Sarah, il mistero della cinta

TARANTO. Michele Misseri, ieri durante l'interrogatorio con la formula dell'incidente probatorio davanti al gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati, ai pm della Procura della repubblica e ai legali di tutte le parti interessate, ha confermato quanto detto nell'ultima deposizione circa l'arma con cui la figlia Sabrina avrebbe ucciso la cugina Sarah Scazzi il 26 agosto scorso ad Avetrana. ''Stasera ha detto cinta ma questa non si trova'', ha spiegato l'avvocato Francesca Conte, legale della giovane accusata di concorso in sequestro di persona e omicidio volontario nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto il 26 agosto ad Avetrana. Per il padre Michele, Sabrina e' l'unica assassina.
''Della cinta - ha sottolineato l'avvocato Conte - parla solo a un certo punto del verbale (quello del 5 novembre ndr). Lui continua a dire, anche di fronte alle contestazioni dei magistrati che lo interrogano, che si ricorda di una corda. Varia a seconda degli interrogatori. La corda prima e' sottile, poi e' stretta, poi diventa larga come una cinta, poi alla fine diventa una cinta. Fortunatamente esiste il concetto di coerenza e di costanza. L'attendibilita' intrinseca non si puo' basare sullo stereotipo che, siccome e' il papa' che accusa la figlia, la figlia e' colpevole''.

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