Maltempo, Cia: danni all'agricoltura per oltre 200 mln

BARI. Dal 1950 ad oggi si sono spesi circa 55 miliardi di euro per riparare i danni causati da calamita' naturali; sarebbe bastato destinare il 20 per cento di questa cifra ad opere di manutenzione del territorio per limitare le disastrose conseguenze e soprattutto le perdite umane. E' quanto evidenzia la Cia-Confederazione italiana agricoltori , la quale sottolinea come i recenti eventi alluvionali che hanno colpito in questi giorni molte regioni italiane (in particolare il Veneto, la Lombardia, la Toscana, la Calabria e la Basilicata) ripropongono con forza le tematiche legate all'assetto idrogeologico e alla sicurezza delle persone e delle attivita' produttive, soprattutto in agricoltura. Il maltempo degli ultimi giorni - fa notare la Cia - ha prodotto solo nel settore agricolo danni per oltre 200 di milioni di euro, una stima sicuramente per difetto. Da qui la rinnovata richiesta dell'immediata dichiarazione dello stato di calamita'. Effetti devastanti si sono verificati per i vigneti, gli oliveti, le serre, le strutture aziendali (stalle soprattutto), i fabbricati rurali, i macchinari, mentre, a causa degli allagamenti, degli straripamenti dei fiumi e dei canali e degli smottamenti dei terreni, alcune colture (grano duro e tenero, orzo) devono essere riseminate.
Conseguenze negative si registrano anche per gli allevamenti di bestiame (numerosi i capi andati dispersi) e per i campi di ortaggi a cielo aperto (finocchi, cavolfiori, cicorie, insalate). Un quadro estremamente allarmante che ripropone in maniera ferma l'esigenza di una valida opera di prevenzione.
Basta citare alcuni dati per comprendere la delicatezza del problema: oggi 8 comuni su 10 sono in aree ad elevata criticita' idrogeologica; oltre 700 mila sono gli immobili abusivi, spesso costruiti non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di una calamita' naturale.

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