di Michele Tedesco
Da poche ore si è conclusa la seconda edizione del Bari International Film & TV festival. Calato il sipario e spente le luci, è ora di tirare le somme. I numeri della manifestazione, come da previsione, sono stati grandi e tutti preceduti dal segno positivo. Un programma fittissimo e distribuito in sette giorni in cui si sono contati: 283 titoli ( 147 lungometraggi e 136 tra documentari e cortometraggi ), 8 lezioni di cinema, 8 incontri con i libri sul cinema con attori e attrici emergenti, 8 conferenze stampa multiple per i film del giorno; 2 convegni; 1 spettacolo teatral-musicale ( “Epta”, di Nicola Piovani ); 2 laboratori con 10 seminari in 5 giorni; 1 mostra di fotografie di Riccardo Ghilardi. Considerata l’ esperienza dello scorso anno, questa seconda edizione è stata una scommessa già vinta in partenza. Il Bifest, lontano dai fasti e dalle vezzosità di rassegne come quella veneziana e quella capitolina, è un festival fatto di cinema e per il cinema. Niente manifestazioni iperboliche sui red carpet e niente che possa distogliere l’ attenzione dalle pellicole. La rassegna si è costruita solo nelle sale e sui palchi dei teatri. Numeri alla mano, il Bifest ha soddisfatto l’ enorme sete di cinema mostrata dai tanti che, senza distinzione d’ età , hanno affollato le sale cittadine. Un successo ancor più eclatante e in controtendenza, se si considerano i tagli operati dalla Legge Finanziaria al FUS. Ferzan Ozpetek ha sbancato con il suo “Mine Vaganti” con il premio per la miglior giuria, la miglior sceneggiatura e il miglior soggetto. Per lo stesso film, Nicole Grimaudo si è aggiudicata il premio come miglior attrice protagonista. Oltre ai riconoscimenti, dell’ edizione di quest’ anno sicuramente si ricorderanno i grandi personaggi che hanno reso omaggio alla città di Bari: da Claudia Cardinale, a Carlo Verdone, a Domenico Procacci, fino a Checco Zalone e il suo ormai “storico” siparietto con il Governatore Vendola. Il valore aggiunto, voluto per la kermesse barese, è stato quello di aver compiuto l’ annullamento della separazione procurata dallo schermo, piccolo o grande che sia, tra chi produce cinema e il suo fruitore finale. Gli attori, i produttori e gli addetti ai lavori, hanno raccontato e si sono anche raccontati, portando in luce la dimensione più umana della settima arte e mostrando come sia superficiale pensare che il cinema si limiti solo ai multi-sala e all’ home video. Il Bifest stesso, ha dunque e soprattutto per questo, vinto anche nel 2011. Fortunatamente Hollywood è molto lontana da qui.
Da poche ore si è conclusa la seconda edizione del Bari International Film & TV festival. Calato il sipario e spente le luci, è ora di tirare le somme. I numeri della manifestazione, come da previsione, sono stati grandi e tutti preceduti dal segno positivo. Un programma fittissimo e distribuito in sette giorni in cui si sono contati: 283 titoli ( 147 lungometraggi e 136 tra documentari e cortometraggi ), 8 lezioni di cinema, 8 incontri con i libri sul cinema con attori e attrici emergenti, 8 conferenze stampa multiple per i film del giorno; 2 convegni; 1 spettacolo teatral-musicale ( “Epta”, di Nicola Piovani ); 2 laboratori con 10 seminari in 5 giorni; 1 mostra di fotografie di Riccardo Ghilardi. Considerata l’ esperienza dello scorso anno, questa seconda edizione è stata una scommessa già vinta in partenza. Il Bifest, lontano dai fasti e dalle vezzosità di rassegne come quella veneziana e quella capitolina, è un festival fatto di cinema e per il cinema. Niente manifestazioni iperboliche sui red carpet e niente che possa distogliere l’ attenzione dalle pellicole. La rassegna si è costruita solo nelle sale e sui palchi dei teatri. Numeri alla mano, il Bifest ha soddisfatto l’ enorme sete di cinema mostrata dai tanti che, senza distinzione d’ età , hanno affollato le sale cittadine. Un successo ancor più eclatante e in controtendenza, se si considerano i tagli operati dalla Legge Finanziaria al FUS. Ferzan Ozpetek ha sbancato con il suo “Mine Vaganti” con il premio per la miglior giuria, la miglior sceneggiatura e il miglior soggetto. Per lo stesso film, Nicole Grimaudo si è aggiudicata il premio come miglior attrice protagonista. Oltre ai riconoscimenti, dell’ edizione di quest’ anno sicuramente si ricorderanno i grandi personaggi che hanno reso omaggio alla città di Bari: da Claudia Cardinale, a Carlo Verdone, a Domenico Procacci, fino a Checco Zalone e il suo ormai “storico” siparietto con il Governatore Vendola. Il valore aggiunto, voluto per la kermesse barese, è stato quello di aver compiuto l’ annullamento della separazione procurata dallo schermo, piccolo o grande che sia, tra chi produce cinema e il suo fruitore finale. Gli attori, i produttori e gli addetti ai lavori, hanno raccontato e si sono anche raccontati, portando in luce la dimensione più umana della settima arte e mostrando come sia superficiale pensare che il cinema si limiti solo ai multi-sala e all’ home video. Il Bifest stesso, ha dunque e soprattutto per questo, vinto anche nel 2011. Fortunatamente Hollywood è molto lontana da qui.