di Vittorio Polito
La Levante Editori di Bari ha recentemente pubblicato per la collana “La Puglia nei documenti”, diretta dalla dott.ssa Irene Cavalli, il ponderoso volume di Vito Antonio Melchiorre “Storie Baresi” (pagg. 1108+36 ill, € 88). Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), due lauree (Giurisprudenza e Lingue e letterature straniere), funzionario per oltre 40 anni del Comune di Bari, ove ha ricoperto anche l’incarico di Capo di Gabinetto con il sindaco Nicola Vernola. Negli anni ’70 è stato temporaneamente comandato a prestare servizio presso la Regione Puglia. È autore di centinaia di volumi dedicati alla storia della nostra città , pubblicati con rinomate case editrici.
In questo volume l’autore tratta ben 1520 argomenti, trattati in forma breve e succinta, con foto storiche di Bari, fruibili da chiunque abbia voglia di sapere o approfondire il passato della nostra bella Bari. E così apprendiamo che nel 1663 ci fu a Bari un sequestro di persona, o dei problemi nei rapporti con S. Spirito, Carbonara, Ceglie e Loseto, già nel 1464, il problema dell’acqua e del famoso “Chiosche du Serìne” che la vendeva in corso Vittorio Emanuele angolo via Sparano, della tassa sul rotaggio, ovvero il balzello che si pagava per l’attrito delle ruote cerchiate e quindi il consumo del manto stradale, della storia dei quartieri di Bari e sull’origine dei loro nomi, della Madonna di Costantinopoli, della visita di Murat a Bari nel 1813, della donna nel diritto barese, del brigantaggio, delle osterie che rappresentavano uno dei pochissimi luoghi di aggregazione sociale, del privilegio del lunedì, per cui i commercianti erano esentati dal pagare dazi e gabelle durante quella giornata, delle fiere di San Nicola, del porto, dei teatri, dei Santi Nicola, Sabino, Leonardo, Anna, Paolo ecc., del carnevale, del banditismo, dei Monasteri, del commercio del grano, dell’assalto dei pirati, delle gabelle sull’olio, sulla farina, sul pane e sul pesce, del dazio sulla carne, dei cambi valutari, dei malati difficili, delle origini della nostra Bari, della contrada Balice, delle chiese di Bari vecchia, dell’istruzione pubblica, del commercio del grano, delle periodiche deliberazioni relative ai calmieri per disciplinare l’andamento dei prezzi delle derrate alimentari, dell’alluvione del 1926, dei dazi normanni, del divieto di baciare una donna contro la sua volontà sia in pubblico che in privato, dei beni della chiesa, del valore dei soldi e finanche di una “Beccheria di San Nicola”, una macelleria gestita dalla stessa Basilica e ubicata nel cortile principale, un’altra era ubicata nell’Arcivescovado, un’altra nel Castello, ecc. Si parla anche della censura borbonica sulla stampa del 1821, in occasione della quale furono emanate disposizioni severissime per controllare la propaganda politica.
Vito Antonio Melchiorre, evidenzia nella sua premessa, che la realizzazione di questa interessante pubblicazione è andata felicemente in porto, grazie alla grande sensibilità mostrata da Irene Cavalli che, coadiuvata dai fratelli Raffaele e Gianni, dirige la casa editrice Levante, fondata dal padre Mario, benemerito pioniere della editoria pugliese.
L’autore sottolinea che la pubblicazione intende rappresentare, soprattutto, un deferente atto di omaggio verso la terra e la città di Bari, e sicuramente i baresi di oggi e di domani serberanno molta gratitudine a Melchiorre per la sua inestimabile opera, che permette di entrare con molta facilità nell’affascinante storia barese, affrontata da angolature diverse ed inedite.
Il volume si avvale della prefazione di Antonio Castorani, presidente della Fondazione della “Cassa di Risparmio di Puglia” e delle testimonianze di Giovanni Girone, Giuseppe Poli, Giovanni Paparella e Giuseppe Patruno.
Il prof. Francesco De Martino, ordinario nell’Università di Foggia, in occasione di una presentazione, ha definito il volume di Melchiorre “circolare”, poiché si può leggere iniziando da qualsiasi parte e senza necessità di leggerlo per intero, dal momento che gli argomenti trattati sono vari e non legati tra loro, quindi leggibile nel tempo.
La bella copertina, i bozzetti ed i risguardi sono del maestro Carlo Fusca.
