Riforma Gelmini, stop all'occupazione studentesca nell'Ateneo barese

BARI. Ieri partiva il terzo giorno di occupazione del secondo piano del palazzo Ateneo, come spiegato nel comunicato stampa del 6 dicembre: “Noi studentesse e studenti, antifascisti, antirazzisti e antisessisti, dopo l’assemblea tenutasi in aula A della facoltà di Lettere e Filosofia al secondo piano del palazzo Ateneo, abbiamo deciso di occupare questa notte la facoltà”. Nella mattinata di ieri i ragazzi che avevano iniziato la protesta e l’occupazione, infatti, avevano trovato aule o locations disponibili per permettere che nonostante tutto lezioni ed esami avessero luogo. La preside della facoltà di Lettere, però, si è opposta vietando ai professori qualsiasi forma didattica se i ragazzi non avessero sgomberato il secondo piano.

LO SCONTRO - Quello che ha preso vita è stato quasi uno scontro fra studenti e studenti. Molti ragazzi infatti hanno iniziato a sollevarsi contro tale forma di ostruzionismo; e non potendo far leva sul corpo docenti, si sono scagliati contro coloro che avevano iniziato l’occupazione. Ha preso vita, dunque, una seconda assemblea nell’atrio del Palazzo Ateneo nel corso della quale coloro che stavano occupando il secondo piano continuavano a portare avanti le loro ragioni e gli altri studenti controbattevano con la voglia di partecipare alle lezioni e sostenere gli esami. Il tutto si è concluso con un’ennesima votazione i cui esiti hanno palesato la necessità di smantellare l’occupazione per cercare forme di protesta alternative che, entro una visione democratica, metta d’accordo tutti e non leda gli studenti nei propri diritti.