BARI. Si aprira' domani con Alessandro Bergonzoni, che porta in scena il nuovo spettacolo 'Urge' curato insieme con Riccardo Rodolfi, la 25esima edizione di 'Time Zones' il festival che si occupa delle sperimentazioni nei vari campi dello spettacolo, in particolare in quello musicale, e delle possibili contaminazioni e fusioni tra i vari generi.
Prologo stasera, presso la libreria Feltrinelli a Bari, con la presentazione del cartellone completo da parte del direttore artistico Gianluigi Trevisi che farà da apripista per l'attesissimo spettacolo di Alessandro Bergonzoni sul palcoscenico del Teatro Kursaal con il suo “Urge”, firmato assieme a Riccardo Ridolfi.
Si prevede il tutto esaurito, come accade ormai da un mese in tutte le date della tournèe di questo poliedrico artista bolognese, giocoliere della parola, dissacratore di professione.
E così possiamo definirlo un comico che non fa ridere, un recitante senza essere attore: indefinibile perchè unico, solo Bergonzoni può rappresentare Bergonzoni.
Quel suo coraggio nel dare significati diversi a gruppi di parole, divertendosi col doppio senso dei vocaboli e una innata capacità di dirimere concetti intriganti con semplici e dissacranti battute lo rendono inimitabile.
Cos'è che “Urge”? “Urgono i sogni, che non sono l'auto nuova, la barca... quelli sono bisogni, non sogni. Urge la profondità . Il sogno è indicibile, inaudito, rivelazione. Chiedo molto. Non bastiamoci più. Il poco crea metastasi culturali, non è innocuo. Voglio avvenire, non essere avvenente, voglio far succedere, non voglio successo”. L'artista si dichiara legato – tanto per continuare a usare la parola come fosse un birillo nelle mani dell'acrobata – a un “voto di vastità ”.
Entra in scena con un cappello in testa e racconta di un sogno dove un elegante baco da sera lotta contro le peripezie di “Ciabatman”, supereroe in pantofole; intanto dal cielo piovono ambulanze...
Perchè quindi l'idea del sogno? Per ricordare a tutti che “solo noi siamo artificieri della nostra vita, nel senso che dobbiamo farla esplodere, saltare in aria, dobbiamo smetterla con la manomissione, perché questa mano sarà stanca di andare in missione e poi fermarsi a guardare sbalordito... il dito balordo!”.
Insomma, per fugare ogni (legittimo) dubbio sulla follia di Bergonzoni, occorre andare a vederlo.
Anzi... Urge!
Per maggiori info visitare: www.timezones.it
Prologo stasera, presso la libreria Feltrinelli a Bari, con la presentazione del cartellone completo da parte del direttore artistico Gianluigi Trevisi che farà da apripista per l'attesissimo spettacolo di Alessandro Bergonzoni sul palcoscenico del Teatro Kursaal con il suo “Urge”, firmato assieme a Riccardo Ridolfi.
Si prevede il tutto esaurito, come accade ormai da un mese in tutte le date della tournèe di questo poliedrico artista bolognese, giocoliere della parola, dissacratore di professione.
E così possiamo definirlo un comico che non fa ridere, un recitante senza essere attore: indefinibile perchè unico, solo Bergonzoni può rappresentare Bergonzoni.
Quel suo coraggio nel dare significati diversi a gruppi di parole, divertendosi col doppio senso dei vocaboli e una innata capacità di dirimere concetti intriganti con semplici e dissacranti battute lo rendono inimitabile.
Cos'è che “Urge”? “Urgono i sogni, che non sono l'auto nuova, la barca... quelli sono bisogni, non sogni. Urge la profondità . Il sogno è indicibile, inaudito, rivelazione. Chiedo molto. Non bastiamoci più. Il poco crea metastasi culturali, non è innocuo. Voglio avvenire, non essere avvenente, voglio far succedere, non voglio successo”. L'artista si dichiara legato – tanto per continuare a usare la parola come fosse un birillo nelle mani dell'acrobata – a un “voto di vastità ”.
Entra in scena con un cappello in testa e racconta di un sogno dove un elegante baco da sera lotta contro le peripezie di “Ciabatman”, supereroe in pantofole; intanto dal cielo piovono ambulanze...
Perchè quindi l'idea del sogno? Per ricordare a tutti che “solo noi siamo artificieri della nostra vita, nel senso che dobbiamo farla esplodere, saltare in aria, dobbiamo smetterla con la manomissione, perché questa mano sarà stanca di andare in missione e poi fermarsi a guardare sbalordito... il dito balordo!”.
Insomma, per fugare ogni (legittimo) dubbio sulla follia di Bergonzoni, occorre andare a vederlo.
Anzi... Urge!
Per maggiori info visitare: www.timezones.it