Una magica serata partenopea ad Ostuni con i Napolincanto

di Daniele Martini
Giovedì 2 dicembre 2010 alle ore 21, presso il Cinema Teatro Roma ad Ostuni, si è tenuta una serata diversa, una serata nella quale, la cittadina, per una volta, è diventata partenopea. E' stata infatti organizzata una serata di beneficenza pro AVSI (Associazione Volontari Servizio Internazionale) con il patrocinio del Comune di Ostuni attraverso il concerto del meraviglioso trio dei Napolincanto con uno spettacolo dal titolo "Scètate e Guarda!", ovvero l'amore come venerazione e sacrificio nella canzone napoletana.
Per quanto riguarda l'AVSI è intervenuta, ad inizio spettacolo, la responsabile AVSI di Ostuni, l'avvocato Vita Andriola, la quale affermato che "l'associazione opera nei settori della sanità, igiene, cura dell'infanzia in condizioni di disagio, formazione professionale e soprattutto l'educazione nel solco dell'insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa. Ogni anno vengono individuati dei progetti e tutte le iniziative finalizzate a sensibilizzare a raccogliere fondi per questi progetti prende il nome di Campagna Tende".
E proprio la Campagna Tende di quest'anno, la quale ha come slogan "Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo", propone progetti fra i quali il sostegno a distanza e i centri educativi in America Latina, Haiti ed Africa.
Durante lo spettacolo è stata grande anche la partecipazione del pubblico presente numeroso in sala, i quali, con la guida sapiente del cantante Gianni Aversano, si sono cimentati in canti della tradizione napoletana come "I' te vurria vasà" oppure "'O marenariello". E proprio la voce del gruppo, Gianni Aversano, insieme con Nando Piscopo al mandolino e Domenico De Luca alla chitarra, ha voluto sottolineare, in questa bellissima e divertente serata che "la bellezza esiste. Il problema è avere occhi e non saper guardare, orecchie e non saper ascoltare. Così ripiegati sulle nostre ansie, sulle nostre pene, sui nostri bei pensieri, non riusciamo a guardare altro che noi stessi. E' che manca l'umano... perché molte volte noi guardiamo ma non guardiamo, vediamo ma non guardiamo. E' l'odio che ci fa non guardare le cose. A Napoli usiamo dire "nun te pozze vedè" per dire ti odio. Invece è vero che quando cominciamo a guardare le cose secondo la loro natura, per quello che sono, cominciamo ad amarle e cominciamo a rispettarle". E' stata questa una bella lezione di vita per tutti i presenti e quindi un augurio per un anno sereno e ricco di soddisfazioni.

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