ROMA. "E' vero, in qualche occasione ho avuto modo di parlare, per telefono o di persona, col dottor Di Giorgio. Cioe', con un magistrato che fino a tre giorni fa svolgeva indagini, proponeva l'emissione di provvedimenti cautelari, chiedeva sentenze di condanna. Quest'anno sara' accaduto due o tre volte; l'ultima, un mese fa, a margine di un convegno". Lo scrive, in una nota, il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, in riferimento al pm della Procura della Repubblica del Tribunale di Taranto, Matteo Di Giorgio, arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di concussione, su ordine della Procura di Potenza.
Mantovano lamenta che, "sulle testate giornalistiche di oggi sono riportati brani, che mi chiamano in causa, dell'ordinanza del Gip di Potenza di custodia domiciliare a carico del dottor Matteo Di Giorgio. In essi si parla di contatti, diretti o indiretti, che il dottor Di Giorgio avrebbe avuto con me, e che sarebbero oggetto di investigazione e di accertamento". Il sottosegretario lamenta inoltre "l'enfasi adoperata nell'ordinanza", secondo la quale il contatto con Di Giorgio "appare un reato, o comunque un comportamento illecito, a tal punto da meritare rigorosa menzione".
Mantovano lamenta che, "sulle testate giornalistiche di oggi sono riportati brani, che mi chiamano in causa, dell'ordinanza del Gip di Potenza di custodia domiciliare a carico del dottor Matteo Di Giorgio. In essi si parla di contatti, diretti o indiretti, che il dottor Di Giorgio avrebbe avuto con me, e che sarebbero oggetto di investigazione e di accertamento". Il sottosegretario lamenta inoltre "l'enfasi adoperata nell'ordinanza", secondo la quale il contatto con Di Giorgio "appare un reato, o comunque un comportamento illecito, a tal punto da meritare rigorosa menzione".