di Nicola Zuccaro
Bari, 2 dicembre 1943. Erano da poco trascorse le 19.30 quando si scatenò improvvisamente sulla città e sul porto l'inferno. La furia della Lutwaffe, l'aviazione militare tedesca, si scatenò provocando l'affondamento di 17 navi, il danneggiamento di 7, il ferimento di 800 persone, la morte di 1000 militari fra americani e inglesi e di 69 persone su 628 inizialmente ustionate per le emissioni di un potente gas, l'iprite, che vietato dalla Convezione di Ginevra del 1925 era custodito in una delle navi ormeggiate nel porto di Bari. Molto probabilmente da primi rilevamenti la nave maggiormente carica di iprite era la John Harvey. Si trattò, dopo Pearl Harbour, del più grave bombardamento della Seconda Guerra Mondiale, se non il primo in quanto a guerra chimica perchè precedette di due anni lo sganciamento delle bombe atomiche su Hiroschima e Nagasaki.
Perchè fu Bari e il suo porto furono bombardate? Due le ipotesi. La prima riguarderebbe una presunta vendetta dei tedeschi che 3 mesi prima - il 9 settembre 1943 - non riuscirono a far saltare le installazioni portuali per l'eroica difesa delle stesse profusa dai militari e dai civili con gli ordini impartìti dal gen. Nicola Bellomo. La seconda, perchè Bari era per l'intero Mediterraneo un importante punto di rifornimento in supporto agli angloamericani impegnati nel dirimpettaio fronte balcanico, in quello nordafricano e, in prospettiva, anche per il " progettato" sbarco in Normandia del 6 giugno 1944. Alla luce di questi riferimenti della storia militare e bellica, a tutt'oggi vige presso gli archivi del Pentagono a Washinghton la più totale segretezza, mentre a Londra si incomincia a far luce in relazione al fatto che il porto di Bari fosse sotto il comando britannico.
Per non dimenticare questa orrenda pagina è stato presentato in anteprima, nei giorni scorsi, presso la Sala consiliare del Comune di Bari, il thriller della durata di 6 minuti lungo i quali sono state visionate le testimonianze di tre militari inglesi e di un marinaio italiano. Il documentario, prodotto dalla Società SD Cinematografica con sede in Roma e specializzata in documentari storici relativi alla Campagna di liberazione in Italia, intendr evidenziare un dato di fatto sinora oscurato da una certa storiografia: la Resistenza contro i nazifascisti in Italia non fu solo combattuta sulle montagne dai partigiani ma anche lungo le coste italiane ed in particolare lungo il Basso Adriatico che vide la città di Bari, insignìta della medaglia al valor vivile, una protagonista attiva per gli episodi bellici precedentemente menzionati. Su questo hanno concordato all'unisono il prof. Antonio Leuzzi, consulente storico della civica amministrazione comunale e delegato dal sindaco di Bari Michele Emiliano per le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, Il comandante del porto di Bari amm. Giuffrè, ed il presidente dell'Autorità Portuale del Levante, dott. Franco Mariani.
Una vicenda che meriterà un successivo approfondimento medico-scientifico per le conseguenze che a tutt'oggi provoca nei marittimi di Bari, Molfetta e di Giovinazzo (a seguìto del rinvenimento di bombe all'iprite nei fondali prospicienti i rispettivi litorali) e di carattere storico-internazionale per la decisiva importantanza che ricoprì nella conclusione del secondo conflitto mondiale. E' quanto sostenuto dal rappresentante dela SD Cinematografica, dott. Francesco Morra, che, al termine della presentazione, comunicava alla prof.essa Antonella Rinella, la volontà della società romana di donare al Comune di Bari l'intera videoproduzione al fine di conservare un prezioso documento che opportunamente divulgato nelle scuole della città di Bari abbia, come obiettivo, quello di coltivare la memoria storica barese.
Bari, 2 dicembre 1943. Erano da poco trascorse le 19.30 quando si scatenò improvvisamente sulla città e sul porto l'inferno. La furia della Lutwaffe, l'aviazione militare tedesca, si scatenò provocando l'affondamento di 17 navi, il danneggiamento di 7, il ferimento di 800 persone, la morte di 1000 militari fra americani e inglesi e di 69 persone su 628 inizialmente ustionate per le emissioni di un potente gas, l'iprite, che vietato dalla Convezione di Ginevra del 1925 era custodito in una delle navi ormeggiate nel porto di Bari. Molto probabilmente da primi rilevamenti la nave maggiormente carica di iprite era la John Harvey. Si trattò, dopo Pearl Harbour, del più grave bombardamento della Seconda Guerra Mondiale, se non il primo in quanto a guerra chimica perchè precedette di due anni lo sganciamento delle bombe atomiche su Hiroschima e Nagasaki.
Perchè fu Bari e il suo porto furono bombardate? Due le ipotesi. La prima riguarderebbe una presunta vendetta dei tedeschi che 3 mesi prima - il 9 settembre 1943 - non riuscirono a far saltare le installazioni portuali per l'eroica difesa delle stesse profusa dai militari e dai civili con gli ordini impartìti dal gen. Nicola Bellomo. La seconda, perchè Bari era per l'intero Mediterraneo un importante punto di rifornimento in supporto agli angloamericani impegnati nel dirimpettaio fronte balcanico, in quello nordafricano e, in prospettiva, anche per il " progettato" sbarco in Normandia del 6 giugno 1944. Alla luce di questi riferimenti della storia militare e bellica, a tutt'oggi vige presso gli archivi del Pentagono a Washinghton la più totale segretezza, mentre a Londra si incomincia a far luce in relazione al fatto che il porto di Bari fosse sotto il comando britannico.
Per non dimenticare questa orrenda pagina è stato presentato in anteprima, nei giorni scorsi, presso la Sala consiliare del Comune di Bari, il thriller della durata di 6 minuti lungo i quali sono state visionate le testimonianze di tre militari inglesi e di un marinaio italiano. Il documentario, prodotto dalla Società SD Cinematografica con sede in Roma e specializzata in documentari storici relativi alla Campagna di liberazione in Italia, intendr evidenziare un dato di fatto sinora oscurato da una certa storiografia: la Resistenza contro i nazifascisti in Italia non fu solo combattuta sulle montagne dai partigiani ma anche lungo le coste italiane ed in particolare lungo il Basso Adriatico che vide la città di Bari, insignìta della medaglia al valor vivile, una protagonista attiva per gli episodi bellici precedentemente menzionati. Su questo hanno concordato all'unisono il prof. Antonio Leuzzi, consulente storico della civica amministrazione comunale e delegato dal sindaco di Bari Michele Emiliano per le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, Il comandante del porto di Bari amm. Giuffrè, ed il presidente dell'Autorità Portuale del Levante, dott. Franco Mariani.
Una vicenda che meriterà un successivo approfondimento medico-scientifico per le conseguenze che a tutt'oggi provoca nei marittimi di Bari, Molfetta e di Giovinazzo (a seguìto del rinvenimento di bombe all'iprite nei fondali prospicienti i rispettivi litorali) e di carattere storico-internazionale per la decisiva importantanza che ricoprì nella conclusione del secondo conflitto mondiale. E' quanto sostenuto dal rappresentante dela SD Cinematografica, dott. Francesco Morra, che, al termine della presentazione, comunicava alla prof.essa Antonella Rinella, la volontà della società romana di donare al Comune di Bari l'intera videoproduzione al fine di conservare un prezioso documento che opportunamente divulgato nelle scuole della città di Bari abbia, come obiettivo, quello di coltivare la memoria storica barese.