BARI. Anche nel Mezzogiorno si dovra' lavorare per la costituzione di un Distretto agro-alimentare del pomodoro da industria, a carattere interregionale, che diventi l'ambito entro il quale i soggetti della filiera si incontrano, si scambiano esperienze e colgono insieme le opportunita' del mercato. Sara' cosi' il contesto ideale dove poter avviare le trattative volte ai contratti-quadro. Il cardine, quindi, per il buon funzionamento della macchina per le prossime campagne di commercializzazione. E' questo il messaggio scaturito dal convegno nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori tenuto a Foggia e durante il quale si e' discusso, appunto, della necessita' della creazione del Distretto e delle azioni indispensabili per tutelare i redditi dei produttori e di valorizzazione la filiera.
IL PROGETTO - E' stato lo stesso presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi, concludendo i lavori, a rimarcare l'urgenza di un progetto che apra nuove prospettive ad un settore che oggi nel Sud vive un momento particolarmente delicato, con problemi che vanno affrontati con tempismo e azioni adeguate Anche perche' il 2010 e' stato l'ultimo anno del periodo transitorio di disaccoppiamento parziale degli aiuti comunitari. Con il nuovo anno, quindi, il settore navighera' in mare aperto, senza piu' alcun sostegno diretto alla trasformazione della materia prima e cio' comportera' gradualmente nuovi assetti organizzativi della filiera. Per questa ragione e' indispensabile operare - e' stato rilevato durante i lavori del convegno di Foggia - per la stabilita' della filiera, soprattutto se si pensa che lo spirito del disaccoppiamento totale risiede proprio in una maggiore liberta', per l'imprenditore, di decidere quale ordine colturale scegliere per la propria azienda in base alle convenienze che trova sul libero mercato. Ovviamente - e' stato sottolineato dalla Cia - i produttori dovranno continuare a mantenere uno stretto rapporto con le aziende di trasformazione, la cui attivita' in questo comparto e' fortemente legata a quella agricola. La firma di un contratto e l'obbligo di rispettarlo, seguendo regole condivise, sara' il nuovo perno delle relazioni interprofessionali. Bisogna, tuttavia, creare le condizioni favorevoli affinche' le sinergie di filiera si concretizzino in accordi stabili tra produzione ed industria. Ecco perche' la Cia ritiene che per il Mezzogiorno il Distretto sia il giusto contenitore di questi rapporti economici di filiera.
IL PROGETTO - E' stato lo stesso presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi, concludendo i lavori, a rimarcare l'urgenza di un progetto che apra nuove prospettive ad un settore che oggi nel Sud vive un momento particolarmente delicato, con problemi che vanno affrontati con tempismo e azioni adeguate Anche perche' il 2010 e' stato l'ultimo anno del periodo transitorio di disaccoppiamento parziale degli aiuti comunitari. Con il nuovo anno, quindi, il settore navighera' in mare aperto, senza piu' alcun sostegno diretto alla trasformazione della materia prima e cio' comportera' gradualmente nuovi assetti organizzativi della filiera. Per questa ragione e' indispensabile operare - e' stato rilevato durante i lavori del convegno di Foggia - per la stabilita' della filiera, soprattutto se si pensa che lo spirito del disaccoppiamento totale risiede proprio in una maggiore liberta', per l'imprenditore, di decidere quale ordine colturale scegliere per la propria azienda in base alle convenienze che trova sul libero mercato. Ovviamente - e' stato sottolineato dalla Cia - i produttori dovranno continuare a mantenere uno stretto rapporto con le aziende di trasformazione, la cui attivita' in questo comparto e' fortemente legata a quella agricola. La firma di un contratto e l'obbligo di rispettarlo, seguendo regole condivise, sara' il nuovo perno delle relazioni interprofessionali. Bisogna, tuttavia, creare le condizioni favorevoli affinche' le sinergie di filiera si concretizzino in accordi stabili tra produzione ed industria. Ecco perche' la Cia ritiene che per il Mezzogiorno il Distretto sia il giusto contenitore di questi rapporti economici di filiera.