consentire che sull'area del parco di Punta Perotti si possa ancora edificare".
"Siamo disponibili - ha annunciato il sindaco di Bari - a trovare un accordo con i soggetti confiscati e con lo Stato per spostare questi valori edificabili in altre aree. Se l'accordo non dovesse essere trovato e' chiaro che interverremo con una variante di inedificabilita'. Il simbolo della rinascita non solo di Bari ma di tutta l'Italia non puo' essere cancellato da norme contraddittorie e da sentenze che vanno contro il comune sentimento delle persone".
"Si tratta di una modalita' di accordo per chiudere una vicenda complicata in cui lo Stato rischia ancora di dovere un conguaglio in denaro. Con la nostra proposta si mettono tutti i soggetti coinvolti nelle condizioni di sapere cosa fare dopo: la proposta ha il valore di conciliazione 'tombale' della vicenda".
PALESE: QUELLO DI EMILIANO E' GIUSTIZIALISMO IDEOLOGICO - ''Far pagare di tasca loro ai cittadini il giustizialismo ideologico, l'ostinazione giudiziaria, l'ideologia anche a dispetto della Legge, e' un tratto distintivo della sinistra che certamente accomuna il sindaco Emiliano e il presidente Vendola''. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese.
''La sentenza di oggi, che peraltro Emiliano preannuncia su Facebook di voler impugnare - dice Palese - conferma che su questa vicenda sono stati fatti un sacco di pasticci, lievitati con la fretta elettorale di fare della vicenda Punta Perotti un cavallo di battaglia elettorale, una bandiera ideologica in cui avvolgere, purtroppo, tutta la citta' di Bari".
"Come accade ormai costantemente con le ostinazioni e i giustizialismi ideologici di Vendola - prosegue Palese - che continua a legiferare contro le Leggi dello Stato e la Costituzione pensando che la sua ideologia debba prevalere su tutto e su tutti. Naturalmente Emiliano, come Vendola, se la prende col Governo Berlusconi, reo a suo dire di non esser stato capace di fargli una 'Legge ad personam' per risolvergli la situazione. In questa come in altre vicende, piu' che l'ostinazione e il giustizialismo ideologico, serve buon senso. Emiliano lo utilizzi per trovare una soluzione che eviti ai baresi di pagare i danni''.
MATARRESE: REVOCA RAPPRESENTA ULTERIORE SODDISFAZIONE - La revoca della confisca dei terreni di Punta Perotti conferma, "per l'ennesima volta, il comportamento corretto tenuto dai legali rappresentanti delle società, sempre assolti in tutti i gradi di giudizio, e rappresenta una ulteriore soddisfazione morale che si aggiunge alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo". Lo affermano in una nota congiunta le società Sudfondi, Iema e Mabar che fanno capo ai costruttori Matarrese, Andidero e Quistelli. ''Ora attendiamo la liquidazione da parte dello Stato degli ulteriori danni sulla base dell'attuale destinazione urbanistica dell'area''.
WWF: AREA DEVE RIMANERE INEDIFICABILE - ''La revoca della confisca dei terreni di Punta Perotti, paradossalmente coerente con il tormentato e tortuoso iter giuridico che ha caratterizzato l'intera vicenda, pone il problema del futuro di quell'area che'', avverte il WWF, ''deve rimanere assolutamente inedificabile escludendo definitivamente ogni possibilita' di ricostruzione.
Da un punto di vista ambientale e paesaggistico - rileva l'associazione ambientalista - poco importa se a sbagliare siano stati i soggetti privati o pubblici, certo e' che lo scempio era davvero enorme sotto tutti i punti di vista, scempio a cui fortunatamente grazie anche al coraggio del sindaco Emiliano si e' rimediato con l'abbattimento.
Oggi non occorre dunque tanto recriminare rispetto alla nuova decisione dei magistrati di restituzione dei terreni, ma guardare al futuro di queste aree perche' c'e' da scommettere che se queste rimarranno in mano ai privati nell'attuale stato vincolistico saranno oggetto di progetti e proposte che, seppure differenti dalle ormai defunte 'saracinesche', comunque andranno ad insistere in un luogo che va mantenuto libero ed aperto nell'interesse di tutta la citta' di Bari''.
Chi puo' dunque fare qualcosa? ''Gli strumenti urbanistici del Comune e quelli del piano paesaggistico in capo alla Regione dovrebbero dare una risposta di garanzia: il WWF ritiene pero' che forse la soluzione definitiva stia in uno sforzo congiunto di tutte le Amministrazioni per portare questi terreni in proprieta' pubblica''.