La Levante Editori di Bari ha recentemente pubblicato per la collana “La Puglia nei documenti”, diretta dalla dott.ssa Irene Cavalli, il ponderoso volume di Vito Antonio Melchiorre “Storie Baresi” (pagg. 1108+36 ill, € 88). Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), due lauree (Giurisprudenza e Lingue e letterature straniere), funzionario per oltre 40 anni del Comune di Bari, ove ha ricoperto anche l’incarico di Capo di Gabinetto con il sindaco Nicola Vernola. Negli anni ’70 è stato temporaneamente comandato a prestare servizio presso la Regione Puglia. È autore di centinaia di volumi dedicati alla storia della nostra città , pubblicati con rinomate case editrici.
In questo volume l’autore tratta ben 1520 argomenti, trattati in forma breve e succinta, con foto storiche di Bari, fruibili da chiunque abbia voglia di sapere o approfondire il passato della nostra bella Bari. E così apprendiamo che nel 1663 ci fu a Bari un sequestro di persona, o dei problemi nei rapporti con S. Spirito, Carbonara, Ceglie e Loseto, già nel 1464, il problema dell’acqua e del famoso “Chiosche du Serìne” che la vendeva in corso Vittorio Emanuele angolo via Sparano, della tassa sul rotaggio, ovvero il balzello che si pagava per l’attrito delle ruote cerchiate e quindi il consumo del manto stradale, della storia dei quartieri di Bari e sull’origine dei loro nomi, della Madonna di Costantinopoli, della visita di Murat a Bari nel 1813, della donna nel diritto barese, del brigantaggio, delle osterie che rappresentavano uno dei pochissimi luoghi di aggregazione sociale, del privilegio del lunedì, per cui i commercianti erano esentati dal pagare dazi e gabelle durante quella giornata, delle fiere di San Nicola, del porto, dei teatri, dei Santi Nicola, Sabino, Leonardo, Anna, Paolo ecc., del carnevale, del banditismo, dei Monasteri, del commercio del grano, dell’assalto dei pirati, delle gabelle sull’olio, sulla farina, sul pane e sul pesce, del dazio sulla carne, dei cambi valutari, dei malati difficili, delle origini della nostra Bari, della contrada Balice, delle chiese di Bari vecchia, dell’istruzione pubblica, del commercio del grano, delle periodiche deliberazioni relative ai calmieri per disciplinare l’andamento dei prezzi delle derrate alimentari, dell’alluvione del 1926, dei dazi normanni, del divieto di baciare una donna contro la sua volontà sia in pubblico che in privato, dei beni della chiesa, del valore dei soldi e finanche di una “Beccheria di San Nicola”, una macelleria gestita dalla stessa Basilica e ubicata nel cortile principale, un’altra era ubicata nell’Arcivescovado, un’altra nel Castello, ecc. Si parla anche della censura borbonica sulla stampa del 1821, in occasione della quale furono emanate disposizioni severissime per controllare la propaganda politica.
Vito Antonio Melchiorre, evidenzia nella sua premessa, che la realizzazione di questa interessante pubblicazione è andata felicemente in porto, grazie alla grande sensibilità mostrata da Irene Cavalli che, coadiuvata dai fratelli Raffaele e Gianni, dirige la casa editrice Levante, fondata dal padre Mario, benemerito pioniere della editoria pugliese.
L’autore sottolinea che la pubblicazione intende rappresentare, soprattutto, un deferente atto di omaggio verso la terra e la città di Bari, e sicuramente i baresi di oggi e di domani serberanno molta gratitudine a Melchiorre per la sua inestimabile opera, che permette di entrare con molta facilità nell’affascinante storia barese, affrontata da angolature diverse ed inedite.
Il volume si avvale della prefazione di Antonio Castorani, presidente della Fondazione della “Cassa di Risparmio di Puglia” e delle testimonianze di Giovanni Girone, Giuseppe Poli, Giovanni Paparella e Giuseppe Patruno.
Il prof. Francesco De Martino, ordinario nell’Università di Foggia, in occasione di una presentazione, ha definito il volume di Melchiorre “circolare”, poiché si può leggere iniziando da qualsiasi parte e senza necessità di leggerlo per intero, dal momento che gli argomenti trattati sono vari e non legati tra loro, quindi leggibile nel tempo.
La bella copertina, i bozzetti ed i risguardi sono del maestro Carlo Fusca.