I baresi dicono no all'escalation di microcriminalità

di Michele Tedesco
La voglia di parlare nella tabaccheria in Piazza Luigi di Savoia é poca. Sono passate solo poche ore dal "fattaccio. Si, chiamiamolo "fattaccio": diventerà rapina a mano armata, aggravata da lesioni personali ( il tabaccaio che ha provato a reagire, è finito in ospedale ), solo e se la Giustizia incriminerà e punirà i 4 baby-teppisti. In caso contrario resterà solo un "fattaccio", uno spiacevole inconveniente come tanti, per cui si è consumata una manciata di parole inchiostrate nelle pagine di cronaca locale di un quotidiano già letto, destinato a finire in un cestino. Se i responsabili degli incidenti di Roma del 14 dicembre di sicuro festeggeranno in panciolle il Natale a casa, non meraviglierebbe che anche questi “mocciosi a mano armata” la passino liscia. Non si é trattato, purtroppo, di un caso isolato. Rapine ( tabaccherie e farmacie sono casseforti sempre spalancate per i rapinatori ) e aggressioni ( ultima la baby gang che ha terrorizzato i ragazzini che bazzicavano per le vie della movida di Bari Vecchia, e che ha visto costituirsi un vero e proprio Comitato di Genitori pronti a “farli fuori” ), fanno parte di un clima di "tensione e terrore" che attanaglia da sempre la città, in modo più o meno marcato. L’età media dei criminali si è tristemente abbassata ( a 16 anni si va già in giro con pistole e coltelli ), e questi atti sono sempre più spesso frutto più che di necessità, di un know how che si trasmette, a volte anche con orgoglio, di padre in figlio. Inutile nascondersi dietro le false ipocrisie, che portano tanti canta-frottole a dire che la degenerazione dei costumi sociale porta a fenomeni di questo tipo. La scena in cui si muovono questi scellerati si orienta sempre più verso il “salotto buono” della città. Qui le strade trasudano ricchezza, luccicano e profumano di benessere. Passeggiare senza un timore, seppur piccolo, non è mai stata una cosa così inconsueta, nonostante il centro cittadino, sia sempre presidiato in maniera capillare dagli agenti del Corpo di Polizia Municipale. Questi sarebbero potenzialmente i primi a intervenire nel caso si verificassero accadimenti criminosi di ogni sorta. Ma cosa puó un "vigile urbano", per tutelare l' ordine pubblico e l' incolumità dei cittadini, se armato solo di un paio di manette, un fischietto e un blocchetto per le multe, come accade nella stragrande maggioranza dei casi a Bari? Chiama la Polizia o i Carabinieri e intanto prega perchè non ci rimetta le penne, mentre cerca di sventare uno scippo o un furto d’ auto? Il dotare o meno un agente della Polizia Locale è una questione assai dibattuta in Italia e dipende esclusivamente da imposizioni Comunali. Città come Milano e Roma, hanno dovuto arrendersi alle escalation criminali e sono “corse al riparo”, munendo “Ghisa” e “Pizzardoni” con manganelli, pistole e spray al peperoncino. Questo, ovviamente, non vuole essere nè un inno alla lotta armata, nè alla violenza. Nessuno vuole fare o farsi del male. L’ ottica di una scelta del genere dovrebbe essere cautelativa e difensiva, verso chi tutela e chi deve essere tutelato, in quanto cittadino onesto. Gli inni alla bellezza della città di Bari si sono sempre consumati. Fiumi di inchiostro e di pellicole fotografiche hanno sempre documentato quanto i baresi siano fortunati e tengano alla propria città. Adesso vorremmo che quei “ma” che si postpongono agli elogi della nostra città e opacizzano ogni bella figura con fatti di cronaca come questi, che di ora in ora si moltiplicano, si riducano al minimo ( estinguerli sarebbe fantascientifico ). E questo non è poi così impensabile, in una città che ha sempre più fame di legalità.

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