Truffa all'Asl a Brindisi, andavano a fare shopping durante l'orario di lavoro: 8 sospensioni

BRINDISI. Andavano a fare shopping o accompagnavano i figli a scuola durante l'orario di lavoro. Per questo sono state notificate otto misure interdittive della sospensione dall'esercizio di pubblico ufficio ad infermieri, fisioterapisti, tecnici di radiologia, impiegati amministrativi, tutti dipendenti della ASL di Brindisi, responsabili di truffa aggravata e continuata in danno del Servizio Sanitario Nazionale. E' l'esito di una complessa ed articolata attivita' investigativa da cui e' scaturita la decisione del Gip presso il Tribunale di Brindisi, Eva Toscani.

LE INDAGINI - In particolare, spiega una nota dei Nas, l'attivita' investigativa, al pari di altri riscontri eseguiti, ha consentito alla suddetta Autorita' Giudiziaria di emettere 24 misure cautelari degli arresti domiciliari, nonche' l'esecuzione di 2 arresti in flagranza di reato, anche in questi casi ha permesso di accertare che diversi dipendenti del distretto socio-sanitario di Brindisi - via Dalmazia, si facevano timbrare da persone compiacenti il badge marcatempo attestante l'arrivo in servizio, allontanandosi successivamente dal luogo di lavoro - per ragioni personali (shopping, accompagnare i propri figli a scuola, ritorno semplicemente a casa propria), ed in alcuni casi per svolgere attivita' sanitaria privata, causando fra l'altro inaccettabili tempi di attesa per effettuare esami diagnostici presso la citata Asl.

GLI INDAGATI - In proposito, l'attivita' investigativa ha permesso di segnalare alla citata Procura della Repubblica un totale di 69 persone per il reato di truffa aggravata in danno della ASL di Brindisi. Tra gli indagati figurano dirigenti medici, infermieri, fisioterapisti, impiegati amministrativi, tutti dipendenti o convenzionati con la ASL di Brindisi; accertare che era uso comune di molti dipendenti abbandonare il luogo di lavoro in modo arbitrario per svolgere attivita' di natura personale, in orario di lavoro, facendo smarcare il proprio cartellino a colleghi o a persone estranee, inducendo cosi' in errore l'Amministrazione di appartenenza.

L'ATTIVITA' SANITARIA PRIVATA - In alcuni casi invece le persone finite nel mirino dei Nas svolgevano attività sanitaria privata durante l'orario di lavoro, causando fra l'altro inaccettabili tempi di attesa per effettuare esami diagnostici presso l'ASL. Condotta anche con l'ausilio di mezzi tecnici, quali intercettazioni video, l'attività investigativa ha permesso di segnalare alla Procura della Repubblica un totale di 69 persone per il reato di truffa aggravata in danno della ASL di Brindisi