Sarah, il papà della migliore amica: aveva paura di uscire sola con Sabrina

di Roberta Calò
Alle telecamere di Pomeriggio Cinque hanno rilasciato le loro testimonianze i genitori di Maria e Francesca, le migliori amiche di Sarah, già ascoltate dagli inquirenti. Oggi ha parlato Donato, il padre di Francesca, raccontando che Sabrina e Sarah erano molto legate, però, in più di un’occasione, Sarah avrebbe chiesto alle amiche di non lasciarla da sola con la cugina; “un giorno che avevano perso il pullman e dovevano andare a scuola con Sabrina disse a Francesca disse vieni con me e fammi compagnia, come se avesse paura”.
“Forse – prosegue il racconto - era una sensazione che avevano loro, Francesca e Maria. Ma non lo so, sempre di paura di sua cugina, non lo so, un poco un’insicurezza ci aveva. Francesca me lo raccontò dopo la scuola”, prima di quest’estate.
Inoltre, ha riferito anche di un dettaglio riguardante una sera successiva alla scomparsa di Sarah; il 4 settembre Sabrina con la mamma Cosima sarebbero andate a casa di Francesca chiedendo alla ragazza di uscire con loro per parlare della piccola Sarah: “Francesca - riferisce il padre - disse no, se volete parlare parliamo sulla scala o dentro casa che c’è mio padre e mia madre. E si parlava se Sarah avesse detto qualcosa o se Francesca sapeva qualcosa. Mi sembrava strano che non fosse venuta la mamma di Sarah”. “La sensazione – conclude - è che c’era qualche cosa di nascosto, che volevano sapere o se Francesca era a conoscenza di qualche cosa”.
L’uomo, venuto a conoscenza di questi dettagli dalla figlia dopo la scomparsa di Sarah, ha riferito subito tutto ai carabinieri. Aveva informato anche i giornalisti di Mediaset, ma solo in un colloquio privato e ora, che rilascia quest’intervista, ne spiega il motivo: “Finchè non si dicono le cose si ha sempre paura. Non l’abbiamo messa a verbale perché ritenevamo fosse solo una sensazione. E’ successo a Sarah, poteva succedere anche a Francesca, sempre ragazzine sono. I nostri figli sono, e dobbiamo proteggerli. Quando veniva a casa come una figlia la trattavamo. Se ci avesse riferito qualcosa noi subito l’avremmo riferita ai carabinieri”.

IL PARERE DEL CRIMINOLOGO SUI VIDEO - Facendo riferimento ad uno dei tanti video messi in circolazione sulla vita privata di Sarah Scazzi, il criminologo e lo psicologo Vincenzo Mastrandrea commenta: “In un video si vede il rapporto up and down, una vessazione continua verso Sarah. Quindi, tutto quello che Donato ha detto sembrerebbe essere convalidato da questo video. Questo timore quasi referenziale verso Sabrina pur dipendendo da lei come unico aggancio per Sarah col mondo degli adulti”.

LA PAURA DI PARLARE - Barbara Palombelli, dopo un confronto con i suoi colleghi e con alcune voci che circolano per le vie di Avetrana, contraddice l’uomo e riferisce che probabilmente l’uomo non ha parlato prima per timore; secondo lei, quando si spegneranno, le telecamere tutte le persone che hanno parlato rischieranno moltissimo. La giornalista porta come esempio Mariangela Spagnoletti e la famiglia, barricatisi in casa dopo le testimonianze della ragazza che ha apportato alle indagini informazioni fondamentali che hanno, però, aggravato la posizione di Sabrina Misseri. Donato, padre di Francesca, rispondendo alle tesi della Palombelli: “No, non penso. Tutte le persone di Avetrana sono tutte brave. Ci conosciamo tutti”.

"MICHELE NON E' UNA PERSONA CATTIVA" - L’uomo, che aveva preso la patente con Michele Misseri, ora parla di lui con una certa incredulità circa i recenti accadimenti: “Mi è sembrato strano perché non è una persona cattiva, è bravo, era una persona che voleva essere aiutato per il fatto degli studi della patente, non avrei mai immaginato. Io ero piccolo quando ho conosciuto Concetta, la Cosima non la conoscevo. La Sarah l’ho conosciuta al primo anno della scuola alberghiera. Bisogna vedere, speriamo soltanto che si risolva prima perché è strana la cosa”.
Un po’ commosso conclude il racconto dicendo che Sarah gli aveva più volte chiesto, essendo lui un artigiano, un piccolo leone: “Voleva un piccolo leone in pietra leccese. Gli ho detto che glielo dovevo fare e lo farò”.

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