ROMA. Un primato di certo non invidiabile. Nella classifica di Greenpeace dei grandi 'produttori' di CO2 in Italia, la Puglia mantiene il primato per le emissioni: ospita infatti tre delle prime quattro aziende in classifica. In testa alla lista degli impianti italiani che producono la maggiore quantità di anidride carbonica - elaborata da Greenpeace sui dati del Registro europeo (Citl) e di Carbon Market Data - c'è la centrale a carbone "Brindisi Sud" dell'Enel, con 13 milioni di tonnellate, seguita dallo stabilimento di Taranto dell'Edison con 5,9 mt, dalla raffineria di Sarroch della Saras (5,7 mt) e dalla Ilva di Taranto (5,2 mt).
3 IMPIANTI SU 4 PUGLIESI - Tre impianti su quattro (Enel, Edison e Ilva) dunque sorgono in Puglia. A parte quello di Ilva, gli altri stabilimenti, dice Greenpeace, hanno comunque ecceduto rispetto alle quote di emissioni assegnate.
PIANO NAZIONALE - Sul piano nazionale, comunque, l'unico gruppo industriale del termoelettrico a produrre più emissioni della quota assegnata è Edison, con un +19,8%, dice Greenpeace. E' invece completamente negativo il saldo del settore del cemento e di quelli dell'acciaio, della carta, del vetro e della ceramica. Cresce soltanto la raffinazione, del 17,5% rispetto alla quota assegnata.
"In generale - spiega il rapporto - cala la CO2 emessa nel 2009, complici la crisi economica e l'effetto degli interventi di efficientamento energetico: da 538,6 milioni di tonnellate del 2008 si passa a quota 502 milioni", dice un comunicato dell'associazione ecopacifista.
"Rispetto al 1990, quando le emissioni erano a 516,9 milioni, la diminuzione è pari al 3%, comunque meno della metà dell'obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto".
3 IMPIANTI SU 4 PUGLIESI - Tre impianti su quattro (Enel, Edison e Ilva) dunque sorgono in Puglia. A parte quello di Ilva, gli altri stabilimenti, dice Greenpeace, hanno comunque ecceduto rispetto alle quote di emissioni assegnate.
PIANO NAZIONALE - Sul piano nazionale, comunque, l'unico gruppo industriale del termoelettrico a produrre più emissioni della quota assegnata è Edison, con un +19,8%, dice Greenpeace. E' invece completamente negativo il saldo del settore del cemento e di quelli dell'acciaio, della carta, del vetro e della ceramica. Cresce soltanto la raffinazione, del 17,5% rispetto alla quota assegnata.
"In generale - spiega il rapporto - cala la CO2 emessa nel 2009, complici la crisi economica e l'effetto degli interventi di efficientamento energetico: da 538,6 milioni di tonnellate del 2008 si passa a quota 502 milioni", dice un comunicato dell'associazione ecopacifista.
"Rispetto al 1990, quando le emissioni erano a 516,9 milioni, la diminuzione è pari al 3%, comunque meno della metà dell'obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto".