Truffe: riabilitavano debitori protestati, 2 arresti a Bari

BARI. Falsificavano documenti per ottenere illecitamente la riabilitazione di debitori protestati mediante la cancellazione dei loro nominativi dal registro informatico dei protesti in uso ed aggiornato dalle Camere di Commercio. Due persone sono state arrestate dai militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari che hanno eseguito altrettante ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Mario Maiellaro, 61 anni, e Raffaele Lamaddalena, 46.

I REATI - Le ipotesi di reato sono di concorso in truffa aggravata, ricettazione, falso ideologico. Le misure sono state emesse dal gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica. L'inchiesta venne avviata nel 2009, quale stralcio di una piu' ampia attivita' d'indagine nell'ambito della quale sono state evidenziate concrete ipotesi di reato che, a seguito di riscontri, hanno permesso l'istruzione un nuovo fascicolo processuale nei confronti di Maiellaro e Lamaddalena. Sono state denunciate altre 24 persone. L'operazione e' stata denominata 'I will pay'.

IL SISTEMA DI FRODE - Il sistema di frode ideato e sistematicamente utilizzato dai due arrestati prevedeva l'istruzione, presso gli uffici competenti (Tribunali di Bari, Taranto e Napoli e Camera di Commercio di Bari) delle richieste di cancellazione dei protestati attraverso la produzione di documenti falsi e false dichiarazioni di pagamento del debito a firma di creditori fittizi rispetto a quelli reali. Cosi' i debitori potevano tornare nel mercato creditizio e finanziario.
Pur non avendo adempiuto alle obbligazioni cambiarie ed essendo pertanto del tutto inaffidabili, potevano ricevere credito dalle banche che diversamente gli sarebbe stato precluso. I finanzieri hanno sequestrato valori (cambiali e assegni bancari) per 3 milioni e mezzo di euro. Un anno fa, a seguito di una serie di perquisizioni domiciliari, le Fiamme Gialle trovarono la centrale operativa dei falsari: timbri, cambiali ritagliate, fotocopiatori, documenti di identita' ecc.. Per scoprire il sistema, fin troppo ben congeniato, sono state necessarie indagini laboriose, comprese numerose intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione e pedinamento.
Si e' scoperto il modo in cui i debitori protestati dimostravano di aver sostanzialmente onorato il debito e conseguentemente ottenuto dal Presidente del Tribunale il decreto di riabilitazione.

DAI 1000 EURO IN SU A "RIABILITAZIONE" - Ai protestati, infatti bastava rivolgersi a Maiellaro e Lamaddalena i quali, attraverso numerosi falsi e mediante l'utilizzo di timbri ricettati e documenti di soggetti ignari, istruivano le pratiche che venivano poi depositate ai competenti Uffici per il rilascio del decreto riabilitativo. Il compenso per i due arrestati variava in funzione della somma complessiva da riabilitare partendo da un minimo di 1.000 euro. Si e' persino scoperto che alcuni imprenditori protestati del nord Italia hanno trasferito fittiziamente la loro residenza in Puglia pur di ottenere la riabilitazione.

LE PERQUISIZIONI - Durante una perquisizione all'interno dell'auto di Maiellaro, i finanzieri del Gico di Bari hanno trovato un sigillo tondo in metallo dell'ufficio pubblico della Procura della Repubblica del Tribunale di Bari, probabilmente rubato in precedenza, che gli arrestati avrebbero utilizzato abusivamente per annullare i valori di bollo sui falsi documenti presentati a sostegno delle domande di cancellazione dei protesti e delle domande di riabilitazione.

IL CANCELLIERE "AMICO" - In alcune circostanze, per l'istruzione delle pratiche si sarebbero serviti della collaborazione, tra gli altri, di un cancelliere in servizio nella sezione civile del Tribunale di Taranto, indagato per corruzione. In particolare, e' stato accertato che Maiellaro e Maddalena, al fine di far ottenere la cancellazione dal registro della Camera di Commercio di Bari o di altri uffici, avevano formato falsamento dei 'paghero'' cambiari, tutti con il sigillo della Procura della Repubblica di Bari, a vantaggio di inconsapevoli creditori diversi da quelli reali.

LE FALSE ISTRUTTORIE - Le false istruttorie si concludevano con la predisposizione di quietanze liberatorie a firma falsa apposta dai creditori inconsapevoli e quindi con la presentazione dell'intero carteggio all'ufficio della Camera di Commercio di Bari, competente all'emissione dei provvedimenti di cancellazione dal registro dei protesti. L'indagine, nel complesso, ha evidenziato che i 'pagamenti simulatori' effettuati dai protestati nei confronti dei propri creditori sono stati di oltre tre milioni e mezzo di euro; a tanto ammontano i titoli protestati ed indebitamente riabilitati che sono stati sequestrati dalle Fiamme Gialle.

OLTRE 300 TRUFFE - Oltre 300 sono stati gli episodi di truffa ricostruiti, 26 le persone complessivamente indagate, a vario titolo, per ricettazione, falsita' ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsita' ideologica commessa dal privato in atto pubblico, falsita' in scrittura privata, uso abusivo di sigilli e strumenti veri, falsita' materiale commessa dal privato, falsita' materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione e truffa. Sono 107 le persone fisiche e/o giuridiche protestate ed indebitamente riabilitate.
Una volta scoperto il sistema, la Procura di Trani ha avviato immediatamente contatti con il Ministero dello sviluppo economico che ha gia' da tempo avviato iniziative volte a prevenire analoghi casi sul territorio nazionale; inoltre, la stessa Camera di Commercio di Bari rigetta le domande di riabilitazione sospette segnalandole alla Guardia di Finanza.

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