Libri: Vito Antonio Melchiorre, "Storie Baresi"

BARI. Cecilia Febe: è la prima delle oltre 1500 notizie, brevi o lunghe, dell’intera storiografia barese del compianto Vito Antonio Melchiorre, ma è anche la più antica donna di Bari che abbia lasciato una traccia fisica di sé. Il suo sepolcro venne ritrovato nel 1753, nel convento dei domenicani all’interno della Prefettura. Lo storico Emmanuele Mola sostenne che l’inumazione era localizzata ai lati di una vecchia strada suburbana e risaliva all’epoca imperiale romana, l’età di Augusto, probabilmente. Dalla lastra, “Qui giace Cecilia Febe, che visse 40 anni…”, incisa a nome del marito Marco Cecilio Felicione, ritenne trattarsi di una liberta della gens Cecilia.
La ricostruzione della scoperta archeologica cittadina impegna quasi l’intera pagina iniziale delle “Storie baresi”, insieme ad una parte della seconda vicenda proposta, dalla quale si apprende di una singolare partita di calcio a Bari nel Quattrocento.
Vito Antonio Melchiorre è il più degno successore degli “storici” storiografi baresi - Beatillo, Putignani, Perotti, tra gli altri, con il Mola – e la sua monumentale raccolta è il più prezioso lascito alla sua città, alla comunità che ha servito per tutta la vita, da funzionario comunale e da straordinario ricercatore di storia locale.
L’ultimo storico barese è mancato da poco, a metà ottobre. Il colossale volume affidato alla casa editrice Levante era stato pubblicato appena a fine settembre. Sarà stato orgoglioso di un’opera che anche fisicamente testimonia della sua unicità, con le mille e più pagine, le foto d’epoca in appendice, il peso insolito e la grandezza di un oggetto veramente prezioso.
“La scomparsa di Vito Antonio Melchiorre lascia un vuoto incolmabile – ha commentato il sindaco Michele Emiliano, a nome di tutti i concittadini - i numerosissimi e pregiati testi che in tanti anni ha dedicato alla storia della nostra città sono il segno autentico della sua passione e del suo amore per Bari”.
Più di un centinaio le pubblicazioni di Melchiorre, prima dell’ultimo “deferente omaggio” alla sua terra, così conclude la sua premessa alla raccolta di “noticine”.
Aveva 88 anni, era nato nel 1922, laureato due volte, cultore e divulgatore di storia, appassionato e felice nell’esposizione, mai pedante. Una dopo l’altra, le vicende minute - tante, tantissime e coprono centinaia d’anni di vicende locali - non danno di polvere e di muffa, costituiscono un complesso vivo, un corpo unico. E il libro Levante è forse la più completa storia barese per episodi mai data alle stampe.
La sua città gli deve molto, sarebbe il caso di non dimenticarlo.

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