Yara, è caccia ai 2 presunti rapitori

di Roberta Calò
Gli investigatori stanno cercando di definire l’identikit di due persone che tre testimoni hanno collegato o alla persona di Yara Gambirasio o al giorno della sua scomparsa. La prima è una dipendente comunale che quel 26 novembre avrebbe avuto in via Rampinelli un incontro-scontro con due brutti ceffi, uno con un cappello in testa.
Una guardia giurata ha confermato di aver visto due uomini lo stesso giorno nella stessa strada che gridavano e litigavano. Il terzo teste sarebbe Enrico Tironi il quale agli inizi dell’indagine aveva dichiarato: “La conosco da quando era una bambina; stava parlando con quei due uomini, uno forse era straniero, lei sorrideva ma non saprei dire se era un sorriso d’imbarazzo”. Secondo quanto sostenuto dal ragazzo, Yara si sarebbe allontanata con questi due uomini. Tironi, che aveva rilasciato un’intervista alle telecamere prima ancora di parlare con le forze dell’ordine, era stato inizialmente considerato inattendibile e poi era stato accusato di procurato allarme e falso ideologico. Ora la sua posizione è stata rivalutata.

I CONTROLLI - Intanto gli inquirenti stanno cercando di ricostruire le dinamiche della vicenda dopo un colloquio di quarantacinque minuti avvenuto stamane con la madre della tredicenne. Peraltro, secondo indiscrezioni, si starebbero effettuando dei controlli su tutti i cellulari che risultavano essere in zona nel tardo pomeriggio del giorno della scomparsa. A collaborare con le ricerche entra in ballo il sito della Fondazione SwissMissing che, dietro suggerimento delle autorità investigative italiane, avrebbe riportato una descrizione della minore “porta apparecchio fisso ai denti sia superiori sia inferiori. Indossava pantacollant neri, scarpe da ginnastica nere con perline, felpa nera di Hello Kitty e bomber nero”. Il sito spiega “Chiunque potesse avere delle informazioni utili al suo ritrovamento e' pregato di contattare la redazione di SwissMissing: oppure direttamente i Carabinieri di Bergamo”; L’associazione sarebbe stata definita un alter ego elvetico del nostro ‘Chi l’ha visto?’.

NATALE A CASA GAMBIRASIO - La famiglia Gambirasio ha preparato il suo presepe, il suo albero, il suo Natale cercando di salvaguardare la tranquillità dei fratellini di Yara; un loro desiderio, come hanno espresso peraltro al parroco di Brembate, sarebbe quello di poter contraccambiare tutte le manifestazioni di solidarietà che hanno ricevuto nell’ultimo periodo. Con grande fede e forza, non smettono di credere che la piccola Yara sia ancora viva; e con loro continuano a sperare tutti, compresa l’amichetta della ragazza, Martina, la quale con affetto ricorda: “Quest' estate è venuta con la sua famiglia nella nostra casa in montagna. Ci siamo divertite tanto. Ma era timida, a volte le chiedevamo se voleva restare da noi ma lei diceva che preferiva andare a casa”. Concludendo, dichiara: “spero ancora che torni”.