di Tatiana Acquaviva
Dire di “no” al nucleare? D'ora in poi sarà incostituzionale. E’ quanto emerge dalla decisione presa dalla Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittime le leggi regionali con cui Puglia, Basilicata e Campania avevano vietato l’installazione sul loro territorio di impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi. Le motivazioni della decisione, non sono però ancora chiare, e saranno depositate solo nei prossimi giorni. Comunque, stando al ragionamento dei giudici della Consulta, le tre leggi regionali, che in assenza di un accordo tra Stato e Regioni precludono il proprio territorio all’installazione di impianti nucleari, violano specifiche competenze esclusivamente statali in materia di tutela dell’ambiente e della sicurezza.
Quindi, Puglia, Basilicata e Campania avrebbero potuto appellarsi alla Consulta in sfavore dello Stato solo previo tentativo d’accordo con quest’ultimo, evitando di realizzare leggi regionali sull’argomento. Tutto ciò, però, sarebbe stato quasi impossibile, vista l’incapacità dello Stato nell’esercitare al meglio i suoi compiti. Non è la prima volta che la Corte Costituzionale affronta la delicata questione del nucleare. E di certo non sarà neanche l’ultima. Già l’estate scorsa, infatti, la Consulta aveva rigettato i ricorsi con cui 10 Regioni avevano impugnato la legge delega 99 del 2009, con cui il governo ha fissato i principi generali per il ritorno del nucleare in Italia.
Inoltre, devono essere ancora esaminati i ricorsi di quelle Regioni che hanno impugnato il decreto delegato in cui sono indicate le aree che potranno essere scelte dagli operatori per la costruzione delle prossime centrali nucleari. C’è poi il quesito referendario promosso dall’Idv di Di Pietro contro il ritorno del nucleare in Italia, che avrebbe raggiunto il quorum delle 500 mila firme necessarie.
A questo punto, una domanda sorge spontanea: come è possibile che in una nazione ricca di sole e vento come l’Italia si pensi all’utilizzo del nucleare e non ad energie alternative prive di effetti dannosi per l’uomo?
Dire di “no” al nucleare? D'ora in poi sarà incostituzionale. E’ quanto emerge dalla decisione presa dalla Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittime le leggi regionali con cui Puglia, Basilicata e Campania avevano vietato l’installazione sul loro territorio di impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi. Le motivazioni della decisione, non sono però ancora chiare, e saranno depositate solo nei prossimi giorni. Comunque, stando al ragionamento dei giudici della Consulta, le tre leggi regionali, che in assenza di un accordo tra Stato e Regioni precludono il proprio territorio all’installazione di impianti nucleari, violano specifiche competenze esclusivamente statali in materia di tutela dell’ambiente e della sicurezza.
Quindi, Puglia, Basilicata e Campania avrebbero potuto appellarsi alla Consulta in sfavore dello Stato solo previo tentativo d’accordo con quest’ultimo, evitando di realizzare leggi regionali sull’argomento. Tutto ciò, però, sarebbe stato quasi impossibile, vista l’incapacità dello Stato nell’esercitare al meglio i suoi compiti. Non è la prima volta che la Corte Costituzionale affronta la delicata questione del nucleare. E di certo non sarà neanche l’ultima. Già l’estate scorsa, infatti, la Consulta aveva rigettato i ricorsi con cui 10 Regioni avevano impugnato la legge delega 99 del 2009, con cui il governo ha fissato i principi generali per il ritorno del nucleare in Italia.
Inoltre, devono essere ancora esaminati i ricorsi di quelle Regioni che hanno impugnato il decreto delegato in cui sono indicate le aree che potranno essere scelte dagli operatori per la costruzione delle prossime centrali nucleari. C’è poi il quesito referendario promosso dall’Idv di Di Pietro contro il ritorno del nucleare in Italia, che avrebbe raggiunto il quorum delle 500 mila firme necessarie.
A questo punto, una domanda sorge spontanea: come è possibile che in una nazione ricca di sole e vento come l’Italia si pensi all’utilizzo del nucleare e non ad energie alternative prive di effetti dannosi per l’uomo?