di Maria Teresa Lattarulo
La peste ironica e istrionica della musica italiana, Stefano Belisari, in arte Elio, si è esibita il 5 dicembre presso la Casa delle Musiche di Bari nei panni di Gianburrasca. Lo spettacolo, tratto dall’opera di Vamba, è firmato da Lina Wertmüller, già regista del fortunato sceneggiato televisivo degli anni Sessanta; le musiche sono quelle di Nino Rota, di cui si celebrerà , l’anno che sta per cominciare, il centenario dalla nascita; l’orchestra è formata da musicisti di livello internazionale quali Corrado Giuffredi (clarinetto), Cesare Chiacchieretta (fisarmonica), Gianpaolo Bandini (chitarra), Enrico Fagone (contrabbasso) e Danilo Grassi (percussioni).
La performance di Elio, con il suo talento canzonatorio e burlesco, rende alla perfezione la personalità irrequieta di Gianburrasca, impegnata in una perenne contestazione del mondo degli adulti, con le sue logiche sclerotizzate e le sue ipocrisie. La società dei primi del Novecento, vista con gli occhi del cantante-ragazzino, subisce un rovesciamento comico: un mondo aperto alla novità data dal progresso tecnico, ma ancora ingabbiato in una rete di regole e di convenienze.
Divertente è stato il fuori-programma “barese” dell’orchestra e la citazione della pasta con le cime di rape. Il gran finale in mezzo al pubblico è stato coronato da applausi.
La peste ironica e istrionica della musica italiana, Stefano Belisari, in arte Elio, si è esibita il 5 dicembre presso la Casa delle Musiche di Bari nei panni di Gianburrasca. Lo spettacolo, tratto dall’opera di Vamba, è firmato da Lina Wertmüller, già regista del fortunato sceneggiato televisivo degli anni Sessanta; le musiche sono quelle di Nino Rota, di cui si celebrerà , l’anno che sta per cominciare, il centenario dalla nascita; l’orchestra è formata da musicisti di livello internazionale quali Corrado Giuffredi (clarinetto), Cesare Chiacchieretta (fisarmonica), Gianpaolo Bandini (chitarra), Enrico Fagone (contrabbasso) e Danilo Grassi (percussioni).
La performance di Elio, con il suo talento canzonatorio e burlesco, rende alla perfezione la personalità irrequieta di Gianburrasca, impegnata in una perenne contestazione del mondo degli adulti, con le sue logiche sclerotizzate e le sue ipocrisie. La società dei primi del Novecento, vista con gli occhi del cantante-ragazzino, subisce un rovesciamento comico: un mondo aperto alla novità data dal progresso tecnico, ma ancora ingabbiato in una rete di regole e di convenienze.
Divertente è stato il fuori-programma “barese” dell’orchestra e la citazione della pasta con le cime di rape. Il gran finale in mezzo al pubblico è stato coronato da applausi.