di Tatiana Acquaviva
Passo falso per la “giunta Vendola”. Non si placano infatti le polemiche scoppiate dopo la diffusione della notizia che i 2.600.000 euro destinati per l’acquisto dei libri di testo per gli studenti sarebbero invece stati utilizzati per pagare le laute liquidazioni e i vitalizi dei consiglieri regionali pugliesi non più rieletti.
Come sempre, quindi, l’interesse fondamentale sembra essere quello di non scontentare la casta, a scapito ovviamente dei bisogni dei cittadini.
Qualcuno, però, potrebbe contestare queste critiche, affermando che il Ministero, competente dell’accredito dei fondi per i libri di testo, non aveva ancora provveduto ad assolvere il suo compito. Certo, però, la Regione, e vista l’importanza dell’argomento, avrebbe potuto anticiparli,anziché privilegiare sempre e solo la classe dirigente. A seguito della bufera, è arrivata subito la conferma dall’alto: a partire dal 2 gennaio, i fondi per il diritto allo studio saranno regolarment erogati. E’ già un passo in avanti, sebbene “riparatorio”. A difesa della giunta, è intervenuto l’assessore regionale al Bilancio e Programmazione Pelillo, il quale afferma che non c’è stato alcun uso improprio del denaro, perché quello utile al finanziamento degli studenti da quest’anno si trova direttamente nelle casse comunali. Il Comune, invece, dal canto suo, fa sapere che vuole vederci chiaro sulla questione. Accuse reciproche e poche certezze,quindi. Ovviamente, da parte dei cittadini,c’è indignazione e poca voglia di ascoltare scuse e giustificazioni. E in particolare, ci si chiede, come sia possibile che il nostro governatore che fino a pochi giorni fa sembrava essere molto vicino agli studenti nella loro protesta contro il Governo centrale abbia poi potuto permettere che i loro bisogni passassero in secondo così repentinamente.
Passo falso per la “giunta Vendola”. Non si placano infatti le polemiche scoppiate dopo la diffusione della notizia che i 2.600.000 euro destinati per l’acquisto dei libri di testo per gli studenti sarebbero invece stati utilizzati per pagare le laute liquidazioni e i vitalizi dei consiglieri regionali pugliesi non più rieletti.
Come sempre, quindi, l’interesse fondamentale sembra essere quello di non scontentare la casta, a scapito ovviamente dei bisogni dei cittadini.
Qualcuno, però, potrebbe contestare queste critiche, affermando che il Ministero, competente dell’accredito dei fondi per i libri di testo, non aveva ancora provveduto ad assolvere il suo compito. Certo, però, la Regione, e vista l’importanza dell’argomento, avrebbe potuto anticiparli,anziché privilegiare sempre e solo la classe dirigente. A seguito della bufera, è arrivata subito la conferma dall’alto: a partire dal 2 gennaio, i fondi per il diritto allo studio saranno regolarment erogati. E’ già un passo in avanti, sebbene “riparatorio”. A difesa della giunta, è intervenuto l’assessore regionale al Bilancio e Programmazione Pelillo, il quale afferma che non c’è stato alcun uso improprio del denaro, perché quello utile al finanziamento degli studenti da quest’anno si trova direttamente nelle casse comunali. Il Comune, invece, dal canto suo, fa sapere che vuole vederci chiaro sulla questione. Accuse reciproche e poche certezze,quindi. Ovviamente, da parte dei cittadini,c’è indignazione e poca voglia di ascoltare scuse e giustificazioni. E in particolare, ci si chiede, come sia possibile che il nostro governatore che fino a pochi giorni fa sembrava essere molto vicino agli studenti nella loro protesta contro il Governo centrale abbia poi potuto permettere che i loro bisogni passassero in secondo così repentinamente.