TARANTO. Matteo Di Giorgio, di 47 anni, Pubblico Ministero presso la procura di Taranto, e' stato arrestato oggi dai Carabinieri del Comando provinciale di Potenza con l'accusa di concussione. L'indagine che lo riguarda era partita 2 anni fa quando i carabinieri cominciarono ad indagare dopo una serie di denunce presentate da cittadini che si ritenevano danneggiati dal Pm. Di Giorgio avrebbe compiuto atti contrari al suo ufficio ricevendo in cambio numerose utilita', ma non denaro.
4 EPISODI CONTESTATI - Sono quattro gli episodi contestati a Di Giorgio. Secondo l'accusa, ''abusando della sua qualita' di pubblico ministero'', derivante dalla funzione di sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Taranto, per motivi politici avrebbe minacciato un consigliere comunale di Castellaneta, costringendolo a sottoscrivere le proprie dimissioni, cosi' determinando lo scioglimento del consiglio comunale.
Nel secondo episodio contestato, Di Giorgio, sempre secondo l'accusa, avrebbe intimorito un imprenditore del luogo prospettando che senza un suo intervento presso un altro collega, titolare di indagini, sarebbe stato sequestrato l'intero villaggio residenziale di sua proprieta'.
Il magistrato viene inoltre accusato di aver indotto, nel corso di indagini, una vittima di usura ad opera di un suo parente a non denunciarlo quale usuraio.
Infine, in concorso con amministratori e dirigenti del Comune di Castellaneta, nonche' con Coccioli e Pepe, avrebbe compiuto ''atti contrari ai doveri d'ufficio'', consentendo la gestione di un bar completamente abusivo perche' privo di autorizzazioni amministrative ed edilizie.
PM SUBI' TRE ATTI INTIMIDATORI - Tra le inchieste più importanti condotte dal pm Di Giorgio c'è quella sugli appalti al Comune di Castellaneta che sfociò in arresti eccellenti agli inizi del 2000. L’allora sindaco della città di Valentino, Rocco Loreto, all’epoca anche parlamentare, si sentì perseguitato e presentò un dossier contro Di Giorgio alla procura di Potenza che però si rivelò un boomerang. Loreto fu arrestato per concussione ai danni di Di Giorgio e violenza privata nei confronti di un imprenditore.
Lo stesso Loreto si rivolse più volte al Csm per sollecitare un’ispezione alla procura di Taranto e fece riferimento nel suo dossier di 131 pagine a rapporti che definiva “anche abbastanza evidenti e chiacchierati” del magistrato “con personaggi politici di cui appare come punto di riferimento a Palazzo di Giustizia”.
Di Giorgio istruì un’inchiesta su una presunta associazione mafiosa di Palagianello e subì anche tre attentati intimidatori.
4 EPISODI CONTESTATI - Sono quattro gli episodi contestati a Di Giorgio. Secondo l'accusa, ''abusando della sua qualita' di pubblico ministero'', derivante dalla funzione di sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Taranto, per motivi politici avrebbe minacciato un consigliere comunale di Castellaneta, costringendolo a sottoscrivere le proprie dimissioni, cosi' determinando lo scioglimento del consiglio comunale.
Nel secondo episodio contestato, Di Giorgio, sempre secondo l'accusa, avrebbe intimorito un imprenditore del luogo prospettando che senza un suo intervento presso un altro collega, titolare di indagini, sarebbe stato sequestrato l'intero villaggio residenziale di sua proprieta'.
Il magistrato viene inoltre accusato di aver indotto, nel corso di indagini, una vittima di usura ad opera di un suo parente a non denunciarlo quale usuraio.
Infine, in concorso con amministratori e dirigenti del Comune di Castellaneta, nonche' con Coccioli e Pepe, avrebbe compiuto ''atti contrari ai doveri d'ufficio'', consentendo la gestione di un bar completamente abusivo perche' privo di autorizzazioni amministrative ed edilizie.
PM SUBI' TRE ATTI INTIMIDATORI - Tra le inchieste più importanti condotte dal pm Di Giorgio c'è quella sugli appalti al Comune di Castellaneta che sfociò in arresti eccellenti agli inizi del 2000. L’allora sindaco della città di Valentino, Rocco Loreto, all’epoca anche parlamentare, si sentì perseguitato e presentò un dossier contro Di Giorgio alla procura di Potenza che però si rivelò un boomerang. Loreto fu arrestato per concussione ai danni di Di Giorgio e violenza privata nei confronti di un imprenditore.
Lo stesso Loreto si rivolse più volte al Csm per sollecitare un’ispezione alla procura di Taranto e fece riferimento nel suo dossier di 131 pagine a rapporti che definiva “anche abbastanza evidenti e chiacchierati” del magistrato “con personaggi politici di cui appare come punto di riferimento a Palazzo di Giustizia”.
Di Giorgio istruì un’inchiesta su una presunta associazione mafiosa di Palagianello e subì anche tre attentati intimidatori.