FOGGIA. Blitz delle forze dell'ordine contro la malavita locale nel Foggiano. I carabinieri del Comando Provinciale di Foggia hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere e decine di perquisizioni nell'ambito di una inchiesta su un' associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti operante nei territori di Manfredonia e Cerignola.
Tra gli arrestati figura un elemento ritenuto di spicco del gruppo Romito, attivo in area garganica, gia' scampato ad un attentato dinamitardo nel settembre 2009 e ad un agguato tesogli da killeri armati di mitragliatrici e fucili lo scorso 27 giugno.
LE INDAGINI - Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno consentito di sequestrare anche beni immobili per un valore di 600mila euro. Nel blitz sono impegnati oltre 80 carabinieri, ed unita' cinofile. Sono state effettuate decine di perquisizioni. Il procuratore capo della Dda Antonio Laudati illustrera' i dettagli dell'operazione durante il vertice sulla sicurezza gia' convocato in precedenza stamane a Vico del Gargano.
OLTRE 600 EPISODI DI SPACCIO - Oltre 600 episodi accertati di spaccio di droga in un solo anno, per un giro di affari stimato, dagli investigatori, intorno ai 20mila euro settimanali. Ma d'estate gli introiti potevano anche raddoppiare. Sono alcuni dei dati piu' significativi sull'operazione 'Donia'.
I LEGAMI CON I ROMITO - Le misure cautelari in carcere sono state emesse dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese. Altre 17 persone risultano indagate. Un'ordinanza di custodia cautelare non e' stata eseguita. L'organizzazione criminale aveva forti legami con il clan Romito. In carcere e' finito anche il presunto boss Mario Luciano Romito, 43 anni, per inosservanza degli obblighi della sorveglianza speciale.
L'uomo, sfuggito a ben due agguati tesi dal clan avversario Libergolis nei quali hanno perso la vita il 18 settembre 2009 il fratello Ivan e il 27 giugno 2010 il nipote Michele (figlio di un altro suo fratello Franco ucciso in un altro agguato il 21 aprile 2009), e' stato visto in compagnia di Giuseppe Lorusso, detto 'Mussolino', 45 anni, a capo dell'organizzazione, e intercettato, nell'ambito di questa inchiesta, piu' volte fuori dal territorio di Manfredonia. In passato, inoltre, proprio Giuseppe Lorusso aveva favorito la latitanza di Mario Luciano Romito.
GLI ARRESTATI - Gli arrestati sono Alessio Del Nobile, 42 anni, Antonio Salcuni, 35, Antonio Gambuto, 30 anni, Giacomo Diego Di Rienzo, 35, Giuseppe Galletti, detto 'il napoletano, 32 (tutti di Manfredonia) e Nicola Misuriello, 34 di Cerignola. Secondo l'Antimafia di Bari (competente anche sulla provincia di Foggia) facevano parte di un'unica associazione dedita al traffico e allo spaccio delle sostanze stupefacenti a Manfredonia, ma l'organizzazione forniva droga ai tossicodipendenti anche di San Giovanni Rotondo, Mattinata, Monte Sant'Angelo e Zapponeta.
I "CLIENTI" - D'inverno lo smercio si concentrava soprattutto nel fine settimana ovviamente nei luoghi frequentati dai giovani (bar, pizzerie, pub di Manfredonia). Ma alcuni 'pusher' agivano anche per strada, mentre le cessioni di sostanze stupefacenti piu' consistenti avvenivano sovente in aperta campagna in luoghi ritenuti sicuri. Sono state le intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre alla classica attivita' investigativa, che hanno permesso agli inquirenti i traffici illeciti dell'organizzazione malavitosa strutturata in modo tutt'altro che rudimentale. Anzi in maniera talmente verticistica che difficilmente un pusher aveva la possibilita' di potersi rivolgere direttamente al capo clan, Giuseppe Lorusso. Nella migliore delle ipotesi poteva parlare con il suo braccio destro, Alessio Del Nobile.
Ottima la qualita' della cocaina spacciata: il principio attivo era superiore all'80%, che consentiva all'organizzazione un 'taglio' del 50% . Molto diversificata la clientela: dal libero professionista al bracciante agricolo, dal pensionato allo studente.
Tra gli arrestati figura un elemento ritenuto di spicco del gruppo Romito, attivo in area garganica, gia' scampato ad un attentato dinamitardo nel settembre 2009 e ad un agguato tesogli da killeri armati di mitragliatrici e fucili lo scorso 27 giugno.
LE INDAGINI - Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno consentito di sequestrare anche beni immobili per un valore di 600mila euro. Nel blitz sono impegnati oltre 80 carabinieri, ed unita' cinofile. Sono state effettuate decine di perquisizioni. Il procuratore capo della Dda Antonio Laudati illustrera' i dettagli dell'operazione durante il vertice sulla sicurezza gia' convocato in precedenza stamane a Vico del Gargano.
OLTRE 600 EPISODI DI SPACCIO - Oltre 600 episodi accertati di spaccio di droga in un solo anno, per un giro di affari stimato, dagli investigatori, intorno ai 20mila euro settimanali. Ma d'estate gli introiti potevano anche raddoppiare. Sono alcuni dei dati piu' significativi sull'operazione 'Donia'.
I LEGAMI CON I ROMITO - Le misure cautelari in carcere sono state emesse dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese. Altre 17 persone risultano indagate. Un'ordinanza di custodia cautelare non e' stata eseguita. L'organizzazione criminale aveva forti legami con il clan Romito. In carcere e' finito anche il presunto boss Mario Luciano Romito, 43 anni, per inosservanza degli obblighi della sorveglianza speciale.
L'uomo, sfuggito a ben due agguati tesi dal clan avversario Libergolis nei quali hanno perso la vita il 18 settembre 2009 il fratello Ivan e il 27 giugno 2010 il nipote Michele (figlio di un altro suo fratello Franco ucciso in un altro agguato il 21 aprile 2009), e' stato visto in compagnia di Giuseppe Lorusso, detto 'Mussolino', 45 anni, a capo dell'organizzazione, e intercettato, nell'ambito di questa inchiesta, piu' volte fuori dal territorio di Manfredonia. In passato, inoltre, proprio Giuseppe Lorusso aveva favorito la latitanza di Mario Luciano Romito.
GLI ARRESTATI - Gli arrestati sono Alessio Del Nobile, 42 anni, Antonio Salcuni, 35, Antonio Gambuto, 30 anni, Giacomo Diego Di Rienzo, 35, Giuseppe Galletti, detto 'il napoletano, 32 (tutti di Manfredonia) e Nicola Misuriello, 34 di Cerignola. Secondo l'Antimafia di Bari (competente anche sulla provincia di Foggia) facevano parte di un'unica associazione dedita al traffico e allo spaccio delle sostanze stupefacenti a Manfredonia, ma l'organizzazione forniva droga ai tossicodipendenti anche di San Giovanni Rotondo, Mattinata, Monte Sant'Angelo e Zapponeta.
I "CLIENTI" - D'inverno lo smercio si concentrava soprattutto nel fine settimana ovviamente nei luoghi frequentati dai giovani (bar, pizzerie, pub di Manfredonia). Ma alcuni 'pusher' agivano anche per strada, mentre le cessioni di sostanze stupefacenti piu' consistenti avvenivano sovente in aperta campagna in luoghi ritenuti sicuri. Sono state le intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre alla classica attivita' investigativa, che hanno permesso agli inquirenti i traffici illeciti dell'organizzazione malavitosa strutturata in modo tutt'altro che rudimentale. Anzi in maniera talmente verticistica che difficilmente un pusher aveva la possibilita' di potersi rivolgere direttamente al capo clan, Giuseppe Lorusso. Nella migliore delle ipotesi poteva parlare con il suo braccio destro, Alessio Del Nobile.
Ottima la qualita' della cocaina spacciata: il principio attivo era superiore all'80%, che consentiva all'organizzazione un 'taglio' del 50% . Molto diversificata la clientela: dal libero professionista al bracciante agricolo, dal pensionato allo studente.