Putignano, incendi dolosi per intimidire testimoni: 2 arresti

PUTIGNANO (BARI). Il 6 maggio scorso avevano dato fuoco a un autocarro e a un ciclomotore ai danni di due cittadini di Putignano, in provincia di Bari, 'colpevoli' di aver contribuito con le loro dichiarazioni a far luce su un traffico di sostanze stupefacenti e portato in carcere 15 spacciatori e sequestrato tre milioni di euro. Gli autori non erano semplici vandali ma, secondo gli inquirenti, pericolosi criminali. Si tratta di Antonio Catucci, 26 anni, e Floriano Leonardo Netti, 27 anni, pregiudicati, che sono stati arrestati dai carabinieri in base a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese. L'accusa e' di concorso in incendio doloso e danneggiamento. Tra le persone coinvolte e arrestate nell'operazione 'Barracuda' della Compagnia di Gioia del Colle, avvenuta l'11 maggio, solo qualche giorno prima, contro il traffico e lo spaccio di droga, c'era anche il padre di Floriano Netti, Giovanni Vito Netti.
La vendetta del giovane Netti, per l'arresto del padre, non si fece attendere: individuati i possibili informatori degli investigatori e i beni mobili di loro proprieta', insieme a Catucci decise di distruggerli. Netti si procuro' una bottiglia di liquido infiammabile, Fu lui a versare il contenuto su un autocarro e un motociclo; l'incendio provocato sfuggi' di mano e interessando non solo altre auto parcheggiate nelle vicinanze, ma anche un'officina meccanica e le facciate di alcune abitazioni, provocando danni per diverse migliaia di euro.

LAUDATI: OBIETTIVO NON RAGGIUNTO - "L'obiettivo non e' stato raggiunto - ha commentato il Procuratore della Direzione Distrettuale di Bari, Antonio Laudati - perche' lo Stato e' stato in grado di affermare il principio di legalita' sul territorio e assicurare i due criminali alla Giustizia. Il messaggio, quindi, lo abbiamo inviato noi a tutti coloro che hanno collaborato all'inchiesta che, oggi, hanno la certezza non solo di aver contribuito a smantellare una pericolosa rete di spacciatori nel Sud-Est Barese, ma sanno che lo Stato non li ha abbandonati".

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