BARI. Ammontano a milioni di euro i danni provocati dall'ondata di maltempo che si sta abbattendo sulla penisola provocando frane e esondazioni con campi allagati, semine perdute, coltivazioni e serre distrutte. E' quanto emerge da un primo bilancio della Coldiretti sugli effetti del maltempo che ha colpito a macchia di leopardo nelle citta' e nelle campagne dove si registrano anche problemi per la viabilita' rurale per effetto delle frane e degli smottamenti. Molto dipendera' dall'evoluzione del tempo che potrebbe aggravare una situaizone gia' molto difficile.
All'elevato rischio idrogeologico in Italia non e' certamente estraneo - denuncia la Coldiretti - il fatto che un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, sia stato sottratto all'agricoltura che interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di quasi il 27 per cento negli ultimi 40 anni. L'erosione di terre fertili e' imputabile - precisa la Coldiretti - alla sottrazione per usi industriali, residenziali, civili ed infrastrutturali, oltre che all'abbandono delle zone marginali. Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non e' stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed e' necessario intervenire per invertire una tendenza che - sottolinea la Coldiretti - mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici in atto che si manifestano con una maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi, sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge.
All'elevato rischio idrogeologico in Italia non e' certamente estraneo - denuncia la Coldiretti - il fatto che un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, sia stato sottratto all'agricoltura che interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di quasi il 27 per cento negli ultimi 40 anni. L'erosione di terre fertili e' imputabile - precisa la Coldiretti - alla sottrazione per usi industriali, residenziali, civili ed infrastrutturali, oltre che all'abbandono delle zone marginali. Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non e' stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed e' necessario intervenire per invertire una tendenza che - sottolinea la Coldiretti - mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici in atto che si manifestano con una maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi, sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge.
